Magazine Programmi TV

RASSEGNA STAMPA/ Sanremo 2013: un festival contemporaneo e pop per il rottamatore Fazio

Creato il 14 dicembre 2012 da Iltelevisionario

Festival di Sanremo 2013Rassegna stampa dedicata alla presentazione dei 14 Campioni del 63° Festival della Canzone Italiana di Sanremo. Il conduttore Fabio Fazio ha dichiarato al quotidiano Il Messaggero che è “un festival contemporaneo che premia chi all’Ariston non c’è mai andato. Ma mi piacerebbe che ci fosse posto fuori gara in ogni serata anche per i volti che hanno fatto la storia. Deve essere una grande festa in un clima di leggerezza”. Rimane ancora l’incertezza sulla data della kermesse, a causa delle elezioni anticipate: “Se il 17 si vota, mi rendo conto che sarebbe paradossale che la tv nazionale si occupasse di canzoni per tutta la settimana” ha spiegato Fazio, aggiungendo che il festival slitterebbe a fine febbraio, inizio marzo. Per il critico del Corriere della Sera Aldo Grasso sarebbe “semplicemente grottesca” l’idea di far slittare la manifestazione per non disturbare le elezioni: “Sanremo è una festa popolare, la sconfitta delle élite culturali, delle minoranze autocompiaciute, di quelli che soffrono di mal di metafora, almeno da quando Ennio Flaiano, posando il suo sguardo sul Festival, ebbe a dire: «Non ho mai visto niente di più anchilosato, rabberciato, futile, vanitoso, lercio e interessato». Sanremo è una grande festa sgangherata e insieme una fiction che ogni anno racconta lo stato di salute del Paese, senza l’ambizione di rispecchiarlo. È una memoria che tutte le volte celebra il suo perpetuarsi. Avere paura del Festival di Sanremo significa avere paura della propria ombra: ombra di un rito fondativo, di una canterina sventatezza nazionale, di una coscienza identitaria. Se, pur fra mille polemiche, Sanremo resiste da più di cinquant’anni, qualcosa significherà pure. Da cosa verrebbe sostituito Sanremo? Dai comizi dei politici, dalla tetraggine delle tribune elettorali, dai talk, da un tv che converte i convertiti e lascia perplessi i perplessi”.

Sembra quasi una rivoluzione

(di Gino Castaldo – La Repubblica) Ecco che succede a dare il festival a due facinorosi come Fabio Fazio e Mauro Pagani. Si permettono di evitare i soliti big, quelli che vivono solo di Sanremo, perfino le vecchie glorie che fanno colore e simpatia per le nonne e, diciamolo, anche quelli che fanno notizia, scandalo, chiasso e permettono di scatenarsi con ludibrio e lazzi su blog e social network. I teorici del tanto-peggio-tanto-meglio ne rimarranno delusi, ma di sicuro, pur senza nomi clamorosi, il cast del festival 2013 assomiglia molto di più alla musica che si suona davvero nel paese di quanto non sia successo in precedenza. Rimane da capire se questa ripulita non faccia perdere al festival il suo classico appeal televisivo, che è fatto anche di brutte canzoni e personaggio poco verosimili. C’è qualche concessione ai talent, ma in fondo anche la scelta di Chiara, fresca vincitrice di X Factor e totalmente priva di curriculum da big, è credibile in quanto rivelazione indiscutibile che ha messo d’accordo un po’ tutti, e quindi non dispiacerà a nessuno. Ci sono ben quattro gruppi (quasi una sezione da raduno rock), tra cantautori, e tutti di area romana, due performer di vena jazzistica, e due interpreti al femminile di provata carriera. Se poi anche le canzoni dovessero rivelarsi di buon livello si verificherebbe un atroce paradosso: un festival di Sanremo che non sembra più se stesso.

Per Fazio il rottamatore un Sanremo tutto giovane

(di Luca Dondoni – La Stampa) Quando al Tg1 delle 13.30 di ieri Fabio Fazio ha annunciato i 14 cantanti che parteciperanno al 63mo Festival della Canzone Italiana di Sanremo qualcuno è caduto dalla sedia dalla felicità, qualcuno ci è rimasto malissimo, qualcun altro ha cominciato a maledire accordi e operazioni politico-discografiche e altri ancora hanno esclamato: «Era già tutto previsto».  Il presentatore ha subito sottolineato la filosofia che ha portato a certe scelte: «Vogliamo che al centro del Festival ci siano qualità e contemporaneità. Sarà un grande festa e ci sarà anche il coinvolgimento come ospiti di altri artisti che hanno fatto grande questa manifestazione». In gara, però, il rottamatore Fazio non a voluto i «classici sanremesi» e ha puntato sui i giovani, dai talent show ma anche cantautori. Ecco, in rigoroso ordine alfabetico, i personaggi e le canzoni che saliranno sul palco dell’Ariston quando la politica deciderà quando indire le prossime elezioni. Per primi gli Almamegretta che militano ormai da anni in un mercato di nicchia. Mamma non lo sa e Onda che vai saranno i titoli delle due canzoni. Da Amiciarriva il talento di Annalisa Scarrone che grazie alla Liguria potrebbe prendere il volo; la sua voce lo merita e lei si presenta con Non so ballare e Scintille. Sempre da un talent, freschissima vincitrice di X Factor 6, arriva a sorpresa anche Chiara Galiazzo con L’esperienza e l’amore, e Il futuro che sarà. La notizia ha raggiunto la 26enne padovana mentre era in diretta su Radio DeeJay con Linus e Nicola Savino; Fiorello ha telefonato per f farle i complimenti. Rimasta senza parole per la sorpresa, Chiara ha avuto solo il fiato per dire a Fiore che da piccola seguiva sempre il suo Karaoke.  A sei anni dalla sua La Paranza Daniele Silvestri torna in riviera con A bocca chiusa e Il bisogno di te. «Già mi piace questo Festival – ha twittato il cantautore dopo aver saputo della convocazione – Tra vecchi amici e grandissimi musicisti ma peccato non sapere quando cacchio sarà»! Altra sorpresa per Elio e le Storie Tese che saranno della partita con Dannati forever e La canzone monotona mentre già da giorni si vociferava di una Malika Ayane seriamente intenzionata a ricalcare le assi di uno dei teatri più famosi d’Italia. Tra l’altro i brani Niente e E se poi le sono stati scritti, testi e musica, da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Una firma importante per una delle cantanti in corsa per il titolo. Forte di un numero incredibile di fan appassionati e padrone di una voce unica Marco Mengoni è un altro che da questa manifestazione potrebbe trarre grandi vantaggi. Sarà in gara con Bellissimo e L’essenziale. Quasi totalmente sconosciuta dal centro Italia in su ma già passata dall’Ariston in coppia con Nino D’Angelo nel 2010 (furono eliminati alla prima serata) Maria Nazionale si propone come la vera outsider con Quando non parlo e E’ colpa mia. Attesissimi i Modà di Kekko Silvestre che hanno già in previsione molti sold-out nei palazzetti di mezza Italia. Al festival per la terza volta porteranno due poesie in musica: Come l’acqua dentro il mare e Se si potesse non morire. Nuovissimi, forti, particolari, forse un po’ troppo per il pubblico di Raiuno, i Marta sui Tubi con i cantanti Giovanni Gulino e Carmelo Pipitone con Dispari e Vorrei; Altro cantautore della scuola romana, Max Gazzè ci farà divertire con Sotto casa e I tuoi maledettissimi impegnimentre è da tenere d’occhio il ritorno del vincitore della categoria Giovani 2010 Raphael Gualazzi.  I suoi due brani sono Sai (ci basta un sogno) e Senza ritegno. Simone Cristicchi che proporrà Mi manchi eLa prima volta ha accolto la notizia della convocazione con un tweet: «Stavo scolando la pasta. Al TG1 hanno detto che vado a #Sanremo. Buon appetito». Infine Simona Molinari che si esibirà in coppia con il talento italoamericano Peter Cincotti. Propone Dr.Jekyll & Mr. Hide e La felicità.  Tra i commenti alle scelte faziane, quello di Mogol è uno dei primi e più sapidi: «A prima vista – ha detto – ha prevalso la popolarità al posto della qualità ma mi riserbo i commenti per quando avrò ascoltato le canzoni. Molti ragazzi dei talent e pochi grandi artisti». Gli viene fatto notare che nella commissione esaminatrice c’è anche un artista come Mauro Pagani e la risposta, secca, non si fa attendere: «Pagani me lo ricordo come ex componente della PFM ma di Fabio Fazio ho sempre pensato fosse un commentatore politico e quindi non so quale sia la sua competenza musicale.

Sanremo spericolato. Zero big e tante sorprese. Fazio sfida il pubblico

(di Paolo Giordano – Il Giornale) Ora almeno una certezza c’è: il cast. Spericolato: non nel senso di Vasco, ma in quello sanremese. Visto che non si sa neppure quando andrà in campo (spostamento possibile causa possibili elezioni), il Festival ha comunque ha annunciato la formazione di quattordici big dopo la solita raffica di indiscrezioni sbagliate (che fine hanno fatto Morgan, Mario Biondi e Cristiano De André?). Li ha annunciati ieri un compitissimo Fabio Fazio durante il Tg1 all’ora di pranzo: «Vogliamo che al centro del Festival ci siano la qualità e la contemporaneità». Sulla carta, l’obiettivo è raggiunto e senz’altro si sente il tocco di Mauro Pagani di fianco alla commissione selezionatrice. Di primo acchito, è un cast (quasi) perfetto per critica e appassionati. Manca l’hip hop (peccato per l’assenza di Nesli). Però manca anche quell’intera generazione sanremese, da Al Bano a Cutugno a Matia Bazar alla Oxa, che faceva dire agli (autoproclamatisi) supergiovani quant’era vecchio e inamidato il Festival. Bye bye: difficile rivedere i «venerati maestri» in gara, anche se è probabile, come ha anticipato Fazio, che «ci sarà il coinvolgimento di artisti che hanno fatto grande il Festival nella sua storia». Un tributo alla memoria. Dispersi di nuovo i cantautori storici: dopo due edizioni a base di Vecchioni, Dalla e Battiato, stavolta non c’è neppure l’ombra di un grande vecchio, absit iniuria verbis. C’è invece la guarnigione di cantautori moderni qui e là ancora «impegnati»: Max Gazzé, Simone Cristicchi, Daniele Silvestri, nel complesso di ottimo livello e, sulla carta, motivati come non mai. Ci sono il rock alternativo e quindi non popolare (Marta sui Tubi, autentici marziani per il pubblico di Raiuno), quello popolare (Modà, favoritissimi) e c’è pure la musica di mescolanza, quella degli Almamegretta riuniti con Raiz nel ruolo di rottura che gli anni scorsi toccò ad Afterhours, La Crus e Marlene Kuntz. Le donne, poi: Malika Ayane porta con sé due canzoni scritte da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro e la brava Simona Molinari arriverà con Peter Cincotti e la sua allure swing. Se poi bisogna parlare di sorprese, beh nessuna lo è più di Maria Nazionale, 43 anni di Torre Annunziata, debutto come neomelodica e poi nomination come migliore non protagonista al David di Donatello per Gomorra. D’accordo che all’Ariston ha già duettato con Nino D’Angelo nel 2010, ma per i maligni, causa Gomorra, stavolta è in quota Roberto Saviano. Mah, talvolta le apparenze ingannano. Infine c’è la pattuglia dei talent show. Nonostante le voci insistenti (e manovrate) era impossibile trascurarla. Marco Mengoni è alla sfida decisiva. La fresca vincitrice Chiara Galiazzo è a quella più pericolosa: ha vinto una settimana fa e già si imbarca (da big) nella prova delle prove per un quasi esordiente.  Invece, dopo il tour de force da giudice, per Elio è un ritorno non solo con Le Storie Tese ma anche sul luogo del misfatto: si dice che nel 1996 con la Terra dei cachi loro abbiano misteriosamente perso il primo posto e quindi si candidano a un vittoria quasi risarcitoria. Tanto per dire, uno dei due brani che canteranno è La canzone mononota, tormentone surreale già dal titolo. Infine c’è Annalisa Scarrone, talento puro di Amici che sorprenderà molti sia grazie al look che alla crescita artistica. Insomma, a parte l’hard rock e il rap, il menu è per tutti i gusti, specialmente per quelli più raffinati (che Raphael Gualazzi non deluderà). Perciò sono big spericolati: qualcuno dovrà dimostrare di esserlo proprio all’Ariston. Però Sanremo è non soltanto il Festival della Canzone. È anche, forse soprattutto, un evento televisivo cui sono appese le sorti di tanta Rai. Piaccia o no, è condizionato dal tipo di telespettatori (su Raiuno l’età media è alta) e dall’appeal glamour dei concorrenti. Per di più, stavolta non ci saranno eliminazioni di cantanti (che arriveranno tutti alla sfida finale del sabato) e quindi il Festival perde quella dose di crudeltà che per sessant’anni ha tenuto alta l’attenzione davanti alla tv. Di sicuro (modello X Factor) il Festival farà il botto sui social network. E anche questo, volenti o nolenti, è un segnale che persino nel tempio più conservatore della nostra musica non si potrà più trascurare.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :