Nell’anno 2011,secondo l’ultimo Rapporto annuale dell’Unhcr, agenzia Onu per i rifugiati, nel mondo, complessivamente, le persone allontanatesi dai loro Paesi per chiedere asilo altrove sono ben 800 mila. Un numero che risulta essere senza dubbio il più alto dal 2000.
Accanto ad esse abbiamo altri 4,3 milioni di uomini, donne e bambini, che stazionano ovunque è loro possibile logisticamente, spesso in campi profughi allestiti alla bene e meglio, con i pochi mezzi a disposizione delle molte associazioni umanitarie cooperanti, perché obbligate a farlo da ricorrenti crisi umanitarie, conflitti interni e violenze gratuite nei luoghi in cui essi sono nati e vissuti.
In tutto al termine del 2011, sempre secondo quanto precisa il Rapporto Unhcr del 2011, le persone fuggite dai propri Paesi d’origine sono state in tutto 42,5 milioni.
Cifre che fanno riflettere e che dovrebbero far ripensare le cosiddette “politiche dei respingimenti”.
In Italia, rispetto alle altre nazioni europee, per altro il rapporto rifugiato -popolazione civile autoctona risulta essere il più basso e cioè esattamente di uno a mille per abitante.
Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
(ndr.) La foto in alto è stata scattata nel campo profughi di Dadaab, in Kenya, uno dei più popolosi