"Si ravvisa una situazione preoccupante laddove c'e' una forte carenza di personale: su 20 studenti universitari vi e' un solo membro del personale; quando nel 1990 il rapporto era di 13:1. Questo rapporto e' di 12:1 nelle scuole superiori e di 16:1 nella scuola primaria. Il rapporto tra studenti e staff accademico e' ridicolo!"
Tutti penserete che sono le parole di un leader dell'Onda studentesca all'indomani della famigerata divulgazione del Decreto Gelmini e dei tagli indiscriminati all'istruzione pubblica e all'Universita' italiana; invece si tratta delle dichiarazioni di John Morschel presidente dell'ANZ (Australian and New Zealand Banking Group), la quarta banca australiana, la prima neozelandese. Tutto cio' stupisce ancor di piu' se il palcoscenico della discussione e' l'Australian and Deutsche Bank Business Leaders Forum svoltosi a Sydney ieri.
Cio' vuol dire che i presidenti delle maggiori banche australiane e tedesche si riuniscono in un Forum e di che cosa discutono? Di universita', di istruzione?! A guardare i banchieri italiani il che risulta alquanto anomalo. Come potrebbero risultare bizzarre le dichiarazioni del presidente della NAB (National Australian Bank), una delle "fab4 bank" australiane, nonche' presidente della Woodside, una delle piu' grosse compagnie petrolifere australiane con sede a Perth. Ma che cosa dice Michael Chaney? Sostanzialmente afferma che e' assurdo pensare che esista un tutor per 25 studenti, quando si era abituati ad averne uno per ogni 8-10. Secondo il banchiere-petroliere quello della carenza di personale nelle universita' e' un problema serio che deve essere affrontato stanziando maggiori finanziamenti e non facendo ricadere il peso sugli studenti. Effettivamente il nuovo Governo di Julia Gillard e del suo vice Kevin Rudd, gia' primo ministro; ha previsto lo stanziamento di 4,5 miliardi di dollari australiani (circa 3,33 miliardi di euro) destinati all'Universita'. Ma tali fondi saranno spesi soprattutto per infrastrutture a discapito del resto. Le preoccupazioni sono esacerbate, inoltre, dalla caduta del mercato degli studenti internazionali che rappresentano il 16% delle entrate del settore. "Possiamo vedere, inoltre - insiste Chaney - un effettivo abbassamento degli standard educativi e della valutazione delle nostre universita'. Questo e' il maggior problema per il futuro del Paese". A sentire Mr. Chaney non si crederebbe alle proprie orecchie, se non fosse per il fatto che quest'ultimo non ricoprisse anche la carica di Magnifico Rettore della University of Western Australia. Insomma il signore qui presente rappresenta un bel conflitto di interessi: banchiere, petroliere, rettore universitario. A ben vedere sarebbe inimmaginabile - infatti - pensare un Tronchetti Provera, un Moratti o un Della Valle rettori universitari e sensibili ai temi dell'educazione; piuttosto che inclini a gestire squadre di calcio e a fare il tifo dalle tribune degli stadi. E' piuttosto difficile, per giunta, che remino contro inimicandosi il Governo Berlusconi su "faccenducole" come la scuola; al massimo possono rilasciare dichiarazioni critiche al Giornale su dossieraggi nei confronti del Presidente della Camera, per poi rischiare loro stessi dossieraggi sulla propria pelle e telefonare impauriti a un faccendiere per appianare le divergenze. Faccenducole che in Australia diventano "il maggior problema per il futuro del Paese". Ma e' ancor piu' sorprendente ascoltare Chaney dire: "Non vogliamo universita' per ricchi, a meno che non si vada a vivere a Hong Kong e Singapore": chissa' come Chaney prenderebbe i costanti tagli alla scuola pubblica e le agevolazioni alle scuole private cattoliche o agli istituti universitari privati legati alla Confindustria di Italiana memoria rinvigoriti dal Governo Berlusconi?