Recensione – Alan Wake’s American Nightmare

Da Jark85 @LandOfRust

Lo sviluppo di Alan Wake è stato molto travagliato con un ciclo di sviluppo durato anni e anni e con soluzioni di marketing (vedere l’iniziale esclusiva Xbox 360) che forse non hanno giovato molto a un franchise dalle potenzialità enormi; potenzialità rimaste in parte inespresse soprattutto sotto il profilo del gameplay il quale mostrava una certa latenza di varietà. Fortunatamente (o sfortunatamente) il titolo Remedy ha riscosso ottimo successo sul versante del digital delivery permettendo a Microsoft Studios di puntare ancora sul talentuoso team filandese per un nuovo gioco basato sulle gesta dello scrittore tormentato.
American Nightmare si svolge 2 anni dopo il primo episodio e Alan Wake sarà diretto protagonista di un episodio della serie Night Springs (l’immaginaria serie tv che era possibile guardare nei televisori del primo Alan Wake) un episodio in cui lui stesso interpreterà il Paladino della Luce in lotta contro la sua diretta nemesi: l’Araldo delle Tenebre (chiamato anche Signor Graffio), un sosia di Alan Wake ma notevolmente più sadico e che non si pone alcuno scrupolo nel raggiungere i suoi obiettivi. Lo scenario è proprio l’area di Night Springs, in Arizona.
Per indicare che si tratta di un’opera scritta nei primi anni di carriera, Alan ha un abbigliamento diverso rispetto al passato e adesso indossa una camica a quadri tipica dello stile grunge della prima metà anni ’90. Lo scopo dello scrittore perciò è fondamentalmente fermare il Signor Graffio e uscire dalla sua stessa creazione che lo ha intrappolato.

Per la trama naturalmente ho cercato di impostarla evitando i riferimenti del primo episodio: chi non ha giocato al primo Alan Wake probabilmente faticherebbe a capire come sia stato possibile che Alan sia finito all’interno di una serie tv. Nel gioco comunque è possibile raccogliere pagine di manoscritto dove non solo si farà luce nella trama di American Nightmare ma servirà anche a riassumere eventi e personaggi visti nel precedente episodio. Per il resto, American Nightmare presenta situazioni, atmosfere ed eventi che si discostato notevolmente dai fatti avvenuti a Bright Falls e Couldron Lake (naturalmente il mio consiglio è sempre quello di giocare prima al precedente gioco proprio perchè American Nightmare presenta spoiler e riferimenti concreti sul primo capitolo). Trattandosi di un titolo digitale, la trama non è sicuramente ricca di spunti e intrigante come quella del primo episodio ma è invece giusto “abbozzata” e approfondita soprattutto tramite il ritrovamento delle pagine (presenti in gran numero) perchè per il resto il gioco offre molto poco come dialoghi abbastanza banali e anche male interpretati non tanto da Alan ma dai personaggi comprimari presenti nel gioco.
In American Nightmare la parte del leone la fa sicuramente Ilkka Villi, l’attore finlandese che ha prestato il suo volto sia per Alan Wake sia per il Signor Graffio ed è possibile vedere lo stesso Villi protagonista di una serie di filmati live-action di grande spessore donando grande carisma ai personaggi e contribuendo a incentivare il dualismo tra luce e ombra (tema focale del brand).

Cambiamenti evidenti sono presenti anche sotto il profilo del gameplay, molto più dinamico e dal ritmo più veloce. Basti pensare l’altissimo numero di armi presenti nel gioco (noi potremo sempre averne 2+la pistola lanciarazzi+bengala/granate accecanti) a differenza del primo episodio dove non si andava oltre la pistola e il fucile. Alan Wake stava a Lynch come American Nightmare sta a Tarantino, mi sembra una equazione perfetta. Date le sue ridotte dimensioni, non ci si poteva aspettare in American Nightmare una esperienza comparabile a quella del primo episodio e Remedy non poteva fare altro che optare per l’intrattenimento massiccio: American Nightmare è un gioco divertente che fa dell’azione il suo perno a differenza del primo dove ci si concentrava molto di più sugli eventi e sulla narrazione.
Se in Alan Wake ci si lamentava forse per un livello di difficoltà forse leggermente più basso della media, in American Nightmare potete stare tranquilli che non avrete nulla da temere: riforimenti presenti dietro ogni angolo, armi che si possono raccogliere e sostituire a nostro piacimento e nemici più che prevedibili (confermati i Posseduti del primo episodio anche se in American Nightmare è presente qualche new entry). A questo si aggiunge l’immotivata assenza di boss: un gioco che pone l’azione al centro di tutto avrebbe dovuto inserire almeno un boss mentre nel gioco non affronteremo nient’altro oltre i Posseduti.
Altro punto di demerito sono le ambientazioni: pochissime e riciclatissime (scelta dovuta ovviamente perchè si parla di un gioco molto corto).
Questo naturalmente può scoraggiare coloro che avevano apprezzato le fantastiche atmosfere del passato ma bisogna sempre ricordare che American Nightmare non è un Alan Wake 2 ma uno spin-off e, in quanto tale, lo si deve giudicare per quello che è ed è un gioco che si può anche trascurare senza troppi rimpianti (anche se Ilkka Villi da solo potrebbe rappresentare un valido motivo per scaricarlo).

Sotto l’aspettimo puramente tecnico, non c’è molto da aggiungere: la qualità grafica è comparabile a quella del primo episodio e sicuramente, parlando di un gioco Xbox Live Arcade, stiamo su livelli più che ottimi. Nel sonoro, come anticipato prima, i doppiatori dei personaggi secondari forse non è stato eccelso rendendo i dialoghi decisamente poco interessanti. Nulla da aggiungere invece sulla colonna sonora: sempre ottimo lavoro del compositore Petri Alanko e sempre gradita la partecipazione della band finlandese Poets of the Fall. I fan dei Kasabian saranno contenti poi nel sapere che la nota Club Foot è stata inclusa all’interno del gioco.

Riguardo la longevità, come aveva già anticipato Remedy il gioco non dura più di 4 ore (probabilmente durerà di più fate tutto con calma e vi dedicate nella ricerca delle pagine del manoscritto) ma il team finlandese ha anche provveduto a inserire una “modalità arcade” dove, selezionando uno stage, dovremo difenderci dalle ondate di Posseduti fino all’arrivo dell’alba. A seconda di come ci saremo comportati raccoglieremo dei punti preziosi per scalare le classifiche di Xbox Live. Se insomma adorate queste modalità avrete un valido motivo per continuare a giocare ad American Nightmare.

Commenti finali
American Nightmare è un gioco complessivamente modesto e tracurabilissimo: l’impronta action è divertente sotto il profilo ludica ma rischia di stonare completamente con quelle che sono le atmosfere e lo stile narrativo ben mostrati nel gioco precedente. Non tutto è da scartare però: l’impiego dell’attore Ilkka Villi (nei panni sia di Alan sia del Signor Graffio) si è rivelato vincente e chissà che non potrebbe essere un valido per il vero sequel del primo capitolo. Per il resto, 1200 MP per questo gioco forse sono troppi se relazionati con la durata complessiva dell’avventura (sulle 4 ore scarse) e lo consiglio solo se siete disposti ad accettare una avventura dello scrittore diversa da quella precedente..

+ Sicuramente un buon action
+ Bravissimo Ilkka Villi
+ Colonna sonora buona
+ Come spin-off è più che accettabile

- Diciamolo: questo non è Alan Wake
- Di fondo ripetitivo
- Molto breve


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