Recensione: Bestiario Stravagante

Da Ayameazuma

Titolo: Bestiario Stravagant
Autore: Massimiliano Prandini
Editore: Damster
Prezzo: 10€ / gratuito
N. Pagine: 141
Genere: Racconti horror

Alcune delle recensioni che ho letto su questo libro concentravano la loro attenzione sul fatto che questa sita una raccolta horror, io invece voglio dare maggior risalto a quello che è il titolo e (si presume) il tema che dovrebbe fare da collante tra i vari racconti, Bestiario Stravagante.

Un “Bestiario” è “un compendio che descrive gli animali, o bestie” (Wikipedia docet) e “Stravagante” è un aggettivo che si spiega da sé, ora si deve pensare che ognuno dei tredici testi qui presentati abbiano come protagonista (o come motore della storia) una “bestia stravagante”, una creatura, un mostro, un qualcosa di non umano e nemmeno animale (anche se non sempre, vedi “Settimo Piano”) che faccia da imput agli eventi, la raccolta soddisfa questa caratteristica datagli dal titolo? Sì e lo fa anche bene (quasi sempre, vedi sempre “Settimo Piano”), iniziamo col primo racconto:

“Dieci giorni al Barbacane” è un bel racconto d’atmosfera, abbastanza prevedibile ma non per questo meno interessante, sarebbe un ottimo spunto per una storia (sempre d’atmosfera, date le premesse) più  lunga ma non di molto.
Non posso dire qual è la “bestia stravagante” che fa da protagonista perché rovinerebbe quel poco di sorpresa che è propria del racconto.

“La Cantina” è quello con (a mio parere) la maggiore propensione a diventare una storia lunga, qui la bestia “stravagante” lo è davvero e prima che possiate immaginarla dovrete seguire i discorsi mentali del protagonista (anch’esso aspirante scrittore, che scrivere faccia male alla salute mentale? Ma non me la sento di infierire sul povero protagonista, ne passa tante già di suo) fino al tragi-comico (il comico lo aggiungo io) finale.

“L’Amico Immaginario” è uno dei miei tre racconti preferiti di questa raccolta, come il titolo suggerisce il testo parla di un amico immaginario ed è su questi incentrato, il racconto potrebbe avere due possibili finali e anche se leggermente prevedibile come il primo dei racconti è come questi molto godibile e divertente e riesce comunque a lasciarti con un vago dubbio sul finale.

“Una serata come tante altre” è il secondo dei racconti che ho particolarmente apprezzato, tutta la storia è incentrata sul rapporto tra sei amici (tre ragazze per tre ragazzi) e sulle loro dinamiche, è scritto abbastanza bene da far dimenticare a chi legge che da qualche parte, in qualche angolo, ci dovrebbe essere un qualche aspetto sovrannaturale e grottesco, poi (s)fortunatamente per i protagonisti quest’ultimo dettaglio si mostra.

“Fiaba Nera” è un testo abbastanza semplice, assume ogni tanto dei toni da fiaba (appunto) e si fa leggere, su questo non c’è molto da dire.

“Vacche Magre” ha come protagonista un vampiro (nessuno spoiler, lo si capisce abbastanza in fretta) che vendeva specchi solari, detto questo dico solo che il racconto funziona ed ha un che di grottescamente divertente che non ha bisogno d’essere spiegato oltre.

“Il Cassonetto Numero 73” il terzo dei miei racconti preferiti, la storia col protagonista dal carattere (antipatico) più approfondito, parla di un uomo e del cassonetto che lo perseguita, il numero 73 appunto.
Ma se ci si ricorda del titolo si riesce a capire che quel cassonetto non è così “normale” come vorrà apparire: anche questo racconto è prevedibile ma godibile, anche se il finale (l’ultimo paragrafo nel dettaglio) rovina un po’ l’atmosfera.

“Lo Specchio” ha un che di già visto anche se questo non danneggia una storia piacevole, qui il concetto di “bestia stravagante” rimane molto sullo sfondo e questo probabilmente ne danneggia in parte l’apprezzamento.

“Scendono le ombre della sera” è chiaro come il sole, si capisce sin dall’inizio dove andrà a parare ma l’autore sa scrivere quindi anche se qui la prevedibilità è un “difetto” glielo si può perdonare e se avete una vena cattiva al finale sorriderete o meglio, sogghignerete.

“La leggenda del cucciolo fetido” è quello che meno mi è piaciuto, la storia del cucciolo del titolo in un mondo in cui “Lo Stato” è un essere delle leggende più antiche, probabilmente anche qui il racconto meritava di diventare più lungo e forse così lo avrei apprezzato di più.

“Vergine 4.7 (Beta Version)” non è horror (anche se, preso seriamente, è incubo di molti) ma uno dei racconti più divertenti della raccolta, eliminando giusto qualche punto di sospensione di troppo sarebbe perfetto, non per l’horror ma sempre perfetto, specie per la stravaganza.

“Settimo Piano” è la nota dolente, un racconto che inizia bene e finisce male, sono poche pagine (4 soltanto) che nonostante le buone proprietà di scrittura dell’autore e la trama di fondo non ti dicono molto, colpevole anche l’assenza (o comunque la vaghezza) della componente sovrannaturale/stravagante e di qualsivoglia “bestia”.

Conclude “Sogni”, bello e prevedibile più di tutti gli altri (ma anche molto più breve dei precedenti) e funziona solo se si ha ben chiaro quel che si sta leggendo, se non si capisce subito il “problema” del protagonista si rischia di non capirlo.

Concludendo: è una buona raccolta? Sì.
Val la pena comprarla? Sì, se avete dieci euro il libro li merita, anche per quel che riguarda i materiali (anche se le alette di copertina sono un po’ fastidiose, troppo grandi) e in ogni caso l’autore permette sul suo sito di scaricarne il pdf chiedendo in cambio solo delle recensioni, se leggi il libro recensiscilo e fagli pubblicità è l’autore sarà contento (ma non dubito lo sia di più quando qualcuno il libro lo compra *smiles*).


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