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Recensione: "247° F" (con dissertazione sulle Costanti)

Creato il 04 febbraio 2014 da Giuseppe Armellini
Certo è strano che il giorno dopo la morte del tuo idolo ti metti a vedere un filmetto horror (cosa che poi non
è in realtà).
Sarebbe stato più sensato non veder nulla.
O magari vedersi qualcosa di bello.
Magari qualcosa proprio con PSH.
Il fatto è questo.
Circa una settimana fa spiegavo a un mio amico (che dalla faccia sembrava non capirmi) come per me sia importante vedere i film horror.
Attenzione, io non amo i film horror.
Amo vedere i film horror, è differente.
Gli spiegavo che era una cosa consolidata dentro di me, che ci ero abituato sin da quando da piccolo lo facevo con i miei 3 fratelli. Non sono riuscito a convincerlo mi pare.
Perchè non ho avuto il tempo di spiegargli Le Costanti.
Le Costanti sono quelle cose che non è importante che siano belle o brutte, giuste o sbagliate, divertenti o dolorose, Le Costanti sono quelle cose che ci devono essere, che si sono sempre state.
Perchè se non ci sono tu ti senti meno sicuro, la vita ti si può destabilizzare, c'è qualcosa che non torna, c'è un senso di smarrimento, c'è qualcosa che ti manca.
Può essere anche un piatto tremendo che ti fa tua madre. Ma te l'ha sempre fatto.
Può essere il sorriso di una persona che ogni tanto devi vedere.
Può essere una sbronza che ogni tanto devi prendere.
Può essere andare in un luogo specifico, anche se non ha niente di importante.
Ma se la mamma non ti fa più quel piatto, se quella persona non ti sorride più, se non ti fai più una sbornia o non vai più in quel posto qualcosa ti manca, l'ordine delle cose ti sembra essersi perso.
Vedere i film horror è la mia Costante, la cosa che faccio da anni che mi fa credere che tutto sia sempre lo stesso, che la vita abbia dei suoi punti fermi, un fil rouge emotivo che non si rompe mai.
E allora mi sono visto sto film. Come mi vedo tutti gli altri di questo genere.
Ormai il tempo per la recensione è un pò limitato, peccato perchè 247°F è tutt'altro che brutto.
attenzione, spoiler devastanti
Partirei con una battuta.
Per una volta potevano tradurre il titolo originale in italiano, non avrebbero fatto male.
Invece che 247°F avrebbero potuto chiamarlo 120°C (Celsius), no?
Comunque, come detto, affatto male questo piccolo film.
Che poi horror vero e proprio non è, magari ha il mood dei film del terrore ma le dinamiche sono assolutamente da drammatico puro. Per questo lo apprezzo tanto. E' un film molto umile, che non cerca lo shock o le scene assurde, segue un suo percorso che più di una volta ti fa credere che scivolerà verso il cinema de paura ma che invece resta sempre coerente. Persino nel finale.
Il titolo si riferisce alla temperatura di una sauna. Dove rimangono rinchiusi 3 ragazzi. Per colpa di un 4° un pò brillo che li chiude dentro per sbaglio.
Funziona un pò tutto.
I 4 attori se la cavano alla grande, molto naturali, specie i due ragazzi.
I dialoghi sono anch'essi naturali, mai sopra le righe nè troppo banali.
La costruzione della vicenda è molto intelligente, con quell'iniziale vai e vieni dalla sauna al lago per poi restare solo poi dentro la prima. Anche tutte le vicende all'interno della sauna bloccata (circa 1 ora dell'ora e 20 del film) sono alquanto verosimili. Si tenta anche una caratterizzazione dei personaggi abbastanza credibile, specie della ragazza timida. Forse si esagera un pò in questo senso ma sempre in maniera affatto pacchiana.
La regia è ovviamente abbastanza "bloccata" ma muove la macchina benissimo, specie in una panoramica della stanza dopo la chiusura sauna e nella ricostruzione di come sia successo il blocco.
Alla fine il film è il "contrario" (freddo-caldo) del discreto Frozen, che se da un lato era forse più "emozionante" dall'altro presentava molte più situazioni inverosimili.
Ad un certo punto ho creduto al solito giochetto del tutto immaginato, e in un certo senso questo era, ma con un escamotage alla The Descent assolutamente riuscito.
E' indubbio un netto calo di tensione poco dopo la metà e il personaggio del ragazzo brillo dopo un pò rischia di esser esagerato nei suoi (non) comportamenti.
Arriva poi il finale che mi dà la conferma della genuinità dell'operazione (in un film horror sarebbero morti tutti o quasi tutti).
E quella lacrima, misto di sopravvivenza e amicizia ritrovata, è una piccola e bella cosa, la firma a qualcosa di ben fatto.
Per chi ama gli "horror" della gente rinchiusa (vero e proprio sottogenere ormai) credo che ne valga davvero la pena.
Film georgiano, pensa te.
Magari noi...
( voto 6,5 )

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