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Recensione a “Morbosità e cinema: un secolo di storie turpi”, un salto nel mondo del sesso

Creato il 05 marzo 2016 da Soleeluna
cinema

Recensione

Sotto il nome di Giulio De Gaetano, musicista e compositore dedito all’heavy metal e alle colonne sonore e Melania Colagiorgio, traduttrice ed insegnante, troviamo il compendio “ Morbosità e cinema”.

Una mistura di cinema in rassegna, tra sesso e perversioni varie, che gli autori si offrono di elencare soffermandosi in special modo su opere che hanno suscitato scandali, in un periodo cinematografico che si estende dal 1932 ai giorni nostri. Autori che per la prima volta nella storia cinematografica, anzi letteraria si sono posti l’obiettivo di parlare di un tema non così nascosto come lo si credeva.

L’opera si articola in capitoli e sottotitoli allusivi che mettono in rassegna, quasi come in una sfilata di alta moda, i film che hanno scosso gli animi del dopoguerra. Su questa scia troviamo analisi psicologiche delle opere come L’uomo dal braccio d’oro di Otto Preminger (1955), incentrato sulla tossicodipendenza, Nodo alla gola di Alfred Hitchcock o Improvvisamente l’estate scorsa (1959) di Joseph L. Mankiewicz, che nascondono un sottile quanto chiaro messaggio omosessuale, richiami dunque a tematiche difficili da mettere in luce. O film come La ronde (Francia, 1950), arrivato in Italia come Il piacere e l’amore, dove un vortice di relazioni illecite arieggia alla base del film tra sarte concupite da mariti cornuti e militari adescati da prostitute, argomenti spigolosi, intrecci di coppie ed esplosioni delle stesse che costringono Max Ophüls a continui rimaneggiamenti. E così via in un salto di storia e secoli attraverso film incentrati su temi velati che si arrestano al 1999, anno in cui Internet ha rivoluzionato anzi stravolto l’uso delle pellicole, dilatando e storpiando ampiamente il significato di morbosità ed erotismo.

Tutto con internet è diventato semplice,  estirpandoda libri e cinema l’intrigo, il desiderio, la violenza. Un libro, questo, basato sull’esempio freudiano del sesso come vertice della psiche umana di cui il cinema diventa la più veritiera delle rappresentazioni degli unici input, soldi e sesso, che fanno ruotare ancora il mondo. Il libro in questione non è solo una rappresentazione del sesso, delle fantasie celate in ogni essere umano, ma vuole porsi anche come summa di culture in merito a questo tabù, infatti viene preso ad esempio il cinema erotico giapponese e coreano. Mentre il cinema giapponese ha sviluppato una cultura dell’hard, pulita e ammiccante, la situazione si diversifica nella Corea del Nord dove la dittatura e la crisi economica degli anni sessanta ne ha mutato le geopolitica e di conseguenza il loro approccio a tematiche come la droga e il sesso, infatti film come Bad guy sono auto esplicativi.

Un libro che è un manuale che allarga gli orizzonti intellettuali su temi che dal 1932 in poi hanno invaso intere generazioni, con la differenza che oggi questi argomenti sono distorti e senza un’adeguata educazione.

ROSANNA SANSEVERINO


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