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[Recensione] Batman: Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller #distopia

Creato il 29 maggio 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Batman: Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller #distopia
Titolo:
Batman: Il Ritorno del Cavaliere Oscuro
Editore: vari
Editore originale: DC Comics
Storia e disegni: Frank Miller
Voto: [Recensione] Batman: Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller #distopia

La storia, pubblicata nel 1986 e divisa in quattro parti, è ambientata in un futuro dove il cinquantenne Bruce Wayne ha da tempo abbandonato il costume di Batman, così come tutti gli altri supereroi, a parte Superman. Una serie di eventi costringerà Bruce a reindossare il vecchio costume e a tornare a combattere il crimine, in una Gotham e in un mondo profondamente cambiati.

Il mondo è ancora diviso infatti dalla guerra fredda, che sta raggiungendo il punto di non ritorno per via della crisi dell’isola di Corto Maltese (il cui nome è un tributo al personaggio di Hugo Pratt), ma ciò che più colpisce è la situazione negli Stati Uniti, dove i supereroi sono spariti. Tutto cominciò una decina di anni prima, quando una associazione di madri preoccupate portò in tribunale i supereroi, asserendo che fossero cattivi esempi per i giovani, che finivano sulla cattiva strada per colpa loro. In realtà questa manovra si fa intendere che sia stata orchestrata dai politici, che, dopo il processo, aizzarono l’FBI contro i supereroi. Questo portò tutti loro a ritirasi, tutti tranne Superman, diventato una pedina agli ordini del Presidente.

Dieci anni dopo la società è radicalmente cambiata e per le strade di Gotham la criminalità è più forte che mai, tanto che la polizia è messa sempre più in difficoltà dalle gang di mutanti (uomini divenuti più forti del normale, niente a che vedere con gli X-Men della Marvel), uno dei motivi che spingono Bruce Wayne a tornare ad essere Batman. Il ritorno del Pipistrello però è visto malissimo dai politici, sia il sindaco di Gotham, poco più che un fantoccio, che il Presidente degli Stati Uniti, che gli manda contro Superman perché, se non fermato in tempo, Batman potrebbe “essere rischioso per gli affari”, che è anche lo stesso motivo per cui l’ultimo figlio di Krypton non si vede più in giro, ma solo in guerra.

Miller avrebbe potuto fermarsi qui, ma la critica più forte è quella mossa alla televisione, che occupa una parte prominente dell’opera. Per tutto l’albo infatti vediamo i giornalisti prendere posizioni discutibili, come il considerare dei buoni redenti dei criminali come Due Facce e il Joker, tanto da invitarli in televisione e renderli popolari, o le loro posizioni su Batman, da loro considerato l’origine della criminalità. A questo si aggiungono le notizie manipolate ad arte per aizzare la gente contro Batman, l’esempio lampante è quello del fondamentalista religioso che fa una strage in un cinema a luci rosse dopo aver scoperto che Stairway to Heaven dei Led Zeppelin ascoltata al contrario cela messaggi satanici (una leggenda metropolitana che ha ancora molti proseliti anche nel mondo reale), passato dai media come un mitomane ispirato da Batman.
L’apice di questa critica, comunque, si ha all’inizio della terza parte, dove Lola, l’unica giornalista insieme a Lana Lang ad appoggiare Batman, intervista un pubblicitario che ha spinto sui binari della metropolitana un uomo con delle stampelle e che cerca in tutti i modi di girare la frittata, facendolo passare per un poco di buono. Superman però salva l’uomo dai binari, fermando il treno, ma come la giornalista prova a fare il suo nome viene subito bloccata dal suo collega in studio, che teme di passare problemi con la commissione di vigilanza.
Lo stesso pubblicitario sarà, più avanti, protagonista di un pistolotto in cui cercherà di discolparsi dell’omicidio di un nero e dichiarerà di voler denunciare Batman, che l’ha ferito in seguito a quell’evento.

Il culmine dell’albo resta comunque la battaglia che vede Batman e Freccia Verde da un lato e Superman dall’altro, che porta a un inaspettato finale.

Frank Miller disegna un futuro terribile, con una società allo sbando, corrosa dalla criminalità sempre più dilagante, da politici che se ne fregano della gente e dal potere dei media. In questa nuova società si erge come una luce nell’oscurità Batman, ma pochi lo capiscono, complice anche la violenta reazione dei mass media che lo considerano nient’altro che un violento vigilante fascista e quella dei politici, terrorizzati dal pensare che altri possano seguire il suo esempio. Una distopia che colpisce ancora di più vista con gli occhi di oggi, dove per televisione si stanno davvero cominciando a vedere certe cose…
Anche la protesta contro i supereroi è argomento di attualità, ogni anno infatti salta su infatti una associazione che si schiera contro i fumetti, questo sin dal 1954, quando un uomo che, come dice Frank Miller, non è degno di essere menzionato pubblicò un libro in cui dava la colpa della criminalità giovanile ai supereroi, cosa qui portata all’estremo.

Con questo fumetto Miller dimostra come quest’arte non abbia nulla di invidiare alla letteratura, costruendo un’ottima storia e sfruttando al massimo le vignette come mezzo di comunicazione, basta vedere il prorompente climax che porta Bruce Wayne a decidere di tornare a indossare il capo di Batman per capirlo.

Questo fumetto inoltre fece da apripista per il filone delle distopie con protagonisti i supereroi, che regalerà altri capolavori come Watchmen di Alan Moore e Kingdom Come di Alex Ross e Mark Waid e, sempre assieme a Watchmen, è considerato l’inizio della Modern Age of Comics (detta anche Dark Age of Comics, a seconda delle fonti), era in cui il mondo dei fumetti vive tuttora. Un capolavoro che tutti dovrebbero leggere.

[Recensione] Batman: Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller #distopia


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