Rating di legalità: opportunità o burocrazia?

Da B2corporate @b2corporate

L’Antitrust il 14 novembre u.s. ha varato il regolamento sul rating di legalità. L'Avv. Massimiliano Bettoni dello Studio legale Mabe ci spiega il regolamento.

Nel regolamento si legge che potranno richiedere l’attribuzione del rating le imprese operative in Italia che abbiano raggiunto un fatturato minimo di due milioni di euro nell’esercizio chiuso l’anno precedente alla richiesta e che siano iscritte al registro delle imprese da almeno due anni.

Il rating avrà un range tra un minimo di una ‘stella’ a un massimo di tre ‘stellette’, attribuito dall’Autorità sulla base delle dichiarazioni delle aziende che verranno verificate tramite controlli incrociati con i dati in possesso delle pubbliche amministrazioni interessate.

Il regolamento per l’ottenimento delle c.d. “stellette” avviene in questo modo.

Per ottenere il punteggio minimo l’azienda dovrà dichiarare che l’imprenditore (o i suoi soci, rappresentanti e dirigenti apicali se impresa collettiva) non hanno ricevuto sentenze di condanna per reati tributari e reati contro la pubblica amministrazione. Per i reati di mafia, oltre a non avere subito condanne, non dovranno essere in corso procedimenti penali.

L’impresa non dovrà inoltre, nel biennio precedente la richiesta di rating, essere stata condannata per illeciti antitrust gravi, per mancato rispetto delle norme a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, per violazioni degli obblighi retributivi, contributivi, assicurativi e fiscali nei confronti dei propri dipendenti e collaboratori. Non dovrà inoltre avere subito accertamenti di un maggior reddito imponibile rispetto a quello dichiarato, né avere ricevuto provvedimenti di revoca di finanziamenti pubblici per i quali non abbia assolto gli obblighi di restituzione.

Tutti i provvedimenti che impediscono l’attribuzione di una ‘stelletta’ dovranno essere divenuti inoppugnabili o confermati con sentenza passata in giudicato.

L’impresa dovrà inoltre dichiarare di effettuare pagamenti e transazioni finanziarie di ammontare superiore alla soglia di mille euro esclusivamente con strumenti di pagamento tracciabili.

Il regolamento prevede 6 ulteriori requisiti che, se rispettati, garantiranno alle imprese il punteggio massimo di 3 stellette. Se ne verranno rispettati 3 si otterranno due stellette.

In particolare le aziende dovranno:

- rispettare i contenuti del Protocollo di legalità sottoscritto dal Ministero dell’Interno e da Confindustria, e a livello locale dalle Prefetture e dalle associazioni di categoria;

- utilizzare sistemi di tracciabilità dei pagamenti anche per importi inferiori rispetto a quelli fissati dalla legge;

- adottare una struttura organizzativa che effettui il controllo di conformità delle attività aziendali a disposizioni normative applicabili all’impresa;

- adottare processi per garantire forme di Corporate Social Responsability; 


 

essere iscritte in uno degli elenchi di fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa;

- avere aderito a codici etici di autoregolamentazione adottati dalle associazioni di categoria.

L’impresa potrà poi ottenere un maggiore punteggio, ai fini dell’ ottenimento delle stellette pari comunque ad un massimo di 3, qualora abbia denunciato all’autorità giudiziaria o alle forze di polizia taluno dei reati previsti dal presente Regolamento, commessi a danno dell’imprenditore o dei propri familiari e collaboratori, sempreché alla denuncia segua poi l’azione penale relativamente ai fatti reato denunciati.

Il possesso dei requisiti, ovvero i requisiti di cui all’art. 2 del predetto Regolamento ,che dovrà essere inoltrata all’ Antitrust dal legale rappresentante dell’impresa, potrà essere fatta in autocertificazione.

L’Autorità, su proposta della Direzione competente, delibera l’attribuzione del rating entro sessanta giorni dal ricevimento della richiesta.

Il rating di legalità ha durata di due anni dal rilascio ed è rinnovabile su richiesta. In caso di perdita di uno dei requisiti base, necessari per ottenere una ‘stelletta’, l’Autorità dispone la revoca del rating.Se vengono meno i requisiti grazie ai quali l’azienda ha ottenuto un rating più alto l’Antitrust riduce il numero di stellette.

L’Autorità pubblicherà sul proprio sito, mantenendolo aggiornato, l’elenco delle imprese cui il rating di legalità è stato attribuito, sospeso, revocato, con la relativa decorrenza.

Se appare abbastanza chiaro il regolamento dell’ Antitrust a cui rimandiamo per completezza, (Regolamento di attuazione dell’articolo 5-ter del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, così come modificato dall'art. 1, comma 1-quinquies, del decreto-legge 24 marzo 2012, n. 29, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 maggio 2012, n. 62.) non abbastanza chiaro appare la reale valenza una volta ottenuta tale stelletta e soprattutto se esso vada a sovrapporsi in modo burocratico alle c.d. white list prefettizie.

 

Le white list con gestione prefettizia, sono, in sintesi,  un elenco di fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori, non soggetti a rischio di inquinamento mafioso, cui devono chiedere di essere iscritti gli esecutori dei lavori oggetto di contratti pubblici e successivi subappalti e subcontratti.

 

Il rating concesso dall'Antitrust, di fatto, rischia di sovrapporsi alle white liste prefettizie, tant'è vero che le imprese comprese nell'elenco dell'Autorità devono già possedere requisiti antimafia ma non devono necessariamente essere iscritte in white liste prefettizie. Se l'impresa che chiede l'iscrizione all'elenco Antitrust è anche giudicata favorevolmente dalla Prefettura, ha diritto ad un incremento di punti. Ma se all'impresa manca l'iscrizione in white list, non si perdono punti.

 

Sperando di evitare duplicazioni burocratiche all’ italiana se il regolamento trovasse riscontro reale  nel suo scopo iniziale, ovvero, come strumento da tenere conto per la concessione di finanziamenti da parte della Pubblica Amministrazioni o per accesso al credito bancario sarebbe uno strumento formidabile per le imprese.

In tal caso sarebbe un eccellente strumento per dare ossigeno a quelle imprese che rispettano le regole ed i principi di legalità togliendo di mezzo dal merito creditizio quelle che non ne hanno i requisiti morali  ed una ragione di più, per le aziende, per implementare o dotarsi di sistemi efficienti di compliance come la 231 (Modello Organizzativo efficiente) e sistemi di sicurezza e prevenzioni infortuni (secondo i dettami della normativa 81/2008).

A cura di Avv. Massimiliano Bettoni