Quando parla di risultati che segnano la svolta il numero uno della commissione bicamerale ha in mente la cancellazione del «conflitto di interesse tra produttori e manager della star, la trasparenza degli stipendi e la sottotitolazione quasi al cento per cento per i non udenti».
Il ritardo, però, è una realtà, così come il fatto che la Commissione voti soltanto tre giorni a settimana con tutte le difficoltà, lentezze e varianti del caso, visto che i lavori dell'Aula di Camera e Senato interferiscono un bel pò con il suo lavoro.
«Sono sempre stato favorevole a lavorare anche di lunedì - rimarca Fico - ed infatti alcune audizioni ci sono state proprio il lunedì sera».
Ma non le votazioni che, in giorni come il primo della settimana, rischiano di saltare per insufficienti presenze di parlamentari; quando invece ci sono, il tempo a disposizione è scarso perchè coincide con la pausa delle votazioni nelle due assemblee del Parlamento. Infatti le ultime due volte in cui si è riunita la Vigilanza ha votato solo gli emendamenti dei primi 4 articoli su 24 complessivi ed ha accantonato i più controversi come quello sul canale istituzionale dedicato ai lavori parlamentari, quello relativo alla compartecipazione agli utili da parte dei produttori audiovisivi e ancora quello sul divieto di pubblicità nei programmi per bambini.
«Ho chiesto più volte di dedicare un lunedì e un venerdì al contratto di servizio. La settimana dura 5 giorni lavorativi - rileva il relatore Salvatore Margiotta (Pd) - e non possiamo votare gli emendamenti solo nelle pause pranzo o nei dopo cena. Se si tiene questo ritmo, il via libera al parere arriverà dopo Pasqua, in caso contrario, riusciremo a chiudere prima».
C'è da dire, però, che quando Fico è arrivato alla presidenza della Vigilanza, il 7 giugno 2013, il contratto di servizio aveva già largamente superato la 'zona Cesarini'. Il contratto, infatti, doveva essere già in vigore il 31 dicembre 2012 ed invece la sua gestazione si è fermata per la caduta del Governo Monti (dicembre 2012), per le elezioni (febbraio 2013) e poi per la successiva e laboriosa fase di formazione del nuovo governo che ha portato alla presidenza del consiglio Enrico Letta (aprile 2013).
Alla Commissione di Vigilanza, infatti, lo schema messo a punto dal ministero dello Sviluppo economico e dalla Rai è arrivato il 25 settembre scorso e la Bicamerale avrebbe dovuto esprimere il proprio parere in merito entro un mese, quindi, per il 25 ottobre 2013. Da allora sono trascorsi altri cinque mesi fra audizioni e stop dovuti ai lavori delle Aule di Camera e Senato (per il precedente contratto ci sono voluti tre mesi per il parere e il ritardo era già pari a due) e così il ritardo totale accumulato ora è pari a oltre 1 anno e 3 mesi. Un ritardo che, secondo Fico, potrebbe essere compensato da una svolta, quanto mai utile visto che la partita del rinnovo della concessione che scatterà il 6 maggio del 2016 si avvicina. E un ritardo rispetto al quale il relatore, come si suole dire, ha già messo 'una pezzà visto che nel suo parere si esplicita che il nuovo contratto 2013-2015 in realtà sarà in vigore fino alla scadenza della concessione.
Sul tempo usato per le numerose audizioni, il presidente della Vigilanza resta comunque convinto che sia stato davvero decisivo per fare meglio che in passato:
«È stato davvero molto importante ascoltare tanti soggetti e fra questi - sottolinea Fico - l'associazione dei produttori televisivi indipendenti, l'Apt, che ci hanno spiegato il conflitto di interese all'interno della Rai. Azienda dove i manager che 'piazzanò le star sono anche produttori delle trasmssioni. Il contratto di servizio della Bbc, per esempio, lo vieta e nella tv amerericana non è neanche scritto il divieto perchè è ritenuto eticamente inaccettabile. Di questo si è tenuto conto ed infatti nel parere del relatore c'è scritto esplicitamente che 'non può essere commissionata a società di produzione detenute, in tutto o in parte, da agenti di spettacolo la produzione di programmi Rai in cui siano presenti a qualunque titolo gli artisti da loro rappresentatì».
«Abbiamo ascoltato le associazioni dei sordi ed abbiamo cercato di accogliere, in generale, le esigenze evidenziate - spiega Fico - ed infatti nel parere del relatore si dà indicazione alla Rai di arrivare quasi al 100% di sottotitolazione aumentando anche gli spazi per la Lis (Lingua italiana dei segni, ndr) nei vari Tg di Rai e di Rainews».
Un'altra novità cui il presidente della Vigilanza tiene molto è quella che riguarda la trasparenza:
«Nel parere - sottolinea Fico - si prevede che la Rai pubblichi sul proprio sito web i curricula e i compensi lordi percepiti dai dirigenti, dai collaboratori e dai consulenti, nonchè informazioni, anche tramite il mezzo televisivo e radiofonico, sui costi della programmazione di servizio pubblico. Ed ancora che la Rai pubblichi anche i compensi lordi di ogni singolo conduttore, consulente e collaboratore di tutti i programmi, oltre che le spese di produzione delle trasmissioni. Nel precedente contratto, invece, si prevedeva che la Rai mettesse on line queste informazioni ma solo dopo il via libera di una commissione paritetica Rai-Ministero, che però si è riunita una sola volta!».
Insomma le novità non mancano ma c'è da sperare che diventino concrete in un tempo congruo, visto che ancora devono essere votati circa 110 emendamenti, 15 dei quali abbastanza spinosi e tali da rubare, potenzialmente, svariate ore: sul conflitto di interesse, infatti, si prevede un certo dibattito, così come sulla pubblicità nei programmi per bambini, sulla partecipaizone agli utili dei produttori audiovisivi e sul canale di informazione istituzionale che ha scatenato diverse critiche da parte di alcuni commissari, timorosi che nel momento in cui la Rai avrà un canale digitale ad hoc che informa il cittadino sull'attività istituzionale, non trasmetterà più sui canali generalisti le dirette dell'Aula di Camera e Senato.
Un timore, questo, che altri non condividono affatto facendo notare, invece, come il nuovo canale istituzionale sul digitale sostituirebbe solo il canale satellitare che le Camere oggi pagano a Sky (la diretta sulla piattaforma Sky costa per la sola Camera, orientativamente, 417mila euro l'anno) ma certamente non la diretta sulle reti generaliste.
Al momento la prossima riunione della Vigilanza dedicata alle votazione degli emendamenti del contratto di servizio è prevista per giovedì e dovrebbe essere «una riunione fiume», fa sapere Fico, il quale, sulla possibilità di lavorare di lunedì tiene ad evidenziare un altro aspetto:
«In alcuni casi l'ho spuntata e l'Ufficio di Presidenza ha deciso collegialmente di tenere le audizioni il lunedì, ma in generale cerchiamo di lavorare il più possibile, modulando però gli orari secondo le esigenze di tutti, le votazioni in Aula, le assemblee e le direzioni di partito. In ogni caso ritengo che il lunedì sia un giorno lavorativo ed io sono al lavoro, ma a volte è anche utile usarlo per studiare e approfondire quel che serve nei giorni che seguono».