Maeve Dermody, Charles Dance, Aidan Turner, Sam Neill e Noah Taylor sono alcuni dei "dieci piccoli indiani" di And Then There Were None, ispirata trasposizione televisiva del romanzo di Agatha Christie.
Anthony Marston, John Macarthur, Emily Brent, Lawrence Wargrave, William Blore, Edward Armstrong, Philip Lombard e Vera Claythorne sono otto sconosciuti, dai mestieri completamenti diversi (dall'ex-generale di guerra al giudice, dal medico alla segretaria, dal mercenario al poliziotto), che vengono invitati nell'agosto del 1939 a Nigger Island, una piccola isola completamente isolata dal resto del mondo, dai misteriosi coniugi Owen, che nessuno di loro conosce.
Giunti sul posto gli ospiti fanno la conoscenza dei domestici Thomas e Ethel Rogers, che fanno le veci dei padroni di casa, misteriosamente assenti. Durante la cena, nella quale gli invitati cominciano a fare le presentazioni, un'inquietante voce proveniente da un grammofono accusa tutti i presenti (domestici inclusi) di aver commesso un omicidio in passato e che ora dovranno pagare con la vita la loro colpa. Non a caso Anthony Marston muore soffocato dopo aver bevuto un bicchiere di whisky, risultato poi avvelenato: le cause del decesso sembrano seguire le linee guida di una famosa filastrocca che annuncia nei suoi versi la dipartita di altri nove individui.
Ne resterà soltanto uno?
Settantasei anni e non sentirli: il classico di Agatha Christie, Dieci piccoli indiani, non è invecchiato di un giorno dalla sua uscita, come dimostra la nuova trasposizione televisiva realizzata, in occasione del 125° anniversario della nascita della scrittrice, da BBC e trasmessa sulle reti britanniche nell'appena trascorso dicembre. And Then There Were None, miniserie in tre puntate con un cast d'eccezione (tra i nomi più altisonanti Charles Dance, Aidan Turner, Sam Neill, Miranda Richardson e Noah Taylor) e diretta da Craig Viveros, aggiorna con gusto e brio il romanzo originario per dar vita a tre ore di pura estasi giallo / mystery in grado di coinvolgere sino agli ultimi istanti, con un doppio colpo di scena finale che regalerà ai novizi non pochi motivi di stupore.
L'opera è comunque consigliatissima anche ai fan del libro, visto che ci troviamo dinanzi a una messa in scena di grandissima classe che riesce sempre a depistare con una regia minuziosa e attenta al dettaglio, capace di sfruttare le sontuose prove dei suoi interpreti. Un thriller psicologico teso e affascinante nel quale gli omicidi in serie non risultano mai prevedibili lasciando al sopraffino gioco narrativo tutto il tempo di carburare per poi esplodere nelle magnetiche rivelazioni di chiusura.
La forma televisiva, con una durata maggiore rispetto alla tante versioni cinematografiche, permette un approfondimento maggiore delle dieci potenziali vittime, con frequenti sogni / flashback e apparizioni / allucinazioni che scavano con la corretta intensità in un passato non proprio così idlliaco. In questo caso in particolare la maggior parte dell'attenzione introspettiva è concentrata sulla figura di Vera (un'intensa Maeve Dermody, attrice di cui sentiremo sicuramente ancora parlare), apparentemente l'anima più linda del gruppo di invitati. Ed è proprio questa atmosfera velatamente dark, che flirta in più occasioni con il ghost movie, a infondere all'operazione una verve originale e opprimente che rende pienamente giustizia alla maestra del brivido.
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