8° giorno
Siamo a Jaisalmer, la città d’oro. Sorge nel deserto di Thar, su un costone di arenaria giallastra alto 80 metri, per questo è la città d’oro. Ad agosto il caldo umido è veramente opprimente, sopratutto la notte. Siamo arrivati la sera precedente e, dopo un breve giro notturno della città per ammirare il Jaisalmer Fort illuminato dalle luci, siamo rientrati nel nostro albergo. Non pensate che l’aria condizionata possa essere considerata un optional per poter dormire: assicuratevi non solo che la vostra camera ne sia dotata, ma anche che funzioni bene!
A mio avviso è la località che meglio rappresenta i passati splendori in pieno deserto. Sono ben novantanove i bastioni che circondano il forte, tutti costruiti con la favolosa arenaria gialla dorata. Il forte è stato costruito su una collina nel XII secolo dall’allora sovrano rajput Jaisala, dal quale deriva il nome della città. Arriviamo all’ingresso del forte ed entriamo attraverso il First Fort Gate; proseguiamo a piedi ammirando per le strette viuzze lo splendore delle case, dei portoni lavorati e dei sontuosi palazzi: sembra proprio di vivere in una fiaba. Come già abbiamo visto nei giorni precedenti durante la visita di altre fortezze, si accede alla parte interna del forte superando una serie di portali che servivano a difendersi dagli aggressori. A differenza però degli altri forti, questo è tuttora abitato, e questo rende ancora più particolare la visita: è come trovarsi in un museo vivente! Tutto il forte è quasi interamente pedonale, complici le strette viuzze che non permettono il passaggio dei veicoli, e ciò permette di poter passeggiare tranquillamente con il naso all’insù ad ammirare l’architettura. Visitiamo due dei sette templi jainisti costruiti sempre in arenaria gialla e collegati tra loro. Visitiamo il Sambhavnath nel quale i sacerdoti pestano nel mortaio il legno di sandalo per le celebrazioni. Quindi il Rishabdeva, con i suoi pilastri finemente scolpiti con apsara e divinità, ci affascina particolarmente, complice anche l’atmosfera di tranquillità che si respira. Gironzoliamo per le stradine della città fino a quando vediamo una specie di bar che offre una vista panoramica dalla terrazza posta sul tetto dell’edificio: non ce lo facciamo scappare! La vista panoramica sulla città vecchia e il deserto tutto intorno è unica. Terminata la visita del forte proseguiamo con la visita degli haveli, sontuose dimore dei mercanti riccamente decorate e scolpite nella pietra arenaria gialla, costruiti ai tempi della fortuna mercantile della città d’oro tra il XVIII e il XIX secolo. Il Patwa-ki-haveli, il più bello della città, e il Nathmal-ki-haveli che si raggiungono attraversando a piedi la città bassa. Erano le magioni dei mercanti più ricchi, con bellissime facciate scolpite, balconcini e Jalis in pietra, i cortili interni circondati dalle eleganti costruzioni. Qui le descrizioni sono inutili e vi rimando alle foto.
Ci fermiamo per una pausa nelle ore più calde del giorno e usciamo nel tardo pomeriggio per fare un escursione nel deserto di Thar. Il Thar è un’interminabile distesa di sabbie bollenti, che ricopre un’area di circa 446.000 chilometri quadrati. Tocca ben quattro Stati dell’India, anche se la maggior parte di esso si trova nel Rajasthan occidentale e nella regione pakistana del Sindh fino alle catene montuose dell’Aravalli.
Si tratta di una regione bruciata dal sole e battuta da venti fortissimi
dove gli unici paesaggi sono le dune di sabbia, le pietre e la poca vegetazione erbosa e cespugliosa.
Aspettiamo il tramonto accompagnati da improvvisati musicisti e giovani ballerine in quello che definisco uno dei momenti più magici dell’intero viaggio in India.
Scheda |
Partenza | Delhi | Arrivo a Pushkar | Pushkar | Udaipur | Ranakpur | Jodhpur |
Jaisalmer | Bikaner | Jaipur | Forte Amber | Fatehpur Sikri | Agra