Rassad, Zafar, Fajr, Kabir

Rassad, Zafar, Fajr, Daneshju Amir Kabir. Chi si nasconde dietro a questi nomi?
Quattro barbuti pelatori di kebab? Quattro escort per palati forti? Quattro drinks in un gay-bar di Medina?
Ritentiamo... Mercury, Apollo, Saturn, Voyager... questi sono piu’ familiari?
Ecco, in circonvallazione adesso si sono accodati anche gli iraniani. I loro satelliti artificiali si chiameranno come da titolo, i missili invece sono stati battezzati Safir e la navetta spaziale Kovoshgar. Bisognera’ aggiornare il pannello delle opzioni di Master of Orion (esiste ancora?). Venusiani, Rettiliani, Americani e da oggi anche Iraniani.
Non so perche’, ma se provo ad immaginami il varo di Kovoshgar mi figuro un panorama desertico, ventoso, con una tribuna colma di gente in turbante che sgranocchia pistacchi, qualcuno in disparte che si inchina alla Mecca, qualcuno sul fondo della pista che sgozza una pecora per buon augurio. Gli astronauti che escono dalla tenda mi paiono fuori luogo con le loro tute e i caschi (probabilmente sotto hanno le mantelle tipo beduini e le tasche piene di monili) e poi la bandierina sulla spallina e’ sbagliata.
Eppure, a ben vedere, satelliti, missili e navette spaziali non sono mica bruscolini, non sono mica kebab. D’accordo, saran beduini questi iraniani, ma perdiana(!) loro ce l’hanno la navetta spaziale Kovoshgar e noi no. Per non parlare delle settanta vergini...