Recensione: A fior di pelle

Creato il 24 giugno 2015 da Miriam Mastrovito @miriammas
Titolo: A fior di pelle 
Autrice: Sophie Jackson 
Editore: Fabbri 
Pagine: 464 
Prezzo: 15,90 Descrizione: Dopo aver assistito all’omicidio di suo padre quando era solo una bambina, Kat da anni sogna il misterioso ragazzo che l’ha salvata dal fare la stessa fine. Ora, a 24 anni, Kat insegna letteratura inglese in carcere, per onorare la memoria del padre, un sognatore prestato alla politica. In carcere, i demoni di Kat sembrano risvegliarsi, soprattutto
quando incontra Wes, un detenuto problematico, pericoloso almeno quanto affascinante e carismatico. Tra loro cominciano presto a esserci scintille, soprattutto quando Wes riconosce in Kat la bambina che ha salvato tanti anni prima…
L'autrice: SOPHIE JACKSON, insegnante di liceo inglese, mai avrebbe pensato di diventare una star internazionale. Ha iniziato a scrivere per gioco, pubblicando A fior di pelle su un sito di fanfiction di "Twilight", fino a che è stata travolta dalle richieste delle lettrici prima e dalle offerte degli editori poi.
La mia recensione:
Era solo una bambina Kat quando ha assistito all’omicidio di suo padre, massacrato di botte in un vicolo buio. Di quella orribile notte ricorda la paura, l’immenso dolore, il senso di impotenza, ma soprattutto la stretta del suo salvatore: un ragazzino sbucato dal nulla che l’ha presa con sé e l’ha portata al sicuro, per poi svanire alla stessa velocità con cui è apparso. Un parto della sua fantasia: così parenti e conoscenti hanno sempre etichettato il misterioso ragazzo, mettendone in dubbio l’esistenza, ma lei  è certa di non averlo sognato. E lui, che non è affatto frutto di un sogno, di quella orribile notte ricorda lei e i suoi capelli profumati di pesca, il desiderio di rimanerle accanto e il senso di vuoto provato nel momento in cui ha dovuto lasciarla per fuggire via. Un amore platonico ma bruciante rimasto vivo per ben sedici anni. Un lungo tempo in cui Kat e Carter si sono costantemente cercati senza trovarsi mai, fino a che lei non finisce a insegnare in un carcere e si ritrova di fronte proprio il suo eroe… Lo ammetto, mi sono invaghita subito di questa idea così come della trama del romanzo che sembrava promettere un alto tasso di emozioni misto a qualche scarica di adrenalina, giacché il modo in cui veniva presentato lasciava presagire anche qualche svolta thriller. La verità è che le mie aspettative sono state completamente disattese in corso di lettura perché A fior di pelle si è rivelato essere tutt’altro rispetto a ciò che immaginavo. I brividi e l’alta tensione sono del tutto esclusi da una trama che rimane marcatamente romance dall’inizio alla fine, eludendo vere e proprie complicazioni e scivolando senza grandi intoppi verso il prevedibile happy end. Tuttavia non è stato questo a deludermi, poiché il genere non mi dispiace; il vero problema è che questo libro non è riuscito a coinvolgermi né a emozionarmi. Le premesse per una storia d’amore travolgente e travagliata, di quelle che procurano forti palpitazioni e commuovono fino alle lacrime, ci sono tutte, ma l’autrice sembra aver scelto la strada più semplice – nonché la più banale e la meno realistica –  fra le tante percorribili a partire da lì. Lei stessa dissemina il plot di spunti interessanti, fornendoci a tratti l’illusione che la storia possa finalmente ravvivarsi. D’altra parte, visto il contesto in cui sboccia l’amore fra i due protagonisti, non è difficile presagire una serie di complicazioni: Kat è ufficialmente l’insegnante di Carter  e questo esclude che possano avere una relazione senza incorrere in sanzioni e problemi; lui è un criminale recidivo, anche una volta fuori dal carcere continua a frequentare persone invischiate in giri loschi, inoltre ha nemici persino nella sua stessa famiglia; nel passato di entrambi si annidano scheletri e traumi irrisolti… insomma, considerato il background, viene quasi spontaneo prefigurarsi una relazione ricca di ostacoli al punto che, personalmente, ho letto l’intero libro in un continuo stato di attesa. Attendevo che accadesse davvero qualcosa che desse una sferzata al romanzo riaccendendo il mio entusiasmo, però niente di tutto ciò è avvenuto. Ecco, la delusione finale è determinata proprio dal fatto che, in realtà, non accade niente. Di tutti gli ostacoli possibili, l’unico piccolo intralcio all’amore di Kat e Carter si scopre essere rappresentato dalla madre di lei che, per ovvie ragioni, non è entusiasta della scelta della figlia, per il resto tutto fila liscio come l’olio. Dalla prima all’ultima pagina ho avuto la sensazione di un volo soffocato sul nascere, di una bellissima storia in boccio che si avvita su se stessa per oltre quattrocento pagine ma che, purtroppo, non decolla.


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