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Uscita: 14 Febbraio 2015Sinossi:Due mondi così diversi, due anime sole che stanno per incontrarsi.
Sofia è l’ultima discendente della famiglia spagnola degli Alvarez. Da anni vive segregata in un villa a Firenze. Non esce quasi mai di casa, dalla finestra della sua camera spia il mondo esterno. Lo sogna, lo desidera, e al tempo stesso lo odia. Ma soprattutto detesta la Sofia di Sinistra. Così chiama quella parte del suo volto rimasto sfigurato a causa di un incendio divampato nel giardino della villa quando era solo una bambina. Un gioco stupido con il fratello Alejandro, un piccolo fuoco acceso vicino a una sterpaglia secca. Conseguenze terribili, che hanno cambiato per sempre il suo futuro. Perché in quel giardino Sofia non ha perso solo la perfezione della bellezza, ma anche suo fratello Alejandro.
Lorenzo vive invece nella periferia di Firenze con il padre. All’età di otto anni ha contratto una terribile malattia degenerativa che, giorno dopo giorno, l’ha reso cieco. Da allora il mondo di Lorenzo è diventato un chiaroscuro di luci e ombre che vibrano al suono della musica. La musica, infatti, è la sua sola ragione di vita. Il violoncello l’unica voce.
Un giorno, Lorenzo e Sofia si incontrano nei giardini di Boboli, proprio di fronte alle statue di Adamo ed Eva. Si conoscono, stringono amicizia. Giorno dopo giorno, il loro rapporto si trasforma in qualcosa di più profondo e complicato. Un sentimento perfetto e inviolabile. Un amore cieco e sincero.
Ma il mondo che li circonda, il desiderio di vedere al di là delle ombre e godere della bellezza sono una tentazione troppo grande capace di incrinare persino quell’Eden d’amore…
“Perché quando si ha la fortuna di trovare la nostra anima gemella e la perfezione di un Eden, irrimediabilmente sentiamo il bisogno di spingerci oltre, di valicare i limiti, di ottenere ciò che non possediamo? Perché siamo costantemente attratti dall'ambizione di gettarci nel buio invece di rimanere nella luce di ciò che abbiamo?”
Potrei sottotitolare questo romanzo con: “A lezione di filosofia di vita secondo Francesco Falconi”. L’autore sceglie di esplorare esistenze tormentate ed estreme, perché siano emblema di valori e significati attuali. Con originalità, sensibilità e capacità evocativa intensa, Falconi illustra la metafora del Peccato Originale in un’ottica moderna. Eva è Sofia, rimasta sfigurata in un incidente, mortale per il fratello. Un evento tragico che l’ha traumatizzata nel profondo e che ha sfaldato la famiglia. Adamo è Lorenzo: cieco, orfano di madre, affronta la vita con determinazione e sfoga la sua voce interiore nella musica. L’amicizia e l’attrazione sono inevitabili. Lorenzo è l’unico che può “vedere”, amare e accettare Sofia per ciò che è. Il Serpente tentatore è Samuele, amico d’infanzia di Sofia (sarà un caso che la famiglia presenta come stemma un ramo con una mela?). Il Paradiso viene interpretato con sfumature diverse. È un luogo fisico: la prigione sofferta ma dorata di villa Alvarez e il suo cortile, in cui è rappresentato l’Albero della Vita. Ma è anche il luogo simbolico dell’amore puro, della serenità e della felicità assolute.Il Peccato è cedere alla tentazione di volere di più, nonostante Sofia e Lorenzo abbiano già tutto. E così “la bellezza di un volto e l’adulazione degli occhi” si traducono nel lasciarsi andare alle lusinghe e alla vanità, all’apparenza degli inganni e delle falsità.
“La bellezza è il peccato, la vista il suo tormento.”
Sofia e Lorenzo saranno costretti a confrontarsi con gli errori di valutazione. Dovranno ritrovare la loro essenza e imparare a saper cogliere la verità, attraverso la consapevolezza di sé e della realtà. La psicologia dei personaggi presenta una caratterizzazione solida. Falconi ha il pregio di mostrare, piuttosto che descrivere, il loro mondo, il temperamento, le volontà distorte, il percorso complesso e sofferto. Mi ha colpito la madre di Sofia: un concentrato di bisogno di controllo, affetto e odio verso la figlia, dolore. Gli scontri verbali tra madre e figlia sono epici: rivelano la personalità di entrambe. È evidente l’intenzione dell’autore di non spiegare alcuni dettagli, perché siano lasciati all'interpretazione del lettore. “Adam&Eve” è un romanzo di narrativa, ma io ho colto elementi paranormali, con una analogia marginale con il precedente “Gray”. Schegge di dimensione onirica che riflettono l’evoluzione dei protagonisti. Mi sfugge il significato di alcuni personaggi particolari. Nonostante questa minima insoddisfazione, ho apprezzato la scelta di affidare la chiave di lettura al lettore.Ho trovato il prologo e il finale intensi. Mi ha divertito la battuta in cui l’autore si prende in giro bonariamente.L’intreccio con la musica e con l’arte arricchisce la narrazione. Per me, che adoro la musica classica e sono attratta dall'arte, è stato bello immergermi nelle sensazioni evocate.Lo stile di Falconi è inconfondibile e ammetto che ne sono affascinata. In una parola: graffiante. Ha il potere di coinvolgere e di trascinare nei valori trasmessi, nelle esistenze e nei tormenti dei personaggi.Una lettura straziante ma suggestiva, allegorica e attuale, che emoziona e colpisce con forza. Come questo estratto:
“L’ambizione è ciò che stimola l’uomo a vivere le proprie emozioni. A non abbandonarsi all'inerzia … Ma l’ambizione, se imbocca un vicolo sbagliato, porta all'insoddisfazione. All'infelicità, Lorenzo. Dobbiamo capire la bellezza delle cose che ci circondano, accettarle, capirle … Il futuro si costruisce. Con la costanza. Con il desiderio di sentirsi infine realizzati … Devi scegliere liberamente … Hai creato un equilibrio perfetto, in un giardino meraviglioso e incontaminato. Ma la felicità non ha fondamenta.”