Recensione a basso costo: Luna, di Julie Anne Peters
Creato il 05 settembre 2013 da Mik_94
Ciao
a tutti, amici lettori. Oggi, la recensione di un gioiello di young
adult che desideravo
leggere
da un bel po'. Arrivato nel 2010 in Italia, ormai si trova nelle
librerie a soli € 9,90. Questa volta, devo ringraziare la mia amica
Stefania, del blog I miei sogni tra le pagine, per avermelo regalato
tempo fa. Un abbraccio a tutti voi e buona lettura, M.
Eravamo
pianeti ai lati opposti dell'Universo, in orbita intorno a un sole
morente.
Titolo:
Luna
Autrice:
Julie Anne Peters
Editore:
Giunti Y
Numero
di pagine: 383
Prezzo:
€ 9,90
Sinossi:
Regan, fin da piccola, ha sempre saputo che suo fratello Liam era
diverso dagli altri. Liam ha sedici anni. È alto, bello, muscoloso e
corteggiatissimo ma la verità è che si sente una ragazza
intrappolata dentro un corpo da ragazzo. Regan è l'unica condividere
questo segreto con Liam - o Luna come preferisce farsi chiamare - che
ogni notte in camera della sorella si trasforma con trucchi e vestiti
da ragazza nel suo alterego femminile. All'insaputa dei genitori, una
madre troppo occupata nella sua professione di wedding planner e un
padre frustrato da un lavoro rutinario, Regan si trova da sola a
dover aiutare e sostenere il fratello (quasi una sorella) nel
difficile percorso verso la trasformazione. Ma anche per Regan è il
momento del cambiamento e quando, durante una lezione di chimica, un
ragazzo appena trasferito nella sua scuola, si accorge di lei,
insieme ai primi turbamenti del cuore arrivano anche le complicazioni
che l'avere un fratello trans comporta...
La recensione
“Si
trattava di mio fratello. Lui era il buco nero del mio universo. Mi
stava succhiando la vita. Era come se una forza mi spingesse verso di
lui e io non potessi farci niente. Liam era laggiù, in fondo al
buco. Eravamo insieme là in fondo.”Sin dall'infanzia, Regan custodisce un segreto che, croce
sul cuore, ha promesso non rivelerà mai a nessuno. Camera sua, di
notte, è messa a soqquadro da una misteriosa visitatrice che nessun
altro membro della famiglia O'Neill sarebbe lieto di conoscere.
Un'eccentrica e colorata tromba d'aria che stravolge la sua stanza e
la sua vita allo scoccare della mezzanotte, quando cala il buio, gli
occhi di tutti si chiudono, le persiane e le barriere si abbassano,
il sole cede il posto alla sua argentea metà e ai suoi eserciti
luminosi di stelle. Regan viene svegliata ora da pianti, ora da
risate giulive, e, messi i piedi giù dal letto, lei che non si
trucca per pigrizia e che detesta con tutto il cuore i pigiama party
tra adolescenti, assiste alla nascita di Luna: una ragazza che, come
la Odette di Il lago dei cigni, può essere sé stessa solo di
notte; una ragazza che non esiste. Una persona che, come la luna da
cui ha preso il nome, risplende di vera luce, nei cieli della vita,
solo quando tutti sprofondano sui loro cuscini e nei loro sogni. Il
resto del giorno muore dentro. Perché fingere equivale a stare male.
La pazza, volitiva, vanitosa e solare Luna è la migliore amica che
Regan abbia. L'unica che possa sperare di avere, in una vita in cui
lei, i suoi trucchi, i suoi vestiti dorati di paillettes e il suo
indicibile segreto prosciugano il suo tempo libero, smantellano i
suoi rapporti, pesano sulla sua coscienza come macigni. Ma lei le
vuole bene ugualmente, anche se si sveglia tutte le mattine con le
borse sotto gli occhi e anche se, per tutti quegli snervanti vai e
vieni notturni, la sua camera è diventata un porto di mare e la
parola privacy ha perso qualsiasi significato, al pari del
tanto sopravvalutato termine normalità. Luna è suo fratello.
L'anima femminile intrappolata in un guscio vuoto che i suoi
genitori, sedici anni prima, hanno scelto di chiamare Liam. Un
ragazzo bello, affabile, geniale, dal sorriso caldo e dai modi
gentili, che tutte le ragazze del suo liceo vorrebbero accanto, come
incarnazione del fidanzato perfetto da sfoggiare tra le loro
invidiose coetanee; un ragazzo che non esiste e non è mai esistito.
Sospeso tra due sessi, con un'essenza seppellita viva sotto capelli
corti e pomo d'Adamo, Liam vive la sua transizione mentre nessuno
guarda e il resto del mondo lo ignora platealmente. Regan – che
combina solo disastri su disastri, che prende brutti voti in chimica,
che vive attraverso gli altri – ha il potere di vederlo realmente.
Potere che non fa di lei una perfetta maga incantata, ma una perfetta
sorella assonnata. Una sorella perfetta: l'aggettivo basta. “Una
creatura bellissima e fragile che dispiega le ali e vola via. Ma nel
caso di Liam, la farfalla era costretta a richiudere le ali e a
rinfilarsi nel suo bozzolo ogni giorno. Ogni singolo giorno, era
costretto a diventare il guscio di sé stesso.”
I
loro ricordi scritti in corsivo e le loro emozionanti storie fanno
del romanzo di Julie Anne Peters uno young adult che è un trionfo.
Luna è tutto ciò che un
libro per ragazzi dovrebbe essere; dà tutto ciò che un romanzo per
adolescenti dovrebbe dare: meta vincente a cui questo genere
letterario per grandi e piccoli avrebbe dovuto puntare, con orgoglio
e umiltà, da parecchi anni a questa parte. Persi tra triangoli
amorosi, ragazzi bellissimi e viziati, creature soprannaturali e
frivoli capricci, si è finiti per perdere di vista i tanti elementi
essenziali ed importanti di cui, fortunatamente, Julie Anne Peters mi
ha fatto riscoprire la bellezza e la profondità perdute, con una
vicenda che intrattiene facendo pensare e che fa pensare
intrattenendo. E magnificamente, aggiungerei. Una lettura piacevole
non dev'essere per forza slegata da un tema attuale, le esigenze del
cuore possono essere conciliate con quelle della mente e,
soprattutto, gli adolescenti hanno il sacrosanto diritto di essere
trattati con lo stesso rispetto degli adulti. La saggezza esiste
anche a sedici anni, e qualcuno, ogni tanto, può insegnartela. Poi
toccherà a te diffonderla, insegnarla, insieme al rispetto e alla
comprensione, a chi dice che non esiste ormai più. La forza delle
parole di quest'autrice dicono al lettore esattamente questo, chiaro
e tondo. Io le ho sentite in ogni pagine, forti e chiare. Il suo è
un romanzo originalissimo, ma che barcolla su un campo minato, lungo
un percorso di cui si ha paura, spesso, ad indovinare i passi che
verranno. Impacciato ed elegante al tempo stesso, su tacchi troppo
alti per piedi troppo grandi, schiva luoghi comuni, banalità,
buonismi, kleenex umidi che – quando si parla di vita vera e non di
finzione – è meglio lasciare allo Sparks di turno.
E' una
realistica, cinica, irriverente e coraggiosa commedia borghese,
inscenata sullo sfondo dell'umanità tutta. Pirandelliana, quasi, nel
suo continuo e necessario indossare e togliere maschere. Tematiche
simili, riflessioni sulla diversità, sull'identità, sulla
sessualità e il cambiamento le avevo trovate, prima d'ora, solo nei
formidabili e sorprendenti romanzi di David Levithan. Tuttavia, in
Ogni giorno, e ancora
di più nello spassoso Will ti presento Will,
avevo avuto l'impressione che l'autore vivesse in un mondo molto
distante dal nostro. Un mondo certamente più bello e colorato, ma in
cui la diversità, non essendo percepita come tale, ma come un altro
aspetto della normalità in sè, era affrontata con una dolcezza che,
in una realtà grigio fumo e piena di ottusità come quella che
conosciamo in tanti, era più propria di una splendida e auspicabile
utopia. La penna di Julie Anne Peters è feroce e pungente come
poche, aspra e sincera. Ci sono fiere e fiere di sentimenti, non
spicci sentimentalismi. Dà a Regan acume, lingua lunga, ironia, una
voce narrante piena di fascino inesplorato. Lo sguardo attento di chi
inciampa nei suoi stessi piedi e capitombola a gambe all'aria durante
il primo appuntamento, ma che ha occhi per guardare ciò che è vero
e il carattere per mettere alla berlina ciò che non va. Mentre sua
madre s'imbottiva di pillole della felicità e pensava al benessere
di tante famiglie ad esclusione della sua, mentre il padre si
chiudeva nel silenzio forzato di chi, dentro, è buono, ma un po'
ignorante, Regan mette insieme i pezzi di una famiglia disastrata e
di un fratello a pezzi, che odia e ama a giorni alterni. Non è
facile stare dietro alla vita segreta di Liam. Lui sa essere egoista
in maniera snervante, detestabile, folle nella sua ricerca della
libertà. La sua Luna ha le ciglia lunghissime, ha i fianchi più
stretti di quelli di Regan, la femminilità – paradossalmente –
che quell'adolescente piccola e insicura che va inciampando ovunque
non avrà mai. S'invidiano a vicenda. E Regan odia quando Luna si
procura le occhiate storte dei passanti, quando le scopre nuovi
lividi sulla schiena colpita dai bulli, quando decide di condividere
la sua verità con gli altri durante la colazione, quando tutti
ridono di lei. No, non è per vergogna: Regan ha solo paura che quel
suo fratello nato nel corpo sbagliato soffra. Anche se è più
piccola di lui, quello che ha sempre voluto è proteggere la sua
reale natura dall'incomprensione altrui. Proteggere Liam da sé
stesso. E' questo che commuove: leggere dell'amore incondizionato,
ubriaco, odioso, viscerale, invidiabile e autentico che Regan sente
per quella persona che ha i suoi stessi geni. Un amore che, al
contrario di quello che possono provare una mamma e un padre, ama
comunque vadano le cose, senza aspettative: fedelmente, come quello
tra i personaggi delle opere liriche che la giovane protagonista
adora da sempre. Eroico, arrogante, fiducioso e costruttivo il
finale. Liberatorio, con i due fratelli – ormai due sorelle – che
liberano a vicenda le loro ali, troppo a lungo immobili sotto il
tetto delle loro taciute debolezze. Luna è
un romanzo da leggere, almeno una volta nella vita. Per capire che
non c'è nulla da capire. Gli americani, per descriverlo, userebbero probabilmente il termine "moving" - "che emoziona", "che smuove qualcosa".
“Avevo
capito. Finalmente avevo capito. Dovevo lasciare che cambiasse anche
me. Era necessario perché riuscissi ad accettare Luna davvero, a
sostenerla, a vedere in lei una persona reale.”
Il
mio voto: ★★★★
Il
mio consiglio musicale: Katy Perry – Firework
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