L'intervento di Morando sembra mettere fine alle voci di un possibile ammorbidimento della misura, circolate dopo l'allarme del dg Luigi Gubitosi, che ieri ha evocato tagli all'offerta e agli organici. L'unica concessione dell'esecutivo, oggi ribadita da Morando, è «la disponibilità a valutare l'esclusione della televisione pubblica» dall'articolo 20 del decreto sui risparmi delle partecipate. La misura, se rimanesse in piedi, costringerebbe Viale Mazzini a risparmi per ulteriori 70 milioni di euro. A proclamare lo sciopero dell'11 giugno Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind Conf Sal e Usigrai. «È un taglio drastico - sostengono i sindacati - che non colpisce gli sprechi ma i posti di lavoro, creando le condizioni per lo smantellamento delle sedi regionali e ancor peggio per la svendita di RaiWay alla vigilia del 2016 (data in cui dovrà essere rinnovata la concessione per il servizio pubblico), lasciando intravedere inquietanti ritorni a un passato fatto di conflitti di interessi e invasione di campo dei partiti e dei governi».
Quel giorno i dipendenti scenderanno anche in piazza, preceduti martedì 3 giugno dai segretari confederali Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti che terranno una conferenza stampa congiunta al Teatro delle Vittorie contro i tagli alla tv pubblica. No comment da parte del presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, che sceglie il silenzio «per cortesia istituzionale» in vista dell'audizione in Commissione di Vigilanza il 4 giugno. Il vertice di Viale Mazzini è concentrato non solo sulle procedure per la vendita di una quota minoritaria di Raiway che - come spiegato ieri dal dg in Vigilanza - deve svolgersi a ritmo serrato per realizzarsi entro l'anno e garantire la copertura del taglio da 150 milioni, ma anche sull'elaborazione del nuovo piano industriale, con il quale verranno riviste offerta e attività della Rai.
Il cda, poi, il 12 giugno sarà chiamato a decidere se presentare ricorso per incostituzionalità con il decreto Irpef, dopo aver acquisito il parere chiesto da Gubitosi al professor Enzo Cheli. Il ricorso si unirebbe a quelli di Usigrai e Snater, che si sono invece affidati, rispettivamente, ad Alessandro Pace e Michele Ainis. Il Pd scende in campo in difesa del governo. «Le torri di Raiway restano salve, l'azienda potrà mettere sul mercato solo una quota minoritaria dell'azienda - sostengono i parlamentari Michele Anzaldi e Andrea Marcucci -, perciò appare incomprensibile la scelta di scioperare da parte dei sindacati Rai, anche alla luce della grave crisi che sta attraversando il settore dei media».