Recuperata all'inizio dell'anno, la serie targata Showtime aveva fatto promettere e sperare in una seconda stagione molto più corposa e allettante, seminando qua e là temi e personaggi che si sarebbero potuti approfondire meglio,e facendo dei primi 12 episodi una lenta e progressiva immersione nel mondo spietato di Ray Donovan.
Tuttofare e risolutore per le star, Ray aveva presto messo da parte i guai in cui i vip da lui protetti si cacciavano per salvare e proteggere la sua famiglia, vuoi dal padre, mina vagante, uscito di prigione, vuoi da un passato che poco a poco era tornato a tormentarlo.
E come si prometteva, come si sperava, i nuovi episodi sono molto più coinvolgenti e adrenalinici, divisi in più trame che si intrecciano e mescolano, mettendo a dura prova i nervi di Ray.
Abbiamo infatti da una parte il padre fuggito in Messico che con la sparatoria nel finale ha messo in dubbio la credibilità dell'FBI, che, capitanata dal volitivo e caparbio Ed Cochran, insabbia il tutto prendendosi ogni merito, e avendo così ogni potere per ricattare la famiglia Donovan e costringendo Mickey a tornare a Los Angeles sbattendolo in una topaia delle peggiori.
Abbiamo poi la giornalista Kate McPherson, arrivata da Boston proprio per fare luce su questa vicenda, in cui sente senza troppi problemi puzza di bruciato, iniziando pericolosamente ad indagare.
Abbiamo anche Bridget, cresciuta e maturata in poco tempo che ricomincia a vedersi con il rapper Marvin finendo tragicamente per essere invischiata in un caso più grande di lei che la mette in pericolo.
Infine, abbiamo gli altri fratelli Donovan, tra chi vuole prendere tutto e scappare, chi cerca di rimettersi in sesto ma con difficoltà, chi non rinuncia a stare con il padre pur venendo di volta in volta ferito.
In tutto questo, Ray si muove nella sua graniticità inscalfibile, risolvendo, correndo, sparando e proteggendo come solo lui sa fare.
Peccato che non basta, il suo lato violento e tormentato è ormai uscito allo scoperto e a rimetterci è il suo matrimonio.
Quello che mancava alla prima stagione, una corposità e uno sviluppo più approfondito, lo ritroviamo così qui, in episodi che con passo sicuro ci portano ad un finale dove tutto quanto promesso accade, dove la vendetta, da piatto che viene servito freddo, viene servito con il calore della rabbia e dell'istinto.
La gara tra attori continua, con il bel Liev Schreiber che è ormai un tutt'uno con il suo personaggio spietato con cui ormai si è entrati in sintonia, e con Jon Voight che gigioneggia, diverte e si diverte lasciando anche noi amareggiati dai suoi tonfi. A brillare meno sono così i personaggi che più spazio avevano inizialmente (gli assistenti Avi e Lena, e anche lo stesso mentore Ezra), o i figli di Ray, che appaiono più pesanti del solito anche se capaci di sciogliere un po' il padre a ritmo di Walk this Way, uno tra i tanti finali perfetti.
Le attese e le promesse sono state quindi esaudite, e se questo è il risultato di un anno di stagionatura, chissà cosa ci riserverà il prossimo.
Guarda il Trailer