Lo afferma, all'Adnkronos, Barbara Scaramucci, la direttrice, nonche' 'fondatrice' di Rai Teche, la struttura Rai, cui non a caso fa riferimento il titolo del programma, che cataloga e conserva la sterminata produzione audiovisiva della Rai, dalla quale 'Techetechete'' pesca le immagini che propone ai telespettatori.
Un 'giacimento', quello di Rai Teche, che puo' contare su 1milione e 200mila ore di televisione, oltre che su 1 milione e 500mila ore di radiofonia, un 'giacimento' che in Europa non ha rivali, tranne la corrispettiva struttura della Bbc, e per il cui futuro, raccomanda Scaramucci, vanno sciolti i nodi dei diritti e della digitalizzazione.
"Sono ormai una decina di anni che l'utilizzo del materiale d'archivio e' sempre piu' intenso e frequente, sia da parte dei canali tematici sia da parte di quelli generalisti e, in linea di massima, i prodotti che se ne ricavano funzionano sempre molto bene. Certo - sottolinea Scaramucci - dipende da come si usano i materiali e nel caso di 'Techetechete'' i suoi autori ne fanno un utilizzo molto intelligente. Il gradimento complessivo da parte dei telespettatori italiani per la tv del passato e' legato anche al fatto che il nosto non e' un Paese particolarmente giovane, in tanti hanno vissuto personalmente, da telespettatori, buona parte della storia della tv italiana che tanto largamente ha coinciso con la storia della Rai. Insomma, c'è il fattore nostalgia ed a sostenerlo c'è il fatto che le stagioni più recenti delle arti visive, cinema escluso, non sono state particolarmente prolifiche nè creative. Poi, sugli ultimi anni, c'è il problema dei diritti -lamenta Scaramucci- programmi come quelli di Fiorello, ad esempio, sarebbero perfetti da 'riutilizzare' ma i vincoli contrattuali lo rendono solo parzialmente possibile"
«Questa è una tendenza cresciuta negli ultimi 20 anni, depauperando di fatto l'utilizzabilità degli archivi. Gli artisti sempre più spesso concedono solo parte dei diritti. Credo -suggerisce Scaramucci- che servirebbe una rivisitazione della materia a livello europeo, altrimento fra pur giusta tutela della proprietà intellettuale e deregulation selvaggia prodotta da Internet a rimetterci sono gli editori, e anche il pubblico".
Un problema, quello dei diritti, 'aggravato' dalla peculiare produzione degli ultimi anni che ha dato ampio spazio a talk e talent «generi entrambi che poco si prestano al riutilizzo. Programmi come quelli di Renzo Arbore sono sempre 'freschi' ma per talent e talk non è così", sottolinea Scaramucci che sul fronte della velocità e flessibilità nell'utilizzo dei materiali di Rai Teche si mostra poi moderatamente ottimista in materia di digitalizzazione:
"Se ne parlava già dieci anni fa, siamo in ritardo ma se, come penso, è nel progetto di Gubitosi arrivare finalmente a una digitalizzazione dell'archivio storico in file entro qualche anno, allora possiamo continuare a sperare di mantenere il nostro primato".