[Recensione] Biancaneve deve morire – Nele Neuhaus

Creato il 25 ottobre 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

Titolo: Biancaneve deve morire
Autore: Nele Neuhaus
Traduttore: Emanuela Cervini
Editore: Giano editore
ISBN: 9788862510851
Num. Pagine: 544
Prezzo: 18,00€
Voto:

Trama:
È una grigia e piovosa notte di novembre tra i monti del Taunus in Germania. Una notte particolare. A Eschborn, la polizia si imbatte in un macabro ritrovamento: resti umani celati da qualche parte nell’aeroporto militare americano della piccola città.
Poco dopo, nei pressi di Sulzbach, un villaggio vicino, una donna di Altenhain, un altro piccolo borgo del Taunus, Rita Cramer, è buttata giù da un ponte e gravemente ferita.
Oliver von Bodenstein e Pia Kirchhoff, gli agenti della polizia incaricati dell’indagine, si recano ad Altenhain e non tardano a scoprire che in paese pochi sono addolorati e sorpresi da quanto è accaduto a Rita Cramer.
L’odio e il rancore albergano in ogni angolo di strada, in ogni bottega o taverna. Un odio e un rancore che hanno di mira una sola persona: Tobias Sartorius, il figlio di Rita Cramer, che ha osato tornare nella casa paterna dopo aver scontato dieci anni di carcere con la tremenda accusa di essere il responsabile della scomparsa di due ragazzine diciassettenni.
La situazione diventa incontrollabile per i due investigatori quando nel paese si diffonde la notizia che i resti rinvenuti a Eschborn appartengono esattamente a una delle ragazze sparite dieci anni prima. L’odio per Tobias Sartorius si muta, infatti, in una irrefrenabile sete di vendetta. E diventa una vera e propria psicosi, una caccia alle streghe dagli esiti imprevedibili e drammatici, quando un’altra ragazza svanisce nel nulla.
Oliver e Pia rovistano in tutta fretta tra i dettagli e le pieghe nascoste del vecchio caso e scoprono che l’inchiesta che ha condotto in galera il giovane Sartorius è piena di falle e di incongruenze.
Falle e incongruenze a cui qualcuno sta cercando evidentemente di porre rimedio, facendo sparire un’altra ragazza esattamente nei giorni in cui Tobias ricompare in paese. Qualcuno disposto a tutto pur di tenere sotterrati i segreti del passato. Qualcuno che non esita a scatenare i peggiori istinti degli abitanti di Altenhain pur di farla franca.
I due investigatori devono battere sul tempo l’inferocita comunità di cittadini; il tempo stringe e la ricerca della verità è una gara che ha come premio la vita.

Recensione:
Quarto episodio di una saga poliziesca made in Germany, che vede protagonisti Pia Kirchhoff e Oliver von Bodenstein alle prese con casi che spesso affondano le loro radici nel passato, che coinvolgono più persone, che gettano ombre e luci su intere comunità e in cui loro dovranno scavare per trovare verità che a volte sono talmente semplici da risultare agghiaccianti.
Confesso di non conoscere quest’autrice teutonica, mi sono accinta a leggere il romanzo spinta dal titolo intrigante e non sapendo che facesse parte di una serie. A ogni modo la cosa non è stata penalizzante: i personaggi sono descritti in maniera tridimensionale, caratterizzazioni ineccepibili non soltanto dei soggetti ma anche nei contesti familiari e lavorativi in cui si muovono, numerose interazioni con le side-story che li rendono piacevoli, umani, credibili, e se non ci si affeziona comunque si arriva a provare la giusta empatia per renderli adatti ai ruoli di protagonisti.
La trama di Biancaneve deve morire è intricata come edera. I personaggi, principali e secondari, sono numerosi, sono sfaccettati, ricoprono ruoli ben definiti che però non ci vengono svelati all’inizio; le vicende che si intrecciano, i dialoghi, le situazioni, l’esposizione di alcuni capitoli è di proposito nebulosa per gettare fumo negli occhi e insinuare il dubbio che le cose non siano come sembrano davvero stare, e anche quando si ha questa certezza… la vicenda si ribalta di nuovo, prendendosi gioco delle aspettative.
Lo stile è godibile, convincente, né eccessivamente asfissiante né ridicolo, perfetto per un giallo dalle tinte fosche ma quotidiane.
Ho apprezzato la capacità di creare una sorta di veritiero specchio della realtà, dove la tranquilla cittadina di Altenhaim è insieme un borgo tranquillo e compatto e un piccolo inferno di segreti, minacce e cameratismo che può nascondere violenze inaudite che si risvegliano quando l’equilibrio viene minacciato.
E così come i luoghi, anche le personalità che la popolano sono composti da due facce, sorrisi falsi e remore, risentimenti e recriminazioni narrati senza la pretesa di fare critica moralista ma riuscendo a dare un’idea esaustiva e autentica di molte dinamiche sociali. Niente buonismi o raffazzonamenti, quindi, ma una sapiente panoramica dall’alto di come gli interessi, le brame, gli affetti e anche la noncuranza possano unirsi e combinarsi fino a esplodere, fino a toccare punti a cui nessuno avrebbe voluto arrivare ma che si sono formate per forza di cose, nell’irrefrenabile svolgersi di tante vite parallele.
Uno dei motivi che però mi hanno convinta a non dare un voto altissimo è stata la vacuità di alcuni presupposti della trama.
Il soggetto di questo caso – Tobias – di tanto in tanto presenta comportamenti che definirei da perfetto idiota. Mi sono immediatamente resa conto che erano espedienti per dare la giusta svolta alla storia e che servivano da imbeccata, ma non erano coerenti: nessuna persona sana di mente dopo essere uscita di galera avrebbe rischiato una seconda volta di perdere il controllo delle proprie azioni, eppure è quello che Tobias ha fatto, beccandosi una buona dose di insulti da parte mia. Piccole incongruenze comunque giustificabili (appunto da una vaga coglionaggine…), che bene o male non intaccano le basi di un romanzo scritto in maniera elegante e precisa, che invoglia a continuare la lettura, che coinvolge con un colpo di scena dopo l’altro.
Sì, insomma, se non siete lettori troppo puntigliosi che pretendono la perfezione assoluta, Biancaneve deve morire è un buon poliziesco, stilisticamente ineccepibile e che tiene svegli fino alla fine.


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