RECENSIONE Un pugno nello stomaco. Quasi completamente fuori etichetta per la collana in cui è uscito, Aftertime è un romanzo di ambientazione post-apocalittica crudo, quasi brutale, una dystopian fiction ricca di dettagli – umani, scientifici, naturali – originali e mutuati da autorevoli antesignani, e un romance sui generis la cui storia d’amore protagonista è quella che lega Cass alla sua piccola Ruthie, la figlia di tre anni.
“Conosceva intimamente i tanti volti della negazione, dai primi sussurri che ti consentono di dare alla verità una sfumatura che ti si addice maggiormente, alle profondità più disperate in cui sei pronto a barattare la tua salute mentale con una versione della realtà che ti consenta di sopravvivere un altro giorno.”Potente il background post-apocalittico; interessante e premonitiva la nascita di compagini umane – dittatoriali, religiose, d’intrattenimento –; profonda la dimensione introspettiva di una protagonista piegata più e più volte dalla vita (come dice lei stessa, sta affrontando la sua terza vita), ma che fa appello a ogni grammo di volontà e forza per ricongiungersi alla sua bambina.
L’intera narrazione è segnata da una drammaticità ed un’intensità che scorrono come acque violente e torbide lungo il profondo solco tracciato dal crudo realismo di eventi, morti, follie ed eroismi. Lo stesso realismo con cui l’autrice racconta la storia d’amore, spoglia di batticuori e sogni romantici, determinata dalla situazione e consapevole di questa circostanzialità, così come delle proprie debolezza e precarietà; e proprio per questo così capace di far vibrare il cuore del lettore. Lo stesso realismo, infine, con cui l’autrice descrive la struggente disperazione di una madre che, in un mondo devastato in cui bisogna rifuggire dall’atroce destino riservato a chi viene catturato dalle Carcasse e imparare a diffidare degli stessi umani sopravvissuti, non sa dove si trovi – e con chi – la sua bambina, e se sia ancora viva.
Il romanzo è la storia di un rinascita. Della Terra, dell’umanità, della protagonista. Ma dove la Terra sa guarire se stessa e tornare alla vita, l’uomo invece prende strade errate e spaventose e la protagonista avanza spaesata e incerta, più spesso inciampando che raggiungendo una meta.
“Le cose che aveva sofferto… in un certo senso credeva l’avessero prosciugata di ogni vitalità, che le avessero portato via non solo speranza e fiducia, ma anche quello, il desiderio primordiale di essere riconosciuta. Di essere appagata. Di eccedere. Questa volta era diverso dalle migliaia di amplessi disperati consumati nel retro della sua roulotte, sui sedili posteriori dell’auto nei parcheggi dei locali, in motel da due soldi, in piedi nei vicoli o contro le macchine. Quella era una dichiarazione di vita.”Impoverisce purtroppo un libro altrimenti molto buono una prima parte (almeno 50/60 pagine!) talmente confusa e fumosa tra anticipazioni, informazioni trattenute, salti temporali, rivelazioni parziali, da indurre a credere o che manchino nell’edizione italiana frasi o interi brani, o che l’autrice fosse molto incerta e disorientata quanto la sua protagonista nel muovere i primi passi nel mondo da lei stessa creato. Con un finale a più ampio respiro e conclusivo, il romanzo avrebbe conquistato maggior pienezza; invece l’autrice ne propone uno incisivo ma ermetico, che concede poca soddisfazione e apre al libro successivo della serie che, per necessità narrative, imporrà nuove difficoltà e nuovi drammi, rimandando di almeno altri due romanzi l’happy ending già sufficientemente agognato in questo primo viaggio di ripetuti e ben assestati colpi al cuore.
AFTERTIME SERIES