Recensione a “Il negoziato del numero 47” di Francesca Cappelli

Creato il 31 ottobre 2015 da Soleeluna

Recensione

Succedono cose molto insolite nell’edificio posto al nr. 47 di Via del Giglio, della cittadina di Caseggi, nella Val di Iora,“un posto buono per gli spiriti”. La gente pare impazzire e un intero isolato si riempie di spiriti vaganti, di folletti, di spettri, di fantasmi. E la colpa di tutto ciò sarebbe la improvvisa collera di un fiume, che cova vendette secolari, pronto a spazzare via un’intera cittadina. A complicare ulteriormente la già convulsa situazione piombano anche tre capricciosi Spiriti Superiori, tre déi ben determinati a imporre la loro “divinità”, senza limiti e senza etica.

A fronteggiare forze soverchianti un manipolo sparuto d’umani, in una riveduta riproposizione della più classica delle lotte impari, nuovi Davide contro inconsueti Golia, in cui, per l’ennesima volta, “un essere minuscolo di fronte alla fine di tutto non fugge e non vacilla”. E’ un variopinto doppio mondo sovrapposto quello fantasioso e imprevedibile descritto dalla musicista-scrittrice Francesca Cappelli, nel suo romanzo urban-fantasy, “Il Negoziato del nr. 47”, intriso di magia, di incantesimi, di eroismo, di sacrificio e di amore. Un mondo grottesco, zeppo di “infestanti”, “un mondo dentro al mondo”, con gli esseri umani ben descritti nella loro superficialità, insensibilità e piccolezza. Eppure capaci di commuoversi (e di commuovere), persino di fronte ad un pugno di note struggenti, incompiute, di una canzone. La trama del romanzo si snoda attorno a due curiose e drammatiche trattative che si dovrebbero sbrogliare in una dozzina di giorni: quella con il fiume Iora, per placarlo dalle sue cruente intenzioni; e quella con gli Spiriti Superiori, che desidererebbero guadagnarci dall’inondazione a scapito degli uomini, per potenziare le loro forze. Il negoziatore prescelto sarà la giovane operaia Sara, tanto introversa e scontrosa quanto capace del più intenso coraggio, altruismo e sprezzo del pericolo. Proprio l’audacia e la temerarietà della giovane, affiancata da alcuni amici incontrati nel bailamme di quei giorni spasmodici, saranno decisivi nel fronteggiare le entità superiori.

È un romanzo più che discreto: simpatico, gradevole, veloce, ritmato, mai stanco, né troppo scontato o caotico. Non pare affatto giocare nell’ambito scomodo della moralità (con gli uomini che meriterebbero una nuova sorta di giudizio universale); e neppure nell’agone ambientalista (con il fiume infuriato per il trattamento parassitario o apatico degli umani). Forse avrebbe necessitato di qualche pennellata in più di una vernice “horror”, visti i tanti spiriti che si aggirano per Caseggi, alcuni dei quali grotteschi ma altri ben più sanguinari; e magari anche di qualche momento di maggior suspense, soprattutto nelle frenetiche ore dell’uragano e della esondazione stizzosa del fiume. Ma sono peccati veniali e la trama risulta avvincente e piacevole. Eccellenti le caratterizzazioni dei personaggi umani.

Molto interessante l’idea di personalizzare e caratterizzare un fiume, che prende forma e caratteristiche ben individuabili.

Giancarlo Chiarenza


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