Cambia la trama ma i soggetti rimangono sempre quelli.
Ci sono io, in mezzo a tutto il resto. Magari non proprio al centro, non sono mai stata una persona egocentrica che ama mettersi in mostra, così anche quando per caso mi trovo al centro del mondo, io mi sposto, pian piano, come se non sopportassi tutti quegli sguardi, come se il via vai di gente mi mettesse ansia. Sarà che ho sempre preferito stare con le spalle al muro, sarà che ho paura di quello che mi sta dietro solo perché non lo vedo, sarà che a volte nemmeno quelli davanti non sono poi così bravi e buoni, e a volte ho paura anche di loro. Guardo tutti con occhi apatici, con sospetto e diffidenza.
Sono io. E il mondo. E tutto quello che ne fa parte, tutto quelle cose fisiche ma anche metaforiche. Sono io, che giro insieme alla Terra, attorno al Sole, facendo parte dell’Universo. Ma cos’è l’oceano se non un’infinità di gocce? Quindi cosa siamo noi se non una parte dell’Universo? Cosa sono io se non una parte di esso? Cosa sono, se non l’Universo?
Eppure mi sento così vuota.
Così,
infinitamente,
vuota.