Premessa: la League Cup quest’anno si chiama Capital One Cup: prende il nome dello sponsor. Anni fa, era la Littlewoods Cup, dal nome di una banca. Un po’ come la nostra Tim Cup – Coppa Italia. Le analogie con la nostra coppetta però si fermano qui. Da noi, il primo turno di Coppa Italia è un’agonia per giocatori, dirigenti, tifosi. Gli ingredienti sono sempre i soliti, e fino alle semifinali comprendono ampio turnover (allargato ai giovani della primavera), partite noiose, stadi vuoti. Martedì sera, a Reading, i tifosi dell’Arsenal erano almeno un migliaio. Certo, i 50 chilometri che separano Islington, quartiere roccaforte del tifo Gunners, dalla cittadina di Reading, non sono poi gran cosa. Ma il fascino della competizione ha fatto in modo che il Madejski Stadium andasse esaurito.
La partita è andata oltre le migliori previsioni. A fine primo tempo, il Reading conduceva 4-0. Walcott accorcia le distanze nel recupero della prima frazione, anticipando l’estremo difensore in uscita. Nella ripresa segna di testa Giroud, ed è il segnale che qualcosa di incredibile sta succedendo. L’impresa dei Gunners si completa all’ultimo respiro: Koscielny fa 3-4 all’89°, Jenkinson ribatte in rete il tiro di Walcott e manda la sfida ai supplementari. Dove succede l’impossibile: Chamackh fa 5-4, ma Pogrebnyak pareggia al 116°. Rigori? Neanche per sogno. Magia di Walcott al 121°, 7-5 ancora di Chamack due minuti dopo. Pura leggenda.
Andrea de Polo