Autore: Margaret Powell
Pagine: 192
Prezzo: 16,50 euro
Editore: Einaudi
Trama
Il mondo diviso tra i saloni sfolgoranti e i piani bassi della servitù, la lotta di classe a colpi di tazze di tè, i pettegolezzi e le tragedie nel racconto sulfureo di una cuoca a servizio dell'aristocrazia inglese negli anni Trenta. La voce ironica e acutissima di Margaret, già aiuto-cuoca a soli quindici anni, racconta il mondo di "loro" e "noi". Dei ricchi aristocratici degli anni Trenta e dei domestici che lavorano nelle case dei facoltosi signori e i loro frivoli salotti e stanze da letto.
Per la serie "cerco libri brevi ma carini", eccomi qui a parlarvi delle mie impressioni su "Ai piani bassi", romanzo di 150 pagine circa, che mi ha tenuto compagnia per qualche serata.
Il romanzo racconta la storia di una ragazzina che nei primi decenni del 900 "va a servizio" giovanissima e che conosce le regole imposte alla servitù. Lei racconta, tra alti e bassi, le sue esperienze negli scantinati delle case degli aristocratici più abbienti d'Inghilterra.
La fascetta che hanno appiccicato al libro dice che il romanzo ha ispirato downtown abbey, una bellissima serie tv andata in onda su rete quattro non molto tempo fa. Ovviamente la fascetta mente perché non ho trovato una cosa che fosse simile al telefilm. Insomma, sono ambientati in Inghilterra più o meno nello stesso periodo, poi stop, non ho trovato nient'altro che li accomuna. Quindi lettori, partite dal presupposto che il romanzo sia una cosa e il telefilm un'altra (pur essendo entrambi belli). Chiarito questo punto, passo al romanzo che, nonostante la brevità, mi ha davvero colpita per lo stile scorrevole e interessante dell'autrice. Mi ha davvero stupito, non mi aspettavo questo livello di coinvolgimento. Tutta la narrazione ruota intorno all'evoluzione lavorativa della protagonista: da ragazzina a donna adulta, da sguattera, ultima nella gerarchia dei servitori di famiglie abbienti, a cuoca affermata ed in gamba. La protagonista racconta in modo pungente e critico il mondo che deve vivere ogni giorno: quello di serva in case di ricchi che la trattano come un soprammobile. Mi ha colpito lo spirito davvero molto calzante che è presente in tutto il racconto e soprattutto la consapevolezza della servitù di essere sottopagati, sfruttati e controllati quasi come degli schiavi in alcuni casi. Le diverse famiglie che lei visita permettono di scoprire delle realtà dell'epoca che ho trovato davvero molto efficaci e realistiche. Sicuramente ho trovato particolari le pagine finali dove si evince moltissimo il cambiamento della società che tende ad essere più egalitaria tra padrone e "collaboratore" e non più servo. Tutta la servitù relegata "ai piani bassi" della casa con condizioni lavorative e di vita mediamente basse, diventano, ad un certo punto della storia sociale, delle persone vere e non più qualcuno che deve rimanere obbediente, silenzioso e soprattutto invisibile. I diritti fondamentali delle persone non sono più calpestati ed ignorati, ma i lavoratori stessi, insieme alla società più moderna, premono affinché i padroni non si comportino più come tali. Insomma se nella prima parte il romanzo è un diario di una giovane sguattera di cucina, alla fine diventa una sorta di denuncia verso la società oppressiva dei primi decenni del 900. Si sarà sicuramente capito che l libro mi è piaciuto sia per lo stile schietto e diretto, che n effetti fa davvero tanto, sia per i contenuti trattati. Assegno quindi 3 stelline e mezzo al romanzo.
p.s. " Ai piani bassi" mi ricorda abbastanza "Le osservazioni" di Harris Jane che ho letto nella versione BEAT. Ci sono parecchi punti in comune, quindi se vi è piaciuto uno vi piacerà sicuramente anche l'altro.
Lya