Però, convinta anche dal basso costo dell’articolo, ho assecondato la mia curiosità.
Continuo a pensare che non sia il mio genere di romanzi preferito, nel senso che proprio non mi resta nel cuore, non sono quel tipo di letture che mi coinvolgono a tal punto da farmi provare dispiacere per averle finite. Eppure questo romanzo di Cecile Bertod mi ha un pochino stupita perché sinceramente non riuscivo a smettere di leggerlo.
È un romanzo che di per sé si legge in poche ore perché lo stile di scrittura dell’autrice è fresco e invoglia, capitolo dopo capitolo, ad andare avanti. Non esistono tempi morti in cui il lettore decide di lasciare il romanzo per fare altro. È un susseguirsi di vicende che tengono incollati alle pagine.
La storia, all’apparenza banale e scontata, viene invece sviluppata in una maniera del tutto personale e molto accattivante.
Sandy e Thomas non si sopportano fin da quando sono bambini, eppure, nel suo testamento, il vecchio e ricco nonno di Thomas, decide di lasciare l’eredità al nipote solo se sposerà Sandy e se il loro matrimonio durerà almeno dieci anni. Già il titolo annuncia il lieto fine di questo romanzo, ma il percorso che i protagonisti seguiranno per giungere al coronamento del loro amore, sarà davvero divertente.
Sandy ha un sogno; aprire un bistrot con un’amica. Sono animate da mille buone intenzioni, ma manca loro l’elemento base: i soldi.
Quando Thomas la contatta, spiegandole la metà di quello che dice il testamento, e offrendole una considerevole somma di denaro, Sandy riesce a mettere da parte la sua moralità e accetta di essere la sua fidanzata per qualche mese, fino a lasciarlo in fine davanti all’altare, come da accordi.
Ma Thomas, rigido uomo d’affari, allergico al matrimonio, non ha fatto i conti con l’intelligenza di Sandy che, dopo poco tempo, si rende conto che il ragazzo le sta nascondendo qualcosa.
Scoperto l’inganno, la nostra protagonista farà di tutto per mettere Thomas sotto pressione, rendendosi insopportabile e fingendo di voler arrivare in fondo, fino al matrimonio. Anche lui è però un tipo tosto e sa bene come rendere pan per focaccia alla ragazza.
Fra un susseguirsi di dispetti e recriminazioni, il rapporto fra i due ragazzi matura portandoli alla consapevolezza che forse il sentimento che li lega non è solo la reciproca antipatia, ma nasconde qualcosa di più.
Come accettarlo però? Come riuscire ad ammettere di essersi innamorati di qualcuno che si era convinti di non sopportare?
È vero che ho letto questo romanzo conoscendone già il finale, ma ammetto che non mi è dispiaciuto scoprire come l’autrice ha deciso di condurvi il lettore.
Un’altra cosa che mi ha fatto chiudere il libro convinta di aver letto un piacevole romanzo è l’assenza di scene romantiche da far alzare la glicemia nel sangue. L’amore fra i due protagonisti risulta reale e non romanzato. Io adoro l’amore, i miei romanzi sono pieni di sentimenti e storie romantiche, ma mi piace scriverlo e leggerlo quando intorno a queste relazione si sviluppa altro e soprattutto quando il lieto fine non è così scontato. Per questo sono rimasta piacevolmente colpita da questo libro, perché ero partita prevenuta e mi sono invece ricreduta.
Buona lettura!
Recensione a cura di Laura Bellini e Dylan Berro