Recensione: Anna di Niccolo’ Ammaniti

Creato il 11 gennaio 2016 da Erika @erika_zini

E’ uscito a settembre il nuovo romanzo di Niccolò Ammaniti, Anna (Einaudi), e da allora non si fa che parlare di questo libro, tanto che il clamore suscitato mi ha spinta a leggerlo per avere una mia opinione in merito. Preciso che questo è il primo libro che leggo dell’autore italiano verso il quale nutrivo da tempo curiosità, in questo caso maggiormente alimentata dal genere post-apocalittico che attira sempre la mia attenzione.

Si è già detto molto su Anna, ho letto opinioni davvero contrastanti in merito, sembra che non sia possibile trovare un punto d’incontro tra chi dice di averlo adorato e chi ne ha parlato in toni poco lusinghieri, mentre io mi trovo proprio in quella fascia di mezzo. Per questo motivo credo di aver capito quale sia lo spartiacque tra chi vota per il e chi per il no.

E voi, lo avete letto? Da che parte state?


In una Sicilia diventata un’immensa rovina, una tredicenne cocciuta e coraggiosa parte alla ricerca del fratellino rapito. Fra campi arsi e boschi misteriosi, ruderi di centri commerciali e città abbandonate, fra i grandi spazi deserti di un’isola riconquistata dalla natura e selvagge comunità di sopravvissuti, Anna ha come guida il quaderno che le ha lasciato la mamma con le istruzioni per farcela. E giorno dopo giorno scopre che le regole del passato non valgono piú, dovrà inventarne di nuove. Con Anna Niccolò Ammaniti ha scritto il suo romanzo piú struggente. Una luce che si accende nel buio e allarga il suo raggio per rivelare le incertezze, gli slanci del cuore e la potenza incontrollabile della vita. Perché, come scopre Anna, la «vita non ci appartiene, ci attraversa».

Titolo: Anna
Autore: Niccolò Ammaniti
Editore: Einaudi
Collana: Stile Libero Big
Pagine: 274
Prezzo: 19,00 cartaceo (E.16,15 su Amazon) – E. 9,99 ebook
Data di uscita: 29 settembre 2015

Con l’inizio del nuovo anno sto cercando di recuperare le recensioni dei libri letti nel 2015, in particolare di alcuni romanzi che mi avevano lasciato perplessa. Come per la recensione di Tinder di qualche giorno fa (che trovate QUI), anche questa sarà per punti con ciò che ho trovato piacevole e quello che mi ha fatto storcere il naso.

Punti a favore:

  • potrebbe sembrare scontato ma Niccolò Ammaniti scrive davvero bene. Non sono una grande fan degli autori italiani in generale ma so riconoscere (e dare merito) a chi ha doti innate di narrazione. Ammaniti riesce in maniera asciutta e senza fronzoli a tessere una storia toccando tutti i punti essenziali senza essere eccessivamente verboso, i dialoghi sono utili alla fruizione della storia e i personaggi riescono ad essere originali;
  • l’idea alla base del libro – un mondo popolato solo da ragazzi entro la pubertà – non è originale ma l’ambientazione (la Sicilia) riesce a dargli un tocco di singolarità che di per sé stuzzica la curiosità di “vedere” come dei bambini riescano, nella nostra Italia disastrata, a cavarsela da soli;
  • Anna: la protagonista ha un bel caratterino, è autentica, appassionata, determinata ma anche spaesata, spaventata, avventata. Non riesce a capire il mondo in cui si trova e anche il quaderno lasciato dalla madre è utile solo fino ad un certo punto perché nel suo mondo è successo l’imprevedibile, come poteva la madre essere in grado di guidare la ragazzina se anche lei è morta insieme a tutta la popolazione adulta?

Punti a sfavore:

  • cliché post-apocalittici: se da un lato l’ambientazione ha un che di brillante, purtroppo la narrazione presenta i soliti cliché dei romanzi post-apocalittici. Una forte influenza ha spazzato via la quasi totalità degli uomini (evento molto comune in questi romanzi: L’Ombra dello Scorpione di Stephen King o, più recente, Stazione Undici di Emily St.John Mandel), lasciando solamente bambini a cavarsela da soli (citiamo Gone di Michael Grant dove scompaiono tutti coloro che hanno più di 15 anni e Il giardino degli Eterni di Lauren de Stefano, dove le ragazze muoiono a 20 anni e i ragazzi a 21) quantomeno fino alla pubertà con la quale arriverà comunque la malattia, poi la morte. La protagonista deve ritrovare il fratellino (mi viene in mente L’Angelo Caduto di Susan Ee dove Penryn, la giovane protagonista, deve cercare la sorellina rapita) ed esplora il mondo oltre casa sua scoprendo che anche i bambini lasciati soli ben presto si organizzeranno in un sistema a caste dove, per forza di cose, i più grandicelli assogetteranno i più piccoli e deboli (a questo proposito, se pur con delle differenze, mi ricorda molto i fatti accaduti nella serie Rot&Ruin dell’autore americano Jonathan Maberry). Insomma, ha davvero del “già letto”;
  • temi importanti e profondi solo sfiorati: non pensate che non ci abbia riflettuto su questa storia o che essa sia senza spunti di riflessione, le cose che però mi hanno un po’ delusa sono che questi concetti così profondi e complessi siano stati appena toccati. La trama e le condizioni poste dall’autore si prestavano a interrogativi importantissimi legati alle malattie, alla tutela dell’ambiente e della natura, all’approfondimento psicologico, a porsi domande sul domani. Domande che l’autore affronta in maniera superficiale, senza andare al cuore, lasciando quindi a bocca asciutta chi si aspettava di scavare nel profondo per entrare dentro la tragedia di un mondo inclinato verso un’inesorabile auto distruzione;
  • avvenimenti inspiegabili e non funzionali alla storia: non entrerò nel merito perché potrei farvi diversi spoiler, però sappiate che succedono cose – brutte – che però non servono alla struttura della storia e non creano nemmeno pathos o insegnamenti né in chi legge né più di tanto nei personaggi e quindi, perché inserirli?

L’occasione persa:

  • il quaderno lasciato dalla madre: ho profondamente amato l’idea di questa madre che pur sapendo di avere i giorni contati scrive un quaderno con le istruzioni per i figli. Cosa mi aspettavo? Una guida spirituale, sentimentale, qualcosa che potesse aiutare la protagonista a superare i momenti difficili perché grazie al quaderno avrebbe sempre sentito vicino la madre, quasi un “grillo parlante” che le ricordava costantemente di essere forte, di tenere duro, di credere in se stessa, di andare avanti e farlo anche per lei. Questo sarebbe dovuto essere uno spunto forte, un filo conduttore per la vicenda, un pilastro del romanzo. In realtà questo quaderno era solamente pratico e, al tempo stesso, quasi inutile perché la madre, purtroppo, non poteva avere strumenti da passare alla figlia che la preparasse all’apocalisse perché il nuovo mondo è completamente diverso dal vecchio e, semplicemente, non era immaginabile.

Ed eccoci arrivati allo spartiacque. Pur essendo un romanzo interessante lo apprezzeranno maggiormente coloro che non hanno mai letto – o hanno letto pochissimi – libri di genere post-apocalittico perché hanno senz’altro meno elementi da paragonare e questo può essere il romanzo adatto a far conoscere questo interessantissimo genere.

Questa la mia opinione ma fatemi sapere anche la vostra: lo avete letto? Vi è piaciuto? Quali sono i punti positivi e quali negativi (se, a vostro parere, ce ne sono)?

Niccolò Ammaniti è nato a Roma. Ha pubblicato da Mondadori Nel nome del figlio(1995), Fango (1996), Ti prendo e ti porto via (1999) e Come Dio Comanda (Premio Strega 2007, è stato portato sul grande schermo da Gabriele Salvatores). Presso Einaudi sono usciti un suo racconto nell’antologia Gioventú cannibale (1996), i romanzi Branchie (1997), Io non ho paura (2001, 2011 e 2014), Che la festa cominci (2009, 2011, 2015), Io e te (2010), la raccolta di racconti Il momento è delicato (2012) e la raccolta di storie a fumetti Fa un po’ male (2004), sceneggiata da Daniele Brolli e disegnata da Davide Fabbri. Per Einaudi Stile Libero ha curato l’antologia Figuracce (2014). Nel 2014, Stile Libero ha ripubblicato Ti prendo e ti porto via e Fango e, nel 2015 , Come Dio Comanda.
Il suo ultimo romanzo è Anna (Stile Libero 2015). Dai suoi libri sono stati tratti film di successo, di importanti registi. È pubblicato in quarantaquattro Paesi e il suo sito ufficiale è all’indirizzo www.niccoloammaniti.com.


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