Il commissario però intuisce che il vero destinatario di quell’avvertimento potrebbe essere qualcuno che vive nel caseggiato attiguo al magazzino: la scatola con la bomba forse era stata lasciata davanti al portone e uno dei condomini, uscendo la mattina, ignaro, potrebbe averla spostata verso il magazzino per liberare il passaggio. In quella palazzina infatti vivono due pregiudicati: Carlo Nicotra, che è un pezzo grosso dei Sinagra, e Stefano Tallarita, uno spacciatore che lavora al soldo dello stesso Nicotra. Ma anche di queste due nuove piste Montalbano non sembra troppo persuaso: Nicotra è un boss, non è uomo al quale verrebbero mandati semplici avvertimenti, e Stefano Tallarita è in prigione, nel suo appartamento sono rimasti solo la moglie e il figlio Arturo, che non hanno nulla a che fare con i suoi affari. E difatti giunge al commissariato un nervoso Angelino Arnone, che, mostrando una lettera anonima appena ricevuta, confessa che quella bomba era una minaccia destinata proprio a lui. Arnone però non sa dirne il motivo, e tanto meno sa dire chi potrebbe essere la persona che gli ha indirizzato quell’avvertimento. Montalbano capisce che Arnone sta mentendo: qualcuno lo manovra e lo ha mandato là appunto per gettare fumo negli occhi alla polizia. Di seguito viene a sapere da Pasquale che in prigione gira voce che Stefano Tallarita abbia iniziato a collaborare con la polizia. Quindi la bomba potrebbe essere stata un avvertimento destinato a lui.
Ma anche questa si rivela essere una falsa pista: il commissario viene a sapere dalla Narcotici che Tallarita non sta affatto collaborando con le forze dell’ordine. Montalbano si rende conto che i responsabili dell’attentato al magazzino stanno cercando di costruire un intrico di depistaggi, una sorta di gioco di specchi finalizzato a confondere e disorientare le ricerche della polizia. Un gioco di specchi che sembra culminare in un avvertimento rivolto contro lo stesso commissario: un colpo di carabina sparato contro lo sportello del passeggero della macchina di Montalbano. Ma anche questo avvertimento è assai strano: il commissario non si era addirittura accorto di nulla, è Fazio che lo ha scoperto quando ha visto il foro del proiettile sulla carrozzeria dell’auto.
Una sola cosa è sicura, dietro a questa strana faccenda c’è qualcosa di grosso e sicuramente c’entrano Nicotra e il suo traffico di droga. In quegli stessi giorni c’è anche un altro mistero che occupa l’attenzione di Montalbano: Liliana Lombardo, vicina di casa del commissario, una mattina scopre che la propria auto è stata danneggiata. Sembra un dispetto o un atto di teppismo inspiegabile. Liliana in quei giorni è sola, suo marito come al solito è fuori per lavoro, e così è Salvo ad accompagnarla nelle mattine successive al lavoro. Dopo un’iniziale reticenza Liliana racconta a Montalbano di sapere chi è il colpevole del danno procuratole alla macchina: tempo fa lei ha avuto una relazione con un ragazzo, ma in breve ha voluto chiudere quel rapporto; l’ex amante, ferito, si è sfogato con quell’infantile vendetta.
Sembra tutto chiarito, ma una notte Montalbano scopre che Liliana riceve ancora visite dall’amante. Inoltre il comportamento di Liliana si fa sempre più strano: cerca di avvicinare Montalbano, di sedurlo e anche di farsi vedere più volte in pubblico con lui. Salvo capisce bene che la vicina non sta cercando un nuovo amante, ma che ha altre ragioni e che forse sta cercando protezione. In seguito scopre che l’amante di Liliana Lombardo è Arturo Tallarita, il figlio dello spacciatore che lavora per Nicotra. Comprende così che la vicenda di Liliana è legata al caso iniziato con la bomba al magazzino, e che il colpo di carabina finito contro lo sportello della sua auto era indirizzato proprio a Liliana, che qualche sera prima sedeva nella vettura accanto a lui: Liliana e Arturo sono al centro di tutta la faccenda e stanno correndo un grande pericolo. Vuole subito aiutarli e proteggerli, ma i due risultano improvvisamente scomparsi.
Alla fine Montalbano riuscirà a risolvere questo pericoloso gioco degli specchi, ma non a salvare Liliana e Arturo da un tragico destino, che li vede vittime di un gioco troppo grande e troppo crudele.