Recensione "Althea & Oliver" di Christina Moracho

Da Glinda
Finalmente, dopo un bel po' di giorni molto frenetici e pieni, oggi riesco a dedicare un po' di tempo alla cosa che preferisco fare quando sono al pc: scrivere. In questo caso, recensire, per essere precisi. Sto per darvi il mio parere su "Althea & Oliver", romanzo d'esordio di Christina Moracho che ha attirato su di sé molte attenzioni e consensi. Da parte mia posso dire che mi aspettavo di più dalla storia, ma potrete conoscere i miei pensieri più approfonditamente attraverso la recensione.

Data di uscita: 14 ottobre 2014Autrice: Cristina MorachoTitolo: Althea & OliverEditore: DeAgostini Prezzo: 14,90 €
Pagine: 426
Il mio voto

Althea e Oliver si conoscono da sempre e sono amici per la pelle fin dal primo giorno di scuola. Ora, a diciassette anni, la loro amicizia potrebbe trasformarsi in qualcosa di più, e Althea lo sa. Così una sera, dopo una festa e qualche bicchiere di troppo, si abbandona a un bacio appassionato con Oliver. Ma, prima che i due amici abbiano il tempo di chiarirsi le idee, succede una cosa inaspettata: Oliver si ammala e cade in un prolungato stato di semi-coscienza. Disperata, Althea prende una decisione che rischia di compromettere per sempre il suo legame con Oliver...

La mia recensione

Quello di Christina Moracho non è stato un esordio passato inosservato. Con la pubblicazione avvenuta in contemporanea mondiale, le entusiastiche reazioni degli editori internazionali e le parole di chi ha avuto l'occasione di leggerlo in anteprima, la curiosità di molti è stata colpita da "Althea & Oliver". Romanzo stand-alone di genere contemporary romance e drammatico, che si colloca tra il New Adult e lo Youung Adult per tematiche e linguaggio, è stato accolto con gioia anche qui in Italia e, complice la premessa singolare e interessante e la narrazione particolare, anche io mi sono trovata a leggerlo non appena è stato pubblicato. Al contrario di ciò che mi aspettavo dalle prime pagine del libro, però, ho presto constatato che la lettura non proseguiva rapidamente come avevo creduto e che la spiccata prevalenza di dramma e amarezza appesantiva l'andamento dell'intera storia. In effetti ho impiegato più di due settimane piene per terminare questo romanzo, decisamente un record in negativo per la sottoscritta.Diciamo pure che "Althea & Oliver" è più un romanzo di formazione, che una storia d'amore e se avessi conosciuto questo dettaglio prima di immergermi nella lettura, sarebbe stato tutto più semplice. Perché non è facile accettare di trovarsi al cospetto di un libro diverso da quello che ci si aspetta: ero convinta che avrei trovato un romance, invece ho trovato tutt'altro. Ho trovato la storia di un ragazzo e una ragazza che hanno condiviso tutto sin dall'infanzia, ma che alle soglie dell'età adulta, un po' per scelta un po' per obbligo, prendono strade diverse. Ho trovato il racconto di una malattia che cambia la vita, le prospettive e i sogni. Ho trovato il tormento e lo struggimento tipici dell'età in cui si diventa troppo grandi per lasciarsi trasportare dagli eventi. Niente di deludente, insomma, ma niente che somigliasse a quello che cercavo. Per questo mi sento di consigliare questo romanzo a chi cerca una lettura intensa, introspettiva e forte, distante dai classici romance young adult che siamo abituati a leggere.


Si china su di lui, spostando la mano sulla sua guancia. Chiude gli occhi e percepisce il suo viso con la stessa chiarezza che avrebbe se lo stesse ancora guardando. Ogni giorno, lo vede dappertutto.Come una fiaba.Questa cosa sconvolgente, inspiegabile, è spuntata dal nulla e tutte le volte che Oliver era stato da un dottore e aveva raccontato daccapo la storia, Althea si era sentita in colpa per la parte che lui ignorava: la prima volta che si era ammalato era stato quando lei si era resa conto di desiderarlo, il suo disturbo era scattato mentre lottavano nella gelatina, sotto la pioggia, e lei aveva immaginato come sarebbe stato essere bloccata nuda sotto di lui. Pur sapendo che era ridicolo credere a un collegamento tra le due cose, erano arrivate simultaneamente – il desiderio di lei, lo sfinimento di lui – entrambe misteriose e incancellabile come la maledizione di una strega.Avvicina le labbra alle sue, dolcemente, solo per un istante. Non c’è alcuna magia. Lui non è lì. Si ritrae, vergognandosi, ma rimane dov’è. Se andasse in salotto e cercasse di leggere Spirit of Change o di esaminare la collezione di dischi di Nicky, nel giro di pochi minuti tornerebbe in questo stesso posto. Anche con Oliver addormentato, non c’è altro luogo dove vorrebbe essere. Da "Althea & Oliver"

Althea & Oliver sono due adolescenti atipici. Amici sin dall'infanzia, hanno vissuto assieme tutte le esperienze più formative e distruttive. Il primo giorno di scuola, la prima sbronza, il primo amore. Sembra che il destino abbia voluto unirli per una strana congiunzione astrale, che la loro amicizia fosse scritta nelle stelle, perché se non fosse stato il fato a giocare a suo favore probabilmente non sarebbe mai sbocciata. Infatti, pur essendo così complici, Althea & Oliver sono come il giorno e la notte: diversi, opposti. Ribelle, impulsiva e sempre pronta a sfidare i propri limiti lei, riflessivo, introverso e chiuso nel suo mondo lui.Eppure sono uniti. Uniti contro il mondo, contro le difficoltà delle loro famiglie distrutte, contro la malattia misteriosa che trascina Oliver in un baratro senza fine. Sì, perché mentre la vita va avanti, troppo spesso Oliver si ferma, rimanendo cristallizzato in un sonno che lo confonde e lo stordisce per settimane e va sempre peggio. Attraverso il duplice punto di vista in terza persona e al presente storico, che un po' destabilizza, vediamo Althea affrontare la strana patologia di Oliver, viviamo assieme a lei l'ansia e la paura di veder scivolare via la persona a cui si sente più vicina. Il suo Ol, per cui prova un sentimento molto più complesso della semplice amicizia, che sempre più spesso è vittima di uno stato catatonico simile a quello della Bella Addormentata che lo allontana dalla realtà e lo consumaIn questo clima di mistero, paura e confusione, si snoda la loro storia. Una storia fatta di amore e amicizia, di rifiuti cocenti e delusioni insostenibili, di scelte sbagliate che lasciano un segno indelebile. Vediamo Althea lottare per non soccombere a causa dei suoi devastanti sentimenti per Oliver, ma la vediamo anche ingaggiare una lotta contro la persona che vorrebbe essere e quella che è in realtà. E vediamo Oliver perdersi tutti i momenti cruciali del cammino che la sua amicizia con Althea sta percorrendo, per svegliarsi solo quando è giunta al punto di non ritorno. Il loro è un viaggio dolce amaro che li porterà a rispondere alle domande più importanti delle loro giovani vite, un viaggio che potrebbe unirli per sempre, o dividerli definitivamente.

Althea tende l’orecchio, cercando di cogliere il timbro di voce di Oliver, ma non ci riesce. Le batte forte il cuore all’idea di essergli tanto vicina, di potergli affondare il viso nel collo e sentire il suo profumo familiare. Ammorbidente e gel per capelli al miele, e mele – almeno una traccia – sempre. Avrà anche qui lo stesso odore? È indolenzita, non solo per le lunghe ore di viaggio e la notte passata in macchina, ma per il ricordo di Oliver aggrappato a lei, oppure mentre la tiene pigramente per la cintura dei calzoni, o le labbra contro la gola, o lui che le rilassa i nervi e i tic.Ma non è solo questo che le manca. L’impostore con la faccia da Oliver, che le ha affondato le mani nei capelli e li ha tirati: si domanda se lo rivedrà ancora ed è rattristata all’idea che forse non succederà. Se sistemeranno Oliver, come desidera, quell’altro Oliver scomparirà, l’Es smetterà di correre a ruota libera, e tutti celebreranno la morte del topo grasso; Althea sarà l’unica a piangere la perdita dell’insaziabile ragazzo che era affamato di lei. Da "Althea & Oliver"
Questo romanzo è stato per me fautore di confusione. Per la prima metà del libro mi sono scoperta ad amarlo, ad adorare la narrazione della Moracho, le sue metafore, il suo stile asciutto e ricco in un tempo. Pur non entrando in sintonia con il presente storico in terza persona, infatti, era innegabile che fossi presa dalla storia. La malattia di Oliver, così misteriosa, così cattiva e subdola, mi ha tenuta incollata alle pagine e spesso mi ha sconvolta. Non è cosa di tutti i giorni leggere un libro che possa davvero insegnarti qualcosa di nuovo e Althea & Oliver è riuscito nell'impresa. Non avevo idea che esistesse una patologia che facesse dormire così tanto, che causasse una perdita della razionalità, che spingesse le persone a vivere di istinti animali durante il sonno. E scoprirlo attraverso le parole di Atlhea è stato strano e disarmante. Ma, c'è un ma. Nonostante io fossi davvero affascinata dai risvolti psicologici assunti dalla storia, ho trovato disturbanti alcuni momenti del libro relativi alla malattia di Oliver. Senza scendere troppo nel dettaglio vi dirò che la sua patologia lo spinge in uno stato di incoscienza intervallato da rari momenti di falsa lucidità, in cui si limita a soddisfare alcuni bisogni primari: mangiare, andare in bagno et similia. Ebbene, in alcuni di questi momenti, Althea & Oliver si trovano invischiati in situazioni davvero spiacevoli e discutibili. In particolare una scena ha suscitato in me una reazione piuttosto negativa, perché ho trovato che fosse troppo forte, troppo gretta, troppo squallida. Troppo e basta. In seguito a quel momento, l'intero libro ha preso una china discendente verso la disperazione più assoluta. Ed è lì che per me tutto è cominciato a essere difficile. Nonostante trovassi interessante assistere alla crescita in solitaria di Althea, non ho approvato i suoi comportamenti e le sue scelte. In effetti l'ho detestata e non è mai una buona cosa odiare colei la cui voce, a causa dei sonnellini infiniti di Oliver, diventerà quella di maggior rilievo.In sostanza, la Moracho scrive più che bene e questo aveva il potenziale per essere uno dei libri più interessanti dell'anno. Ma la mole di pessimismo, sofferenza e tristezza ha reso il tutto troppo pesante. Anche il finale mi ha lasciato l'amaro in bocca. Per la serie: MAI UNA GIOIA.
«Non mi riferisco al passato, o agli aneddoti, o alle esperienze condivise. Non parlo dell’altezza e del colore degli occhi. Intendo ciò che sono io e ciò che sei tu. Io sono diversa da te. Ma quando sei malato, ci riesco. Mi vedo dentro di te. Quello sguardo sul muso del topo grasso... Te lo ricordi? Era disperazione. E poi un giorno hai aperto gli occhi e mi hai guardato in quel modo. Come se fossi io l’oggetto della tua disperazione e non, tanto per cambiare, un maledetto panino. Mi spiace, Ol, mi spiace di non essere riuscita ad aspettare che fossi del tutto sveglio e pronto a guardarmi in quel modo. Forse temevo che non lo avresti mai fatto.» Da "Althea & Oliver"

Verdetto:  un romanzo bello ma troppo amaroLivello sensualità: speziato, ma non troppo! (ci sono dei riferimenti al sesso)  Compralo scontato cliccando sulla cover!