Rec (di Jaume Balagueró e Paco Plaza, 2007)

Creato il 22 luglio 2013 da Frank_romantico @Combinazione_C

Quando Rec uscì nei cinema una manciata di anni fa (2007) in un certo senso divenne simbolo di due cose: il ritorno nelle sale di film girati con la camera a spalla (dopo il film evento The Blair Witch Project nel 1999 e l'antesignano Cannibal Holocaust nel 1980) e il rilancio dell'horror spagnolo a livello internazionale. Strano che le due cose coincidano, potremmo definirle simbolo degli eventi o della piega che un certo tipo di cinema aveva preso in quegli anni. Rec esce nelle sale lo stesso anno di un altro film evento, il Paranormal Activity che ha monopolizzato le attenzioni e inaugurato un franchising. E nonostante si tratti in entrambi i casi di mockumentary, le differenze tra i due film sono incolmabili.
Angela è una reporter che lavora per il programma notturno "Mentre Dormi", incaricata di seguire per una notte un gruppo di pompieri in compagnia del fidato cameraman Pablo. Lo scopo del servizio è mostrare il difficile lavoro dei vigili del fuoco e l'occasione arriva in seguito ad una chiamata in un condominio di Barcellona. Solo che non si tratta della solita emergenza e, soprattutto, dei soliti pericoli.
Girato dai registi Jaume Balagueró ePaco Plaza con un budget di 1,5 milioni e in gran segreto nella città di Barcellona, Rec fu presentato per la priva volta fuori concorso al 64ª Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Da lì in poi fu un numero impressionante di successi, il remake americano brutto e inutile e l'inizio di una serie sul punto di concludersi con il quarto ed ultimo capitolo.Niente male per un film che non sembrerebbe riservare nulla di nuovo ma che in realtà sorprende e riesce in quello che l'horror contemporaneo sembrava non essere più capace di fare: spaventare. E non parlo dei classici spaventi telecomandati di un cinema finto e artificiale ma di un sorprendente crescendo di tensione che mette a dura prova i nervi dello spettatore. 

Un gran traguardo insomma, soprattutto considerando il tema e lo sviluppo estremamente lineare della trama. Perché in Rec c'è il classico tema degli zombi, abusato da almeno una quarantina d'anni a questa parte, che dovrebbe essere venuto a noia non solo agli horror maniaci ma a tutti gli spettatori in genere. Anzi, a dirla tutta, in Rec il tema zombiesco viene plasmato su quelli che sono i canoni di un altro tipo di cinema dell'orrore, quello appunto tanto caro al regista Balaguerò. Gli ingredienti in effetti ci sono tutti: un condominio, un campione di umanità contaminato da una malattia sociale, l'esagerazione iperbolica e il citazionismo cinematografico. Per questo il tema della pandemia zombi viene fuso con quello della possessione demoniaca e viene dato più spazio alla componente umana che a quella "action", seppur presente, o a quella splatter (comunque ricca).
Ovviamente quando si parla di cinema horror si finisce per cadere nel campo del soggettivo: la paura non è una costante matematica, quel che spaventa me può non spaventare qualcun'altro. E lo stile di ripresa, nonché la linearità del narrato, tendono a rendere Rec un film che spaventa soprattutto ad una prima visione per poi perdere di forza a quelle successive. A me ha terrorizzato e continua a far paura, forse me ne farà sempre. Niente male per un b-movie la cui dimensione originale è quella casalinga: guardatelo da soli, al buio, magari con le cuffie alle orecchie. Probabilmente anche voi ne uscirete terrorizzati.


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