Sinossi:
Alice ha sedici anni quando scopre di essere affetta da una forma rarissima di leucemia. Convinta che ormai non ci sia più nessuna speranza, decide di sfruttare il tempo che le rimane per togliersi un po' di sassolini dalle scarpe. Con l'aiuto di Harvey, il suo migliore amico, compila quindi una lista di "cose da fare prima di morire" e architetta un piano crudele per vendicarsi di tutti coloro che l'hanno fatta soffrire. Ma, proprio quando Alice ha portato a termine la sua vendetta, la malattia va in remissione. E la ragazza si trova ad affrontare le conseguenze delle sue azioni. Compresi i sentimenti che ora prova per Harvey...
Lo devo ammettere. Non sono portata per i romanzi drammatici come “Colpa delle stelle” e simili, e “Amore e altri effetti collaterali” ne è stato la conferma. Non mi piacciono proprio. Ma, diversamente da “Colpa delle stelle”, che mi ha fatto piangere a più non posso, il libro della Murphy mi ha lasciata del tutto indifferente. All’inizio sì, ho provato pena per Allie, ma dopo qualche capitolo ho incominciato ad odiarla. Per il primo periodo della malattia non ha fatto che trattare male chiunque la circondasse e cercare di vendicarsi di chi le aveva fatto un torto, come se li ritenesse colpevoli della sua malattia. L’unico che risparmia è Harvey, a cui lei si riavvicina dopo averlo snobbato per mesi senza un motivo preciso. Di fronte al miracolo, alla fine della sua malattia, Allie non esulta particolarmente. Una volta tornata a scuola lega con Eric, il nuovo arrivato, e rischia di perdere nuovamente di vista Harvey. E lui, invece di trattarla come merita, le perdona tutto e continua a venerarla. Sarà anche il sentimento che prova per lei, unito sicuramente a una buona dose di compassione per la sua amica malata, ma io al posto suo l’avrei lasciata cuocere nel suo brodo senza pensarci due volte. Probabilmente penserete che sono troppo dura. Avere il cancro a sedici anni è orribile, ma non è un buon motivo per comportarsi così, né durante la malattia, né durante la guarigione.Comunque, anche se un po’ troppo dolce e comprensivo, “santo” Harvey è un personaggio davvero carino, l’unico per cui sia valsa la pena arrivare alla fine del libro e che mi abbia dissuasa dal buttare il libro (anzi, il Kindle... e lì sì che avrei pianto!) dalla finestra. Gli altri personaggi sono semplicemente di contorno, senza un ruolo preciso o un carattere ben delineato, quindi non posso davvero dire niente su di loro.
Parliamo dello stile della Murphy. Non male, forse un po’ lento in alcuni punti, ma per lo più scorrevole. L’alternanza tra i punti di vista di Alice e Harvey, e tra presente e passato, mi ha però scombussolata più di una volta, lasciandomi in confusione. Avrei preferito un POV unico oppure una narrazione più lineare. Il finale mi è piaciuto abbastanza, anche se lo avevo immaginato.In conclusione non è stata una lettura molto piacevole e non mi è rimasta nel cuore. La protagonista è troppo odiosa. Potrei dare un’altra chance a Julie Murphy se si trattasse di un altro genere. Do 2 stelle e mezzo per la fiducia J