Rai, il senatore Minzolini contro le nomine dei dirigenti: ''Tutti amici di Gubitosi''

Creato il 06 giugno 2013 da Digitalsat

L' ex direttore del Tg1 Augusto Minzolini, ora senatore del Pdl, contesta le nomine di dirigenti decise in questi giorni da Viale Mazzini. In un' interrogazione ai ministri dello Sviluppo Economico e dell' Economia, Minzolini sostiene che tra i nominati «ci sono anche dirigenti apicali che, a quanto pare, hanno come principale requisito quello dell' amicizia o quello dei vecchi rapporti professionali che li legavano al direttore generale Gubitosi». Il senatore pidiellino fa alcuni nomi: «Mi riferisco al direttore delle relazioni esterne (Costanza Esclapon ex Wind), al direttore finanziario (Camillo Rossotto, ex Fiat), al responsabile dell' Audit (Gianfranco Carriola, ex Eni), al direttore generale di Sipra (Fabrizio Piscopo, ex Sky), al vice responsabile degli affari legali insieme ad altri due avvocati, al vice capo dello staff del Dg, ex Wind».

«Si vuole sapere innanzitutto - chiede Minzolini nell' interrogazione - l' ammontare del costo per l' azienda di queste assunzioni tutte a tempo indeterminato. Si chiede, inoltre, se nelle assunzioni sopra indicate siano stati seguiti i criteri di professionalita', economicita' e trasparenza che la legge richiede alle aziende sottoposte al controllo della Corte dei Conti e alla normativa pubblicistica. Sopratutto si chiede di verificare se qualcuno ha valutato la possibilita' di ricorrere a risorse interne per quei ruoli e i motivi per i quali non e' stata seguita una procedura che avrebbe sicuramente consentito un notevole risparmio economico. Una verifica che si rende ancor piu' indispensabile in un' azienda come la Rai sottoposta a rigidi vincoli di spesa (c' e' obbligo di gara d' appalto per ogni commessa superiore a
40mila euro). Si vuole conoscere, infine, la filosofia che e' alla base di queste scelte del direttore generale. Da anni nelle sedi istituzionali e nell' opinione pubblica si e' sviluppato un
dibattito sull' opportunita' o meno di privatizzare la Rai. Non vorremmo che il direttore generale nella sua sconfinata fantasia abbia immaginato questa scorciatoia per arrivare, di fatto, ad una privatizzazione ' ad personam' dell' azienda - per conto di chi non e' ancora chiaro - senza dover scucire il becco di un quattrino
».    


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