A volte faccio dei sogni bellissimi, sovente ispirati dalle notizie che leggo. L’altra notte ho sognato che c’era vita su Gliese 832c, c’era un raggio di luce elettrica, scale scurite, un mare di un blu intenso, più blu di quello terrestre, con rocce marroni e verdastre che affioravano dall’acqua. E c’era un sole con un nucleo rossiccio e una corona giallissima. Momenti rubati ad un quadro che pareva dipingere atmosfere da fine XIX secolo terrestre. Straordinarie.
Fuori dal sogno, Gliese 832c è l’esopianeta più simile alla Terra di cui si sappia. La notizia della sua scoperta non è troppo datata. Ne ha scritto prima il sito PHL (Planetary Habitability Laboratory), dell’Università di Puerto Rico di Arecibo che lavora con la NASA e il SETI Institute e poi è stata riportata da altri luoghi digitali che si occupano di tematiche correlate. Secondo la redazione di sci-news.com, una squadra di astronomi capitanata dal dr. Robert Wittenmyer dell’Università del New South Wales avrebbe scoperto la superterra, battezzata col nome di Gliese 832c, in orbita vicino al confine interno della zona “abitabile” di Gliese 832, una nana rossa già nota anche perché intorno vi gira un freddo esopianeta molto simile a Giove, Gliese 832b.
La nana rossa Gliese 832, collocata nella costellazione Grus, dista 16 anni luce da noi. Il suo sistema solare sarebbe simile al nostro e, secondo gli esperti, qualora la superterra appena scoperta avesse una atmosfera come quella terrestre, la vita avrebbe sostanziali possibilità di svilupparvisi e di sopravvivere. Da qui il mio sogno, immagino.
Ciò che affascina del sogno è l’ideale count-down che richiama alla mente; un count-down iniziato, nella realtà, non troppo tempo fa e che ad un certo punto, sooner or later, porterà gli scienziati ad identificare un qualche “segnale” proveniente dagli infiniti mondi abitati dell’universo. E che quegli infiniti mondi esistano lo dice la matematica, la nuova fisica, la probabilità, il buon senso… “Quanto spazio sprecato, altrimenti!” direbbe invece Carl Sagan che di questi argomenti se ne intendeva.
Certo il First Contact sarebbe meglio in forma di una nostra visita stile Stargate-Atlantis sui mondi alla Gliese 832c, l’opzione Independence Day, au contraire, potrebbe trasformare il sogno in incubo in a blink of an eye. Cavoli amari intergalattici, insomma, come non bastassero quelli terrestri!
Rina Brundu
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Per gli appassionati dell’argomento, pubblico, qui di seguito, e sempre estrapolando i dati dal sito PHL, il catalogo degli esopianeti finora scoperti e potenzialmente abitabili con una selezione prudente e una selezione “ottimista” degli stessi.
Featured images, dalla Rete e dai siti menzionati.