Ho sposato uno struzzo, dunque. Il titolo fa subito venire in mente l’animale in questione e la sua caratteristica di nascondere la testa sotto la sabbia. Da qui il detto per cui quando una persona non vuole vedere le cose per quello che sono si comporta come uno struzzo. A dire la verità questo detto si rispecchia solo per metà nel romanzo appena letto.
Anna è la protagonista della storia, una ragazza come tante con alle spalle una relazione finita. Ha perso il lavoro e deve sbarcare il lunario con un’occupazione part-time che però non le permette di vivere degnamente. La incontriamo alle prese con i conti, per l’appunto, quelli che deve fare per riuscire a pagare la rata del mutuo, le bollette e far scappare qualche risparmio per riempire il frigorifero che piange miseria. Poi, il colpo di fortuna. Anna trova un portafogli con la somma che le servirebbe per non affliggersi con le scadenze mensili, ma non se la sente di tenere per sé quei soldi, decide così di restituire tutto al proprietario, tale Arturo Bonomi.
Chi mai può aspettarsi che la vita cambi di punto in bianco solo per una semplice azione?
Arturo invita la ragazza a uscire per ringraziarla e scocca l’amore. Un amore che corre veloce verso una meta stabilita: il matrimonio.
Nel frattempo Anna conosce l’amabile signora Tina che si rivelerà un appoggio fondamentale in ogni momento della sua vita futura. L’anziano signora è praticamente coetanea della zia di Anna che lei è stata costretta, a causa degli impegni lavoratici, a mettere in una casa di riposo. Sarà un’amicizia forte e davvero importante questa fra le due donne, se pur appartenenti a generazioni differenti.
Ma torniamo al nostro magico amore. Anna e Arturo si sposano, ma si sa, non è tutto oro ciò che luccica e ben presto la ragazza dovrà fare i conti con la personalità complessa del marito. Quelle manie che, all’inizio appaiono innocenti, pronte invece a diventare bombe a orologeria. Arturo è paranoico, soffre di ossessioni. Tutto deve essere in ordine perfetto, lindo e sistemato e solo questo riesce a tenere calma la mente disturbata di Arturo.
Ѐ qui che Anna si comporterà un po’ come lo struzzo, nascondendo spesso la testa sotto la sabbia per non voler riconoscere la gravità dei disturbi di Arturo. Ma non vogliamo raccontarvi tutta la storia, dovrete conoscerla da soli leggendo il romanzo!
Veniamo alle opinioni post-lettura.
Il romanzo è ben scritto per essere un’opera a quattro mani, non si sentono stacchi nell’iter narrativo, non si avverte mai il passaggio di consegne per il continuo della vicenda. A dire la verità, se non si sapesse che le due sorelle sono coautrici, si potrebbe tranquillamente pensare a una sola mano che redige il testo.
Le ambientazioni sono ininfluenti per la storia, gran parte delle vicende avvengono fra le mura domestiche e le ragazze sono brave a farci vivere l’immagine di una casa immacolata dove nemmeno uno spillo risulta fuori posto. Na casa dove non si sente segno di vita, dove tutto è immobile e immutato.
Anna è un personaggio che dovrà fare i conti con se stessa da inizio a fine libro. Non sarà il coronamento di un sogno d’amore a farla crescere, quanto piuttosto la consapevolezza che, al contrario di quanto credeva, sarà in grado di camminare con le proprie gambe.
Un difetto che si può riscontrare è che le vicende si susseguono troppo rapidamente e questo fa perdere un pochino di credibilità alla storia perché risulta poco probabile che nel giro di qualche giorno due persone si innamorino a tal punto da decidere di sposarsi senza nemmeno conoscersi!
Nonostante questo però il libro si legge davvero piacevolmente. Ѐ un romanzo che ci porta a riflettere su diversi aspetti della personalità e che mette in luce quelli che possono essere i comportamenti maniaco compulsivi e le reazioni a essi collegati.
Non dovete farvelo mancare. Leggetelo perché solo gli struzzi nascondono la testa sotto la sabbia!