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Reato di tortura nel codice penale italiano? Il rischio è la strumentalizzazione politica nei flussi migratori

Creato il 10 maggio 2012 da Iljester

Reato di tortura nel codice penale italiano? Il rischio è la strumentalizzazione politica nei flussi migratori

Sommariamente l’introduzione nel nostro ordinamento del cosiddetto reato di tortura può essere considerato un aspetto positivo. I problemi però inizierebbero a sorgere quando (e se) dovrà essere formulato il fatto di reato, ovvero la condotta che integra l’illecito penale. Perché, a questo punto, il rischio che la norma penale possa trasformarsi in uno strumento politico ad hoc in mano agli opportunisti del buonismo è molto alto.

Faccio però una premessa. In verità, nel nostro ordinamento esistono già norme che in un modo o nell’altro “suppliscono” alla lacuna legislativa. Parlo delle norme sui maltrattamenti, la riduzione in schiavitù o più semplicemente le lesioni fisiche e la violenza morale e fisica. A questi vi è da aggiungere i reati di stupro sia nei confronti di maggiorenni che di minorenni. Il tutto condito con la eventuale aggravante del fatto commesso in concorso con più persone oppure tramite un’associazione a delinquere e/o di stampo mafioso.

Non si può pertanto dire che in Italia non vi sia sufficiente copertura penale per i fatti di tortura. Il problema perciò, quando e se si proporrà la norma, sarà quello di circoscrivere la condotta criminosa e stabilirne esattamente i confini. Il motivo è ovvio: il pericolo è che una norma troppo generica o comunque non sufficientemente specifica (o pericolosamente ideologica), comporti alla fine l’utilizzo strumentale della stessa per incriminare associazioni, enti o autorità che svolgono il difficile ruolo di regolazione dei flussi migratori, e dunque che miri al fin fine a rendere illegittimi i centri di identificazione dei migranti irregolari e a ottenerne la chiusura con la conseguenza pericolosa di un flusso incontrollato di persone non identificate sul territorio nazionale.

Del resto, a sentire i vari opinionisti entusiasti della prospettiva di una introduzione di un siffatto reato nel nostro ordinamento, pare essere questa la non confessata intenzione. La Commissione per i Diritti Umani, non a caso, auspica la positivizzazione del reato di tortura proprio in ragione di uno studio sulle attività e lo stato di carceri e centri di identificazione permanente. Il che induce a essere cauti e precisi sulla previsione del reato in questione. Poiché se è sempre bene punire qualsiasi fatto illecito che violi i diritti umani, è altresì bene evitare che determinate istituzioni che affrontano la immigrazione irregolare e la delinquenza straniera (spesso con gravi disagi, carenza di personale e strutture) non siano facile preda degli opportunismi politici dei buonisti radicali e di chi poco si interessa del benessere dei cittadini italiani e della sicurezza nazionale in vista dell’ottenimento di un facile consenso elettorale ovvero in ragione del perseguimento ideologico di un fine solo apparentemente positivo.

di Martino © 2012 Il Jester

 


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