L. Carroll|Mondadori | 288 pp. | €10,00 Inseguendo un curioso coniglio col gilè, Alice finisce in un paese dove anche le cose più semplici, le più normali, sono buffe, pazze, completamente ingarbugliate. Il suo viaggio nel paese delle meraviglie è una continua sorpresa tra giochi di parole, filastrocche strampalate, canzoncine senza capo né coda.
"Addentrarsi nella tana del Bianconiglio e recuperare le ceneri di un tempo ormai andato"
- La prima versione del libro che poi diventò Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie fu scritto prima del Natale del 1864, appositamente per una bambina di nome Alice Liddell. Come intestazione di quella prima copia Carroll scrisse: «Come regalo di Natale a una cara bambina in memoria di un giorno d’estate». Carroll e Liddell rimasero amici per anni, fino a che lei non partì per viaggiare in Europa: i due, negli anni, smisero poi di frequentarsi. In alcune occasioni successive Carroll disse anche che Alice Liddell fu solamente una fonte di ispirazione per l’Alice protagonista della sua storia.
- La protagonista è Alice, una bambina disambientata alla ricerca di un'identità, al riparo dai proibizionismi dell'età vittoriana. E' come se la sua libertà fosse perennemente ostacolata dalrigore morale e dalle imposizioni esterne. Per questo motivo, tutte le conversazioni che lei intraprenderà, non hanno senso, proprio perchè la bambina non riesce ad entrare nel meccanismo dell'obbedienza, dei finto rigore morale, delle regole di conversazione e apparenza tanto care all’età vittoriana. Tutte le risposte che il brucaliffo e lo stregatto danno ad Alice, nascono dal desiderio di contraddire la piccola, come rappresentazione del divieto dell'età del proibizionismo.
- "Tagliatele la testa" è un aforisma citato per esorcizzare la paura che personaggi politici del tempo perdessero il controllo. In questo modo si imponeva una morale di classe totalitaria.
- Molti sono i poemetti e tutti hanno un significato specifico. Ad esempio, How Doth the Little Crocodile è la parodia di una poesia molto nota all'epoca di Carroll "Against the Idleness and Mischief" (trad. "Contro l'Ozio e le Malefatte"), inclusa nella raccolta di componimenti poetici del teologoIsaac Watts(1674-1748) che ammirava la costante laboriosità delle api. Carroll, invece, voleva sottolineare la cosiddetta "operosità" da parte del Coccodrillo, impegnato a dischiudere le sue “gentil fauci “dopo che un gruppo di pesciolini vi si era addentrato. L'autore vuole concentrarsi su due dei peccati capitali, ovvero la cupidigia e la vanità, impersonati nella figura del Coccodrillo.
Nonostante tutto, il romanzo rimane un viaggio onirico nel mondo caotico delle meraviglie, dove nulla è come sembra e dove tutto occupa un posto inaspettato.
VOTO:
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