[Recensione] All Hallows' Eve (di Damien Leone, 2013)

Creato il 15 aprile 2014 da Frank_romantico @Combinazione_C

Perché recuperare questo genere di film? Ecco, bella domanda. Forse perché il cinema non è solo quello che possiamo vedere in sala, non è solo quello ad alto o a basso budget, non è semplicemente quello bello, quello brutto o quello dimenticabile. E c'è differenza tra lo spettatore occasionale, semplice appassionato e colui che vuole vedere "tutto". Che pure su questo "tutto" potremmo stare a discutere una vita e forse non riusciremmo ancora a definirlo. Non ne basterebbero 10, di vite, per vedere "tutto". Serie A, serie B, serie Z. Tutto quello che può sembrare interessante, bello o brutto che sia. Per questo, quando ho sentito parlare di questo All Hallows' Eve di Damien Leone, nonostante tutti ne parlassero male, non ho potuto fare a meno di volerlo guardare. La prima volta è stato sul blog del Bradipo Cinefilo, che 'ste chicche te le tira fuori un giorno sì e uno no. Poi l'ha citato Erica del Bollalmanacco, che l'ha anche recensito qualche giorno fa (qui). E ora tocca a me, che la serie Z mi attira come le api con il miele. Solo che io sarò molto più cattivo.
La notte di Halloween un ragazzino trova nel sacco dei dolcetti una VHS senza copertina e senza etichetta. Incuriosito, decide di guardarla assieme a sua sorella e alla babysitter. Sul nastro c'è un film horror, o meglio, tre cortometraggi dell'horrore. L'ideale per la notte di Halloween.
Ho detto serie Z, prima, perché stiamo parlando di un prodotto a bassissimo costo, uno di quelli fatti in casa in cui il regista fa anche tutto il resto e per fare quel che non sa fare si avvale dell'aiuto di alcuni amici, che a guardare i risultati non è che lo sappiano fare tanto bene. Ma questo non è un buon motivo per parlare male di un film. Se non ci sono i soldi almeno ci sono le idee, direbbe qualcuno (anzi, dico sempre io), solo che in questo caso non ci sono nemmeno quelle: All Hallows' Eve è un film che sembra provenire da un passato ormai lontano (gli anni '80), con una formula tipica del cinema horror di quegli anni (a episodi), che non ha nulla di originale e che è stato letteralmente costruito come si fa con le costruzioni.

Una cornice e tre storie nel mezzo. Tre cortometraggi su una VHS (ma chi le usa più?) per un film fuori tempo massimo. Una schifezza colossale girata in modo amatoriale con, come protagonista, un clown malefico. Basterebbe questo per classificare All Hallows' Eve tra i film della peggior specie. E invece è persino peggio, perché non è solo da un punto di vista tecnico che questa pellicola fa acqua da tutte le parti, non è solo da un punto di vista contenutistico ma perfino da un punto di vista "etico", trattandosi di un lavoro costruito ad hoc da Leone per poter uscire con il suo primo lungometraggio. Perché il regista non ha fatto altro che prendere due cortometraggi che aveva già girato, girarne uno nuovo per garantirsi un minutaggio adeguato e inserire il tutto all'interno di una cornice. Riciclaggio puro e semplice per produrre il suo primo lavoro. Ditemi che senso ha.
Il primo cortometraggio è The 9th Circle, è il primo corto del regista (2008) che ci presenta un personaggio ricorrente nella pellicola, Art il Clown. Di ispirazione barkeriana, vorrebbe essere sporco e cattivo ma alla fine è solo squallido e amatoriale. Il secondo è quello girato appositamente per la pellicola, non c'entra niente con tutto il resto e sembrerebbe ispirato ad Hardware di Richard Stanley, un corto sci-fi ridicolo e brutto. Il terzo si intitola Terrifier, è più recente (2011) ed è girato con più mezzi ma comunque ripetitivo e noioso, apparentemente ispirato al grindhouse di Tarantino almeno da un punto di vista estetico. Strano a dirsi, la cosa che funziona meglio in mezzo a tutta questa fuffa è la cornice, con un finale che mostra (finalmente) qualcosa di interessante. Ma non basta, perché All Hallows' Eve è lammerda e non c'entra nulla il fatto che sia a costo praticamente zero. Quindi statene alla larga, a meno che anche voi non vi divertiate a vedere certi film solo per il gusto di vederli.


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