E non manca la scala, protagonista di tanti Festival, che Bocchini reinterpreta partendo dall’idea del piccolo bicchiere richiudibile: “Le persone della mia generazione – ricorda – lo hanno usato in molte situazioni. E’ davvero un oggetto cult degli anni ’60. E anche questo elemento scenografico ci permetterà di trasformare la scena nella forma, nelle atmosfere e nei colori, “personalizzandoli” per ogni artista”.
La scenografia è impreziosita, inoltre, dalle sculture in policarbonato artistico dello scultore Davide Dall’Osso: “Il maestro è intervenuto con la sua preziosa arte – conclude Riccardo Bocchini – su alcuni punti della mia scenografia : un connubio tra due arti che arricchisce sicuramente il valore dell’immagine globale. L’idea è quella di cogliere e portare fin dentro la scena di Sanremo quello che gli spagnoli chiamano “el duende”, lo spirito che “possiede” l’artista – la sua anima, il suo corpo – nel momento del suo maggior splendore. E questo rappresentano anche le sculture, ballerine, collocate nell’atrio dell’Ariston”. Redazione