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Rebetiko Gymnastas: Capossela e la Grecia degli Abbandonati

Creato il 28 settembre 2012 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Rebetiko Gymnastas: Capossela e la Grecia degli Abbandonati

Per Vinicio Capossela è tempo di bilanci. Si è appena concluso il tour estivo Rebetiko Gymnastas – Esercizi allo scoperto, ispirato all’ultima fatica musicale, probabilmente l’opera più caratteristica del cantautore italiano e l’unica con una nazionalità, quella greca. Come lo stesso titolo suggerisce, il disco di Capossela è una ginnastica di protesta, un esercizio di ribellione e identità che nell’anno delle Olimpiadi acquisisce un significato particolare. Abbandonate le suggestive e maestose melodie del precedente album, Marinai, profeti e balene, l’artista propone e riscopre una Grecia diversa, più folkloristica e popolare. E lo fa attraverso il rebetiko, un genere della musica ellenica nato nei bassifondi della società greca ed utilizzato dai reietti per dar voce ai propri disagi e cantare le proprie abitudini. Se in Rebetiko Gymnastas è la Grecia, con le sue sonorità vorticose e travolgenti, a divenire la protagonista assoluta, in Marinai, profeti e balene la celebrazione e la sublimazione della penisola ellenica è un espediente per qualcosa di più grande, una ricerca filosofica di grande levatura morale. Da Melville a Céline, da Omero a Dante, dalla Bibbia a Conrad, il precedente cd di Capossela è un trattato sonoro di filosofia morale ed etica sociale, le cui vicende narrate offrono spazio a innumerevoli quesiti. Ulisse, il capitano Achab, Billy Budd, l’Aedo e gli epici racconti di cui sono protagonisti o narratori cedono il passo agli emarginati della società greca e alle loro canzoni sulla povertà, la prigione, la prostituzione, le storie d’amore e i problemi sociali. Rebetiko Gymnastas è quindi un lavoro di stampo civile e politico. Tuttavia Capossela non ci regala un album interamente inedito, ma offre alla tradizione greca otto dei suoi successi ai quali però affianca quattro brani originali.

una immagine di Copertina di Rebetiko Gymnastas 2012 620x620 su Rebetiko Gymnastas: Capossela e la Grecia degli Abbandonati

I bellissimi Abbandonato e Rebetiko Mou sono penetranti urla di dolore, intense testimonianze di uomini/donne dimenticati e costretti ai margini della società, la cui unica àncora di salvezza è rappresentata dalla musica. I cosiddetti “abbandonati alla vita” meritano un riscatto che è al tempo stesso sociale e artistico, e regalano a chi li ascolta note emotivamente travolgenti. Accanto a capolavori come Scivola via, Morna e Non è l’amore che va via, per l’occasione arrangiati in chiave rebetika e completamente reinventati, Capossela ci regala inoltre un’ammaliante versione di Misirlou, brano divenuto famoso in tutto il mondo grazie al film Pulp Fiction di Quentin Tarantino. Forse non tutti sanno che la colonna sonora del capolavoro tarantiniano è in realtà un’antica canzone popolare greca dedicata a una donna egiziana. Il brano più famoso della Trilogia Pulp è in effetti una canzone d’amore di tipo folkloristico a cui Capossela e il rebetiko restituiscono la propria carica passionale. L’album è quindi un viaggio nella tradizione greca, non quella epica e mitologica omaggiata nel precedente lavoro e da sempre amata dal cantautore, ma quella più tetra e caotica in cui prevalgono le leggi dell’irrazionalità. La patria della civiltà moderna, del teatro e della filosofia, da sempre fondamentale modello politico e culturale, diventa adesso la voce dei reietti, o degli abbandonati per dirla alla Capossela. Ecco perché Rebetiko Gymnastas è un disco estremamente attuale e profondamente emblematico.

una immagine di Vinicio Capossela Foto di Isabella De Maddalena 620x871 su Rebetiko Gymnastas: Capossela e la Grecia degli Abbandonati

Lo stesso cantautore sottolinea l’importanza di dar voce alle proteste, alle paure e alla disperazione del popolo greco causate dalla crisi economica: «Quello che succede in Grecia oggi è esemplare perché quel paese è spesso un laboratorio che anticipa i tempi». Esiste quindi la speranza che la penisola ellenica possa diventare il principio di qualcosa di più grande, che quel malessere diffuso e cantato possa essere l’inizio di una nuova civiltà, come è successo in passato. La Grecia ferita e abbandonata diventa il simbolo di un’emarginazione più ampia, quella voluta e cercata dal sistema economico mondiale. Non è un caso che l’intero album si chiuda con una sorpresa, la rivisitazione in duetto italo-ellenico della canzone Come prima di Tony Dallara. Il brano, che allo stesso tempo rievoca una situazione passata e ne anticipa una futura, contiene il messaggio di Capossela e dà a quel come prima, più di prima ti amerò contorni inaspettati. Rebetiko Gymnastas, un album fatto di strade, polvere, caverne, vino, fuoco e passione carnale, può essere considerato il perfetto successore di Marinai, profeti e balene: se il primo è un lavoro terrigeno ed estremamente mondano, il secondo è invece un’opera sospesa tra cielo e mare, tra aria e acqua e ricco di elementi spirituali. I due dischi sembrano quindi essere complementari, e nella loro fusione la musica di Capossela assume nuovi connotati. Il cantautore ha inoltre inciso l’album negli storici studi Sierra di Atene ed è stato accompagnato da alcuni dei musicisti di rebetiko più importanti della Grecia: Manolis Pappos al bouzuki, Ntinos Chatziiordanou alla fisarmonica, Socratis Ganiaris alle percussioni e Vassilis Massalas al baglamas. Oltretutto Capossela ha realizzato con il regista Andrea Segre un documentario sulla Grecia di oggi, vagando tra le taverne, i suoni e la disperazione di un paese strangolato dalla crisi; l’incontro con il mondo ellenico, dal mito alla letteratura, dalla musica alla politica, dalla poesia all’attualità documentata, è quindi divenuto completo.


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