Reach for the Sun – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 02/03/2014

PC TESTATO SU
PC

Genere: Casual, Strategia

Sviluppatore: Filament Games

Produttore: Filament Games

Distributore: Digital Delivery

Lingua: Inglese

Giocatori: 1

Data di uscita: 06/05/2013

VISITA LA SCHEDA DI Reach for the Sun

È un titolo casual-formativo Manca di varietà e profondità

Adatto a tutti Ripetitivo

Parlare di indie richiede una conoscenza sempre più ampia del media videoludico. Se, difatti, molte produzioni cercano di essere originali, tante altre radicano le loro basi a titoli di decadi fa, ma se c’è un settore indie che è praticamente sconosciuto ai più è quello dei titoli formativi, ossia dei videogiochi pensati e sviluppati per intrattenere e fornire spunti di conoscenza ed educazione a questa o quell’altra materia. Reach for the Sun rientra pienamente in questo genere ed il lavoro di Filament Games per questo va valutato in maniera diversa del solito, tenendo conto di più variabili. Sicuri che non tutti i videogiocatori capiranno questo piccolo grande dettaglio, probabilmente perché vedono il videogioco come fonte di intrattenimento fine a se stesso, procediamo con l’analisi del prodotto.

IO, TU E… LE PIANTE!

Reach for the Sun, come detto in apertura, cerca di far conoscere qualcosa di particolare al suo giocatore; in questo caso, quello che è il ciclo vitale delle piante, la riproduzione e la nutrizione delle stesse. Affianco a delle nozioni che i più conoscono, troviamo una serie di piante con altrettanti upgrade e modalità di gioco che vi spiegheremo di seguito. Partendo dal fatto che il titolo di Filament Games è sì formativo, ma fa uso di un sistema di gioco tipicamente casual e caratterizzato da una difficoltà sostanzialmente bassa, la patch 1.2 rilasciata da pochi giorni ha apportato varie modifiche al titolo; modifiche che hanno influenzato la nostra valutazione in maniera positiva. Sono state difatti introdotte una nuova modalità di gioco, la Strategy Mode, ma anche le api per la fase di impollinazione ed una nuova pianta. Superato il tutorial, che ha la funzione di indirizzarci al prodotto e di farci capire come muoversi una volta iniziata una partita, è possibile notare subito una serie di interessanti sintesi riguardanti la fotosintesi clorofilliana e le sostanze nutritive di cui le piante hanno bisogno; la sezione Almanacco del resto serve proprio a questo. Due le modalità di gioco: la Classic e la Strategy mode. Cosa cambia? Il metodo di raccolta delle sostanze nutritive, che è automatico nella modalità Strategy mentre ci sarà bisogno di cliccare su radici e foglie in quella Classic; la fotosintesi clorofilliana, che porta ad un consumo automatico di acqua nella modalità strategica, e a stagioni scandite da un timer nella modalità Classic, entro cui le piante moriranno per il sopraggiungere dell’inverno. Questo è quanto, anche se per completezza bisogna anche dire che la modalità strategica permette l’utilizzo di due ulteriori upgrade come l’innaffiatoio ed il fertilizzante, non disponibili nell’altra modalità che invece è munita di accessori quali una paletta e le mantidi. Gli upgrade, quattro in totale, ci aiuteranno nel percorso di crescita e di difesa delle piante: paletta, innaffiatoio e fertilizzante per precisione e crescita, oltre che nutrizione più veloce ed appropriate, le mantidi per la difesa da animaletti dannosi alla nostra coltivazione. Come per le piante di cui parleremo a breve, questi oggetti andranno acquistati in cambio di semi: si passa dai 5 ai 10 semi richiesti per una paletta o del fertilizzante, ai 20 e 30 per l’innaffiatoio e le mantidi; quantità di semi considerevoli, che dovremo ottenere compiendo più tornate sul titolo, in modo tale da arrivare alla quantità richiesta.

Cinque le tipologie di piante, o meglio, di fiori: girasoli, orchidee, fiori di lillà, fiori di zucca e fiori dei fichi d’india. Ognuna di queste varianti si differenzia dalle altre per due specifiche: la prima è la difficoltà via via crescente per la loro crescita, dalla facilità di un girasole all’enorme difficoltà di quella dei fiori di zucca; la seconda riguarda il numero di semi richiesto per l’acquisto delle varianti: appena un seme per il girasole e via via a crescere, toccando i 35 semi richiesti per il fiore del fico d’india. Non ci vuol molto a capire cosa questo significhi: aumento della longevità e della rigiocabilità, in modo tale che si arrivi allo sblocco di ogni varietà di pianta, così come accade per gli accessori sopraccitati. Altrettanto facile è capire quale sia lo scopo del gioco: oltre ad imparare semplici concetti, dovremo fare in modo che il processo di crescita, nutrimento e riproduzione avvenga in maniera perfetta, in modo tale da raccogliere un tot numero di semi da utilizzare, poi, come vera e propria moneta utile per gli acquisti di cui sopra. Una attenta gestione delle sostanze nutritive presenti nel terreno, una crescita opportuna in cui dovremo bilanciare il numero di radici e quello delle foglie, quindi la difesa da animaletti pericolosi per la vita della pianta, si tradurrà in successo. In caso contrario, la nostra pianta morirà anzitempo e non raccoglieremo nessun seme. L’esperienza di gioco rimane comunque semplice e per certi versi superficiale, in quanto le varietà di fiori non portano varietà al gameplay, quindi nessuna nuova meccanica introdotta, che è un po’ il limite di Reach for the Sun. Tecnicamente non possiamo lamentarci di nulla: le grafiche son pulite e fluide, i colori brillanti e gli effetti sonori ben campionati, ma la sola disponibilità in lingua inglese ne limita il suo voler esser “titolo formativo” alle sole persone che conoscono appieno la lingua; tutti gli altri sono difatti tagliati fuori. Per un prezzo di poco meno di cinque euro, non ci sentiamo però di considerarlo come un difetto, sia per la natura indie del progetto e sia per la quasi assente diffusione e lo scarsissimo interesse verso titoli di questo genere nei territori del nostro paese.

IN CONCLUSIONE
A Reach for the Sun manca soprattutto la varietà che, anche in una produzione da meno di cinque euro, serve a far sì che il divertimento non finisca appena passata la prima ora di gioco. Il titolo va però inquadrato in un contesto diverso dal solito: si tratta di un prodotto casual-formativo, adatto a tutti, ma che potrebbe trovare grande interesse soprattutto nei più piccini o in chi ai giochi hardcore non s'è mai avvicinato e non ha intenzione proprio di farlo. Un po' di profondità in più avrebbe garantito all'impianto di gioco una longevità maggiore e, probabilmente, una valutazione un pelino superiore a quella che ci sentiamo di dare. ZVOTO 6.5
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