Rapiti dalla musica come piccoli folletti danzanti: cos’è El Duende?

Ho sempre trovato molti interessanti le etimologie e scoprire cosa c’è dietro la scelta di un nome, per questo mi ha affascinato molto scoprire le motivazioni della scuola di danza El Duende. La parola, evidentemente iberica, mi richiamava alla memoria la mia antica passione per la letteratura ispanica, in special modo il mio poeta preferito, Federico Garcìa Lorca, e non mi sbagliavo!

Elvira Pardi, direttrice artistica della società, ci spiega come mai ha preferito questo nome e cosa c’è dietro… cioè qualcosa che nasconde un grande amore per la danza, ideale per una compagnia di qualità, come è quella di Macerata.

Chi siamo e cos’è il “Duende”!

L’Associazione Sportiva Dilettantistica El Duende – Centro Danza fondata dall’insegnante e coreografa Elvira Pardi nel settembre del 2007, nasce con l’obiettivo di promuovere la danza a 360°; un centro di diffusione della danza, dello spettacolo e delle arti sceniche varie, un luogo in cui convivono l’arte, la passione, la formazione e la professionalità.

Ma cos’è il “Duende”?

Il nome “El Duende”, prende origine dall’omonima Compagnia flamenca El Duende, fondata nel 2006 dalla stessa Pardi, compagnia di ballo, nata con lo scopo di divulgare il flamenco e la cultura spagnaola.

La parola “Duende” tradotta letteralmente significa “folletto”, “gnomo”, ma anche “spirito”, inteso come stato emozionale di rapimento estatico e di forte ispirazione nell’interprete, una sorta di trance.

Tradizionalmente, si dice che i “duende” prediligano la musica, il canto e la danza ai quali si abbandonano durante la notte.

Il poeta granadino Federico García Lorca, in “Teoría y Juego del Duende” (1933), sostiene: “Tutto ciò che ha suoni neri ha duende”. Tale definizione allude al potere misterioso del “duende” , presenza necessaria nella ritualità flamenca, ma non solo, il cui obiettivo è la trasmissione emozionale tra l’interprete e gli astanti e non il godimento estetico o la dimostrazione di un’abilità artistica.

Per molti il “duende” è quello strano indefinibile demone che viene risvegliato nell’inconscio dell’ artista durante il momento creativo.

I versi di un poeta, la tonalità di una cantante, la versatilità di un’ attrice, o come nel nostro caso, i movimenti di una danzatrice, possono avere “duende”.

Avremo peccato di presunzione per esserci appropriati di tale parola? Può darsi, ma l’idea che i nostri allievi fossero paragonati a piccoli folletti danzanti, pervasi di quell’aura che solo l’arte può trasmetterti ci è piaciuto immensamente!