Il sesso, si è capito, fa vendere. Uno psicologo di New York sostiene che il sesso ci fa stare bene, ed è per questo che si prova il desiderio. Può agire come antidepressivo. Può provocare un senso di tristezza, depressione post-coitale. Allevia il dolore. Influisce sulla memoria. Riduce lo stress. Favorisce il sonno.
Per quanto mi riguarda, la storia di Julia B. Williams potrebbe farne a meno. Non manca nulla. Fabula e intreccio non sempre coincidono. Analessi posizionate a regola, nel regime del rispetto del mostrare, non raccontare. Colpi di scena e un finale che ti lascia l’amaro in bocca e il desiderio di sapere cosa succederà dopo.
Greta Mantovani non è una ragazza come tante, proprio per questo Adriano Altieri, bello, arrogante e sul punto di sposarsi, perde la testa per la giovane irlandese, indipendente e anticoformista. L’attrazione tra i due è incontenibile, ma Adriano è vittima delle minacce della moglie, a conoscenza di un segreto che oscura il passato dell’uomo.
Adriano dovrà rinunciare a Greta, ma dimenticarla non sarà così semplice.
Il sesso in Frammento di noi è una digressione che mi ha disturbata. Un po’ come quando sono presa dalla scrittura e sul più bello mia madre suona alla porta perchè vuole che le offra un caffè. Senza contare i cliché che sapevano più di sfumatura che di frammento.
Molti errori. Solita storia, editori che spacciano per editing la pura impaginazione. Peccato.
Tre stelle a questo romanzo.
Tutta colpa del solito sesso.
Angela Gagliano
22 Luglio 2015