Recensione "Assassin’s Creed™ - Rinascimento" diOliver Bowden

Creato il 04 ottobre 2011 da Bookland
Titolo: Assassin’s Creed™ - Rinascimento
Autore: Oliver Bowden
Pagine: 405 pagine
Prezzo: 10,5€
Editore: Sperling&Kupfer

Firenze, 1476. Il giovane Ezio Auditore ha visto giustiziare il padre e i fratelli in seguito alle accuse montate dalla famiglia dei Pazzi. Scopre così di discendere dalla setta degli Assassini, la cui unica missione, da secoli, è distruggere l'Ordine dei Templari, dove militano proprio i Pazzi. Da quel momento e per anni, Ezio si aggira per l'Italia, silenzioso e invisibile, per uccidere i nemici cui ha giurato odio eterno. Ma la sua guerra ha anche un altro e più importante obiettivo: recuperare un misterioso Codice che potrebbe dare a chi lo possiede un potere incommensurabile.

Mia Recensione
Come alcuni di voi avranno notato dall’articolo della rubrica Cover Crazy di qualche settimana fa, la scelta di questo libro è stata dettata in parte dalla copertina fantastica, in parte dai miei fratelli che mi hanno convinto a leggere questo libro tratto da famosissimo video gioco edito Ubisoft™ e da loro amato. Credo di essere incappata in un gravissimo errore, perché l’essermi fatta trascinare per lo più dalla copertina mi ha fatto leggere uno dei peggiori libri della mia vita!
Inizio col parlare dell’autore, Oliver Bowden, pseudonimo di uno scrittore italiano ed esperto conoscitore della Storia Rinascimentale Italiana, cosa che mi ha lasciato alquanto perplessa, poiché da quel poco di conoscenze che ho acquisito all’università, certe situazioni non solo sono inverosimili, ma alcune sono assolutamente infondate.
Un esempio palese è la scena d’amore tra Ezio adolescente e la sua “fidanzata” Cristina Calfucci. Entrambi i giovani provengono da famiglie agiate (gli Auditore sono una famiglia di Banchieri, mentre i Calfucci di mercanti, 2 delle famiglie più importanti della città) e un giorno il padre della giovane li trova a letto insieme: Ezio si scusa ed esce indisturbato dalla finestra mentre il padre di Cristina inveisce contro. Leggendo le 2 pagine successive ben si capisce che il padre della giovane ha riconosciuto Ezio, eppure non fa nulla, cosa assolutamente impossibile perché se fosse realmente successo il matrimonio sarebbe stato combinato di li a poche ore, dato che Ezio aveva violato l’onore della giovane Calfucci (bisogna sottolineare come la verginità in tempi rinascimentali fosse una dote da custodire per il marito e non certo per il fidanzatino di turno!). Ma lasciamo stare questo. Potremmo giustificare questo “passo” come una svista. Ma in un’altra situazione un uomo viene sparato in piena faccia e continua a parlare con Ezio, morente vero, ma ancora vivo: qualsiasi persona sarebbe rimasto un po’ perplesso davanti a questa “scena”, poiché può anche non morire sul colpo, ma che addirittura riesca a parlare mi pare molto molto improbabile.
Un’altra vicenda che subito si è presentata e mi ha lasciata basita è il modo in cui Ezio viene a sapere di far parte della Setta degli Assassini, una frase buttata li, senza alcun tipo di reazione da parte del ragazzo. Cosa improbabile se tu venissi a sapere che tuo padre faceva parte di una setta anziché essere veramente un banchiere, ed è anche la ragione per cui è stato giustiziato assieme ai 2 figli (se Ezio fosse stato catturato ovviemnte la storia non avrebbe avuto senso!). Certo, mi si può dire “è un ragazzo forte”, ma io cantabbatto dicendo “e pur sempre un ragazzo di 17 anni che ha visto uccidere suo padre e i suoi fratelli, che lui amava!”.
Un altro aspetto negativo è l’evoluzione delle vicende, ovvero in concomitanza con gli eventi più importanti per Ezio, la storia salta nel vero senso della parola, vengono proprio eliminate le descrizioni di eventi fondamentali: la preparazione, l’addestramento, ciò che succede dopo l’omicidio di importanti personaggi. L’autore si limita sempre e solo a lasciare un rigo e dire “parecchi mesi dopo…”, ma io voglio sapere cosa succede SUBITO dopo, non mesi dopo!
Però se continuiamo a leggere ci troviamo di fronte a una situazione che mi ha letteralmente lasciata basita ed è risultata banale: tutti i personaggi di maggior rilievo dell’epoca sono guardacaso tutti collegati al protagonista, come se l’autore avesse il bisogno di inserirceli per forza, e così invece di rendere la storia avvincente ha ottenuto l’effetto cotrario. Leonardo da Vinci, semplicemente “Leo” per Ezio, diventa il migliore amico del giovane Assassino; Nicolò Machiavelli è un assassino anche lui; Girolamo Savonarola; Rodrigo Borgia, a cui è stato addirittura affibbiato il ruolo di maestro templare e acerrimo nemico di Ezio, insomma un miscuglio storico assurdo.
Certo la storia è tratta da un videogioco e l’autore si è attenuto in tutto e per tutto ad esso, però dato che la storia del videogioco deve vedere situazioni improponibili, io non accetto che la storia, spacciata per un romanzo storico e Thriller allo stesso tempo, debba riprodurre situazioni al limite dell’inverosimile.
Un cenno voglio fare nei confronti di Caterina Sforza, signora di Forlì. La storia ce la presenta come una donna forte e indipendente, una madre protettiva e una Signora che non esita a metter mano alle armi per difendere i proprio territori. Nel libro viene descritta come se fosse una donna di basso rango, volgare, sia nelle frasi che negli atteggiamenti e sboccata. Parlo non da femminista, bensì da amante della storia: ridurre in questo stato, e far figurare una donna di così gran rilievo storico come una volgarissima donna di strada è a dir poco scandaloso!!
Per non parlare del fatto che ad alcuni dei sopra citati personaggi sono state attribuite frasi al limite del patetico e del ridicolo. Un esempio: Machiavelli, parlando con Ezio di Savonarola, afferma che non esiste un principe perfetto, che invece dovrebbe avere determinate caratteristiche e poi spiazza il lettore con una frase : “Quasi quasi ci scrivo un libro su questo argomento!” Maperfavore!!! Oppure gli amici assassini che incoraggiano Ezio e affermano la loro lealtà con la frase: “Uno per tutti, tutti per uno” che anche un bambino sa essere il motto dei moschettieri, figure del celebre romanzo francese di Alexandre Dumas padre!
Devo ammettere che la storia, se tratta in maniera più corretta storicamente, sarebbe un romanzo carino, con una trama intrigante. Ma per una storia mal scritta, è riservato un finale ancora più deludente. L'intera vicenda ruota attorno alla ricerca delle parti di un Codice (si parla di decine di pezzi). Durante tutto il racconto Ezio ne trova si e no 5 o 6, poi in una mezza paginetta si scrive: "Nei 5 anni successivi, Ezio raccoglie tutte le parti del codice anche se questo è stato difficile". L'impressione che ho avuto e che l'autore, scocciato dal libro, abbia deciso di eliminare una buona porzione di storia, liquidandola in pochi righi, cosa che mi ha davvero delusa, ma forse è meglio così, mi ha risparmiato altre pagine da leggere per questo romanzo fin troppo lungo (lungo non nel senso letterale, ma poichè non finiva mai!).
Quando ho iniziato a leggere il libro avevo trovato lo stile di scrittura noioso, poiché ricco di periodi troppo lunghi, che talvolta risultavano incomprensibili e che quindi andavano riletti a pezzi per comprenderne il senso, però più andavo avanti e più mi rendevo conto che la scrittura era il difetto meno grave di un romanzo che PER ME non vale nemmeno una stella!
Perciò do 1, solo per bontà. Se devo essere sincera però, il mio strancare il libro ha suscitato la curiosità di mio fratello, appassionato del videogioco, il quale ha apprezzato la totale fedeltà al gioco stesso!


A presto


Isy

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