Vista la propria innata simpatia, su pressione dei numerosi parenti e dei figli partecipa alle selezioni per il Grande Fratello. L'attesa della telefonata della produzione, che dovrebbe comunicargli di essere stato scelto come concorrente, diventerà ossessione. Reality, ultimo lavoro di Matteo Garrone, racconta il vuoto di una società che ha perso il senso della realtà. Garrone non si limita alla lezioncina facile facile ma dimostra di conoscere alla perfezione i meccanismi mentali di una consistente fetta della nostra società, quella che al banchetto di nozze invita, spendendo somme considerevoli, il concorrente del Grande Fratello pensando di essere chic; che si lamenta delle tasse ma fa la coda per l'ultimo modello di telefonino, che vive in case fatiscenti e mal tenute ma che non rinuncia a spendere i pochi soldi che possiede per cafonesche unghie finte. Con queste premesse, la prima parte del film si rivela un horror sociale di rara bellezza, di chirurgica precisione quando si tratta di descrivere la psicologia dei protagonisti, raccontata non con fiumi di parole, ma quasi esclusivamente attraverso le immagini. Garrone è capace di far capire chiaramente non solo quello che ci mostra, ma mette lo spettatore nella condizione di sapere (immaginare) come si comportano i personaggi fuori dallo schermo: cosa guardano in Tv, come votano, cosa mangiano, come fanno l'amore. Il Grande Fratello è solo un pretesto per raccontare la vita vera, quella dell' italiano teledipendente, che tende a sostituire la propria esistenza fatta di ignoranza, sacrifici e rinunce (non necessariamente) con una più confortevole fatta di lustrini e pailettes.
Vista la propria innata simpatia, su pressione dei numerosi parenti e dei figli partecipa alle selezioni per il Grande Fratello. L'attesa della telefonata della produzione, che dovrebbe comunicargli di essere stato scelto come concorrente, diventerà ossessione. Reality, ultimo lavoro di Matteo Garrone, racconta il vuoto di una società che ha perso il senso della realtà. Garrone non si limita alla lezioncina facile facile ma dimostra di conoscere alla perfezione i meccanismi mentali di una consistente fetta della nostra società, quella che al banchetto di nozze invita, spendendo somme considerevoli, il concorrente del Grande Fratello pensando di essere chic; che si lamenta delle tasse ma fa la coda per l'ultimo modello di telefonino, che vive in case fatiscenti e mal tenute ma che non rinuncia a spendere i pochi soldi che possiede per cafonesche unghie finte. Con queste premesse, la prima parte del film si rivela un horror sociale di rara bellezza, di chirurgica precisione quando si tratta di descrivere la psicologia dei protagonisti, raccontata non con fiumi di parole, ma quasi esclusivamente attraverso le immagini. Garrone è capace di far capire chiaramente non solo quello che ci mostra, ma mette lo spettatore nella condizione di sapere (immaginare) come si comportano i personaggi fuori dallo schermo: cosa guardano in Tv, come votano, cosa mangiano, come fanno l'amore. Il Grande Fratello è solo un pretesto per raccontare la vita vera, quella dell' italiano teledipendente, che tende a sostituire la propria esistenza fatta di ignoranza, sacrifici e rinunce (non necessariamente) con una più confortevole fatta di lustrini e pailettes.
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