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Rapporto Ilo sullo sfruttamento minorile: sono 170 milioni i bambini che lavorano

Creato il 23 settembre 2013 da Stivalepensante @StivalePensante
Posted by   23 settembre 2013  

I dati sono in calo, ma rimangono pur sempre assurdi: nel 2013 sono 170 milioni i bambini costretti a lavorare. L’ombra dello sfruttamento minorile si concentra per il 45% in Asia, il 35% in Africa e l’8% in America Latina.

Rapporto Ilo sullo sfruttamento minorile: sono 170 milioni i bambini che lavorano

“Children at work”, una foto di Steve McCurry (stevemccurry.com)

Nel 2000 il dato sullo sfruttamento dei bambini nel mondo sfiorava i 246 milioni, ad oggi si attesta sui 170. Se da un lato ci si può ritenere soddisfatti per la diminuzione di oltre un terzo di questi casi, dall’altro il numero rimane alto e, secondo fonti dell’Ilo, non si riuscirà neanche ad arrivare all’eliminazione totale delle peggiori forme di sfruttamento, obiettivo che si erano prefissati a raggiungere nel 2016. Il rapporto sarà presentato l’8 ottobre a Brasilia.

I dati sullo sfruttamento dei bambini nel mondo (fonte: Wall Street Journal)

I dati sullo sfruttamento dei bambini nel mondo (fonte: Wall Street Journal)

I progressi più significativi si sono registrati tra il 2008 e il 2012 con un calo netto del numero globale da 215 milioni a 170. Più della meta’ degli oltre 168 milioni di bambine e bambini lavoratori nel mondo svolgono lavori pericolosi che hanno conseguenze dirette sulla loro salute, sicurezza e sviluppo morale. Attualmente, però, sono 85 milioni i bambini impiegati in lavori pericolosi rispetto ai 171 milioni del 2000. Il settore agricolo rappresenta il più alto numero di bambini lavoratori, seguito dal settore dei servizi.

Come riporta l’agenzia di stampa AGI, il direttore generale dell’Ilo, Guy Ryder, ha detto: ”La direzione e’ giusta ma ci stiamo muovendo troppo lentamente. Se vogliamo veramente porre fine a questo flagello nel prossimo futuro, allora dobbiamo raddoppiare gli sforzi a tutti i livelli. Abbiamo 168 milioni di buone ragioni per farlo.”

In Bangladesh sono 7,4 i milioni di bambini, dai 5 a 17 anni, costretti a lavorare, ma grazie a “Save the Children” qualcosa si sta muovendo: ora, nel settore dell’abbigliamento, infatti, hanno il permesso di lavorare solo bambini di età compresa tra 15 e 17 anni, per non più di cinque ore al giornoSo anche state abolite le mansioni pericolose.

La Coldiretti, in un comunicato stampa, ha espresso la sua preoccupazione e ha fatto un monito a tutto il mondo politico e alla società italiana: “Si tratta di una globalizzazione dei mercati, a cui non ha fatto seguito quella della regole che ha portato allo sfruttamento di ampie aree del pianeta, dal furto di terre fertili, con il land-grabbing, fino allo sfruttamento del lavoro minorile. Nell’ambito delle numerose iniziative messe in atto per fermare una situazione intollerabile, è necessario intervenire con l’introduzione dell’obbligo di indicare, in etichetta, la provenienza dei prodotti agricoli ed alimentari commercializzati a sostegno di un vero commercio equo e solidale che valorizza i prodotti di quei territori che si impegnano a tutelare il lavoro, ma anche a rispettare l’ambiente e la sicurezza alimentare.”

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