Autore: Margherita D’Amico
Editore: Bompiani
Pagine: 528
Prezzo: 14,50 EURO
Trama (dal sito dell’editore): Per la prima volta raccolti in un unico volume sei romanzi e racconti di Margherita d’Amico che hanno come filo conduttore l’adolescenza. Sei storie con altrettanti protagonisti, molto diversi fra loro, che compongono un vivido affresco sull’età del cambiamento. Un ragazzo deciso ad affrontare il tragico fantasma che ha posto fine alla sua infanzia, un allievo fantino difronte alla prima chance, una giovane spogliarellista dall’enigmatico tatuaggio, una nuotatrice alle prese con l’inevitabile cambiamento dentro e fuori la piscina, la vacanza di due sorelle animaliste in erba e la fuga a cavallo di Zara, che da una certa giornata d’estate ha rifiutato di parlare. Riflesso nei loro occhi e senza mediazioni il mondo degli adulti, all’inutile inseguimento di una libertà perduta.
Recensione: La raccolta si rivolge agli adolescenti e ha come protagonisti ragazzini della stessa età dei lettori ideali. La prima caratteristica che mi ha piacevolmente stupito è l’assenza dei soliti temi che imperversano nella “nuova” narrativa che ha come target i ragazzi, vale a dire storie d’amore; anche quando l’ambientazione è fantastica, futuristica o quant’altro, spesso tutto si riduce a un triangolo amoroso o a trame affini. Come se agli adolescenti non interessasse altro. Non che qua l’amore sia del tutto assente, ma è riportato a una dimensione realistica, è una parte della vita, o magari, data l’età, è qualcosa a cui si accenna, un inizio. I personaggi s’impegnano nello sport a livello agonistico (Rane, Quinta corsa) e si trovano ad affrontare cambiamenti sostanziali nelle loro vite, oppure l’elemento da fronteggiare è un evento traumatico dell’infanzia (Il secondo di bordo), in ogni caso le storie si assestano intorno ai passaggi di crescita, interiore e fisica.Un secondo aspetto che ho apprezzato, intuibile già dal titolo della raccolta, è il rapporto con gli animali: che sia preso come spunto per paragoni nella vita di una nuotatrice – come nel riuscito Rane – o che si tratti invece della vera e propria presenza di animali, il tema è ben trattato.
Come Jonathan Safran Foer e Scarlett Thomas, Margherita D’Amico descrive personaggi vegetariani, ed è raro che ciò accada. La giovane età dei lettori a cui è rivolta la raccolta è proprio quella in cui maturano queste idee nelle coscienze e potersi riconoscere in un romanzo, ma anche solo trovare un argomento di questa portata per mettersi in discussione e riflettere, è importante.
Si parla soprattutto di cavalli, animali che con la loro particolare sensibilità si sposano bene con la psicologia (per molti versi fragile, ma anche cocciuta, e desiderosa di libertà) degli adolescenti. Si parla di animali sfruttati nelle feste tradizionali nella Corsa delle stelle, dove si intreccia al tema animalista quello del lutto, con molta delicatezza. Ritornano i cavalli, ma non solo, anche in Filo da torcere, storia che ho molto apprezzato. Tratta di una ragazzina che non parla e, benché tutti credano che il motivo sia la separazione dei genitori, lei stessa narra in prima persona la vera origine del suo silenzio:
“Nello stesso istante il cuoco immerse l’aragosta dentro l’acqua bollente scansandosi per evitare gli spruzzi, e quella gridò. Riccardo rise. “Che bello!” commentava a poppa l’amica di mamma e papà. Intanto Riccardo rideva e l’aragosta gridava forte dal dolore, dallo sgomento, e moriva. In quell’attimo per me le parole cessarono di avere un significato, poiché smisero di riflettere la verità. Non so, ragionandoci oggi posso immaginare che forse in qualche misura contribuì il fatto che i miei genitori apparivano belli, giovani, senza difficoltà pratiche, ed erano intanto così profondamente dissonanti fra loro. Ad ogni modo in quel preciso istante giurai a me stessa che non avrei mai più mangiato un animale, e smisi di parlare.”
La storia non è però a tinte cupe, le vicende prendono una piega più avventurosa ma, quasi come si trattasse di una favola antispecista, seguiamo questa particolare e coraggiosa eroina a cavallo, fino a un epilogo che lascia l’animo allegro e sereno. Se l’avessi letto a dodici anni sarebbe diventata una delle mie storie preferite.
Per un lettore adulto ci sono forse nell’intera raccolta delle ingenuità, in alcuni tratti dei romanzi si avverte dell’infodump, non tutte le storie sono allo stesso livello, i dialoghi appaiono un po’ ingessati e si avvertono qua e là dei cali nella tensione narrativa, ma contiene anche dei gioiellini come appunto Rane, dove troviamo una protagonista che vive per il nuoto. E’ una ranista, stile che, come viene spiegato, è quello che più risente del cambiamento fisico dell’atleta che diventa adulto. La crescita è immortalata nel momento in cui avviene, si rispecchia nel contrasto fra il mondo d’acqua della piscina e il fuori, fra un prima e un dopo, fra la vittoria e la sconfitta, zone di contatto ma diverse. La storia ha questo pregio, di far assaporare quel confine. Parla di metamorfosi, in un certo senso.
In conclusione la raccolta è un po’ altalenante ma ha diversi punti di forza. Facendo una media fra le varie storie il voto complessivo è di tre stellette e mezza.
Voto:
Nerina
Chi sonoBella domanda. Se fossi una filosofa riempirei pagine e pagine a questionare sull'essere. Ma non sono una filosofa. Amo scrivere, ma il più delle volte odio come lo faccio. Mi trovo bene fra i branchi di cani. Mi piace l'acqua. Bere dalla bottiglie e le piscine. Tutto qua ^^