Titolo: Anna vestita di sangue Autore: Kendare Blake Pagine: 283 p.
Prezzo: € 12,90 versione cartacea
Editore: Newton Compton
Genere: urban fantasy
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Note sull'autore: Kendare Blake, adottata all’età di sette mesi, arrivò nella cittadina di Cambridge, nel Minnesota, dalla Corea del Sud. Si è laureata negli USA e ha conseguito un master in Scrittura Creativa presso l’università di Middlesex, a Londra. Il suo sito web è www.kendareblake.com
La mia opinione: Ho iniziato a leggere il libro di Kendare Blake, Anna vestita di sangue, dopo aver letto numerosi pareri positivi al suo riguardo, addirittura classificandolo come uno dei migliori titoli usciti nel 2012. Detto questo la mia curiosità e le mie aspettative logicamente erano alle stelle. Quindi o sono l'unica pazza al mondo (e ciò è anche probabile) o i miei gusti sono nettamente diversi. Si la trama è interessante, sono anch'io una fans sfegatata delle storie tipo Supernatural. Ma in questo caso ci ritroviamo un ragazzino di 17 anni che si atteggia a grande cacciatore e io non l'ho trovato per nulla credibile (il quale invece dei classici demoni o vampiri in questo caso caccia fantasmi). Cas, il protagonista mi è stato fin da subito antipatico, con il suo fare arrogante e presuntuoso (uno sbruffone che si vanta di quello che fa), oltrettutto che nome è Teseo Cassio ma dai! Lo stesso protagonista in un passo ammette di avere un nome completamente stupido:
Dovettero arrivare a un compromesso al riguardo,
perché mia mamma adorava Shakespeare e alla fine
mi hanno chiamato Teseo Cassio. Teseo dall’uccisore
del Minotauro e Cassio dallo sventurato luogotenente
di Otello. Secondo me, suona completamente stupido.
Se il protagonista sarebbe stato un uomo più adulto le cose già sarebbero cambiate, ma poi all'autrice sarebbero mancate tutte le scenette scolastiche tipiche: con la bella di turno e il super sportivo senza cervello.
Il romanzo è scritto in prima persona, con la voce narrante del protagonista Cas Lowood, una cosa che proprio mi dava fastidio nella lettura è quando Cas riportava, raccontando, i dialoghi di altri personaggi, in pratica è tutto un raccontare da parte del protagonista (ma invece di raccontare le cose, non è meglio farle vedere e vivere ai lettori?). In internet leggevo che l'unico difetto, se lo si vuole chiamare cosi, dell'autrice è di mettere un tocco un po' troppo horror alla storia. Io invece mi chiedo: i lettori che hanno letto Anna vestita di sangue hanno mai letto un vero horror in vita loro? io di horror vero in questo romanzo non ho visto nulla (è vero che ci sono alcune scene particolari, come quando un ragazzo viene sbudellato in due parti, ma non ho trovato la cosa orripilante, l'ho invece vista più come una barzelletta di serie b, d'altronde non sarebbe stato classificiato per un target giovanile se fosse stato veramente un horror). L'autrice per tutto il libro continua a far nominare Anna vestita di sangue a Cas, come se fosse un nome cosi figo e pauroso da non poterlo non nominare un miliardo di volte, ma di pauroso per me c'è solo il titolo.
Come fa Cas ad uccidere i fantasmi? (che tiene a precisare in realtà sono già morti) naturalmente con il suo misterioso pugnale athame, continuando la missione del padre, mentre la madre è una strega (ma non una vera strega, solo una che va in giro con un gatto nero, vende cretinate in internet e al massimo legge la mano, non è detto neanche che ci azzecchi nella lettura della mano). Parlando della madre Cas dice:
È il motivo per cui fa il
lavoro che fa, leggendo i tarocchi e purificando auree
via telefono e vendendo articoli per l’occulto online.
Mia madre è una strega ambulante. Tira avanti con
questa attività in modo sorprendente. (contenta lei!quasi quasi ci provo anch'io se si guadagna cosi bene...)
Il personaggio della madre è proprio inesistente, il vero genitore tra i due sembra essere più il figlio della madre. Il primo fantasma che viene ucciso da Cas all'interno del libro è il classico autostoppista fantasma, che chiede un passaggio e poi ti fa finire con la macchina giù da un ponte (qualcosa di più banale no? mi ha ricordato i milioni di video fasulli che si trovano su youtube: gente che fa finta di essere uno di questi fantasmi, ricavandone poi un video e spacciandolo per un vero avvistamento).
Dopo aver eliminato l'autostoppista passa al prossimo caso, o al prossimo fantasma, in questo caso Anna. Per farvi capire meglio l'arroganza del protagonista riporto un passo, mentre è in viaggio per arrivare nel paese dove si trova il fantasma di Anna, Cas dice:
«Entrerò dentro e riuscirò fuori in un attimo», dico
schioccando le dita e cambiando discorso. (le ultime parole famose!)
Anna è una ragazzina di 16 anni assassinata nel 1958. Dal giorno della sua morte uccide chiunque osi entrare in casa sua, ok mi sembra logico: quindi non andare a casa sua se non ben armato e preparato giusto? Cosa fa invece il protagonista? Va a casa di Anna, senza neanche portarsi il suo mitico pugnale e in compagnia di ragazzetti ubriachi e scemi. Conclusione della scena? Uno ci rimette le penne e finisce in due pezzi. Anna, non si sa bene per quale motivo, non uccide Cas e addirittura l'aiuta a trovare il fantasma maligno che lo ha privato del padre (ma che animo nobile, si poco prima aveva squartato uno, ma la bontà si nasconde dentro ognuno di noi). Così, insieme agli altri strani amici del giovane, streghe e stregoni in erba, formeranno una squadra disposta ad affrontare ogni pericolo (o entreranno a far parte di un circo come fenomeni da baraccone). La storia d'amore, vera o presunta, fra Cas e Anna, risulta proprio campata in aria. Ma Cas dovrà risolvere un problema ancora più difficile di questo: quale sarà infatti il destino di Anna? Ancora non ho letto il finale, ma non penso mi stupirà più di tanto. In attesa del romanzo che veramente mi lasci il segno, passo a qualcos'altro :)