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Rai, sospeso sciopero. Usigrai: ottenuta attenzione, resta però contrarietà ai tagli

Creato il 06 giugno 2014 da Nicola933

La Rai sospende lo sciopero. L’Usigrai ha deciso di sospendere lo sciopero dell’11 giugno “dopo il voto a larghissima maggioranza delle assemblee tenute nelle ultime 48 ore in tutte le redazioni d’Italia”. Da parte del sindacato dei giornalisti Rai, però, rimane la contrarietà per la vendita delle quote di Raiway e per il taglio dei 150 milioni di euro chiesto dal governo.

L’Usigrai, si legge nella nota, “è riuscita a ottenere che si mettesse al centro dell’agenda politica il futuro e lo sviluppo della Rai Servizio Pubblico. E’ su questo che continuerà sempre più forte e determinato l’impegno e la mobilitazione delle redazioni. Non accetteremo politiche di corto respiro”.

La decisione arriva dopo il voto a larghissima maggioranza delle assemblee tenute nelle ultime 48 ore in tutte le redazioni d’Italia, alle quali il sindacato dei giornalisti della Rai aveva chiesto il congelamento dello sciopero alla luce delle positive novità ottenute grazie all’iniziativa sindacale di queste settimane”.

La riforma della Rai, continua il sindacato, “l’anticipo della Concessione di Servizio pubblico di 2 anni, la lotta all’evasione del canone, norme per ‘rottamare’ i partiti e i governi del controllo della Rai, sono finalmente al centro del dibattito politico, così come chiesto dall’Usigrai nell’assemblea aperta dell’8 maggio a Roma”.

l’Usigrai, proseguendo, continua “vediamo se il governo è in grado di tenere il passo della sfida riformatrice o sono solo annunci. Restano tutte le preoccupazioni e contrarietà per la vendita di quote di RaiWay fatta solo per far cassa, senza una idea strategica per il Paese sul tema delle torri di trasmissione. E la nostra convinzione che il prelievo di 150 milioni di euro, versati dai cittadini per il Servizio Pubblico, sia illegittimo. Su questo, governo e parlamento devono una risposta anche all’Ebu (l’Associazione dei Servizi pubblici europei), che ha lanciato l’allarme al presidente della Repubblica Napolitano sul rischio per l’indipendenza del Servizio Pubblico”.


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