[Recensione] Bitten di Kelley Armstrong #1

Creato il 17 febbraio 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

Kelley Armstrong

Kelley Armstrong è l’autrice della serie bestseller Women of the Otherworld e dell’acclamata trilogia Darkest Powers, in uscita per Fazi Editore nel 2011. Vive con il marito e i tre figli nella campagna dell’Ontario, in Canada.

Sito dell’autrice: http://www.kelleyarmstrong.com/
Sito Italiano dedicato alla saga
: http://www.kelleyarmstrong.it/

Cosa dicono di lei: Kelley Armstrong è una delle più brave scrittrici del genere ”soprannaturale” che io abbia letto. I suoi libri mescolano mistero, indagini, thriller, avventura e amore in giuste dosi, regalando le stesse emozioni di telefilm come Streghe, Buffy, Supernatural. I suoi libri della serie Women of the Otherworld sono scritti veramente bene, con dettagliate descrizioni e grande introspezione psicologica ma, al tempo stesso, sono toccati da uno spruzzo di cinismo ed ironia che li rende veramente unici. Avrete ormai capito che adoro i libri di questa autrice. Questa è una serie avvincente ed adulta che tratta anche temi impegnati, un urban fantasy veramente di classe. Weirde


Women of the Otherworld;

1. Bitten (isbn:9788876250781)
2. Stolen (isbn:9788876251054)
3. Dime store magic. Il destino di una strega (isbn:9788876251061)
4. Industrial magic
5. Haunted
6. Broken
7. No humans involved
8. Personal demon
9. Living with the death
10. Frost bitten
11. Waking the wicht
+ Altri a seguire

Titolo: Bitten
Autore: Kelley Armstrong
Serie: Women of the Otherworld, 1
Edito da: Fazi
Prezzo: 10,00€
Genere: Adult Fantasy, Licantropi, Thriller
Pagine: 452 p.
Voto: 

Trama: Toronto, ai nostri tempi. Elena Michaels è una giornalista di successo, ha un ragazzo normale che la vorrebbe sposare, ama correre di notte e correre veloce come il vento. Non sono certo le strade buie o i tipi loschi a farle paura perché dalla sua ha qualcosa di straordinario.

È l’unica donna licantropo al mondo.

Ha abbandonato il suo clan d’appartenenza e i comfort della villa, loro quartier generale, per una vita ordinaria. Indietro non si è lasciata solo un Branco ma anche Clay, colui che l’ha tradita trasformandola in un licantropo.

Sarà l’amore per l’unico uomo che davvero le abbia toccato il cuore e il forte sentimento di appartenenza ai licantropi che la ricondurranno indietro, quando il Branco avrà bisogno di lei. È giunto per Elena il momento di scegliere tra l’amore per Clay e quello per il ragazzo della porta accanto, tra la sua nuova vita, tessuta su una tela labile e pregna di bugie, e la sua natura che, come la luna chiama le maree, la sta chiamando a sé.


Recensione

di Nasreen

Prima di iniziare la recensione vorrei specificare un particolare relativo alle 5 stelline che ho dato a Bitten. Questa volta ho fatto uno strappo alla regola: ho votato il romanzo valutandolo come un unico elemento. In genere tendo a votare il contenuto effettivo del libro (ovvero la trama) non lasciandomi influenzare da altri fattori esterni, o almeno ci provo, non garantisco.

In questo caso ho volutamente dato un voto complessivo al volume che ho fra le mani perché colta da un innaturale stato di soddisfazione ed euforia. Bitten rappresenta per me, non soltanto una delle massime espressioni dell’urban fantasy per adulti, ma anche una rivincita assoluta contro le baggianate che le case editrici tendono a propinarci.

Ma andiamo con ordine.

Iniziamo con il dire che Bitten è un fantastico ed elegante volume rilegato in brossura (ergo: copertina rigida) pubblicato dalla Fazi (e quindi da una casa editrice abbastanza rilevante, no?) e che costa solo 10,00€. Carino, no?

Sembrerebbe un informazione superflua ma non è così dato che, per soli 10,00€, la Fazi ci fornisce un bene assolutamente ottimo e non manchevole di nulla.

Tradotto essenzialmente bene, a parte qualche refuso qua e là, copertina accattivante, impaginazione pulita e non troppo fitta e carta di medio spessore (non sono andati mica a risparmio!). In poche parole questo libro ha tutti gli elementi perfettamente curati e garantiti allo stesso livello di un romanzo che, invece, ci viene venduto al modico prezzo di 18,00 o 20,00 euro.

Prima vi parlavo di rivincita e soddisfazione personale. Perché? Ma non è assolutamente ovvio?

La Fazi ci ha dimostrato che è possibile vendere un libro, comunemente definito di “prima uscita”, ad un prezzo decente!

Capite? Otto o dieci euro di differenza sono maledettamente tanti per un prodotto, paradossalmente, migliore di quello più caro!  Quindi, se questo è stato possibile con Bitten, vorrà dire che la prossima volta che un signor “Mondadori”, o chi per lui, ci sbatte in faccia che le nuove uscite “devono” costare tanto, possiamo tranquillamente sbattergli Bitten sui denti. Sì. nel vero senso della parola!

Torniamo al libro.

Come ho già detto l’aspetto esteriore si presenta al meglio in tutti i sensi e, perfino il formato che in genere schiaccia – vedi quel tomone inutile di Fallen di Kate Lauren – è stato ridotto quel tanto che basta da non creare l’effetto “Bibbia”.

Per quanto riguarda, finalmente direte, l’anima del libro, ovvero la trama, il mio giudizio non può che essere positivo su tutta la linea, anche perché stiamo parlando di Kelley Armstrong, che è praticamente una certezza.

Ora che ci penso, anche se la Fazi non mi avesse entusiasmata con le scelte di marketing, avrei comunque dato il massimo a questo romanzo.

Kelley Armstrong è brava e sa scrivere, non c’è da aggiungere nulla. Il suo stile è preciso, ricco di particolari, sagace, avvincente ed affascinante senza mai essere stancante. Cosa cercare di più da un’autrice?

Non possiamo catalogare Bitten come un paranormal romance perché, benché sia presente una storia d’amore, a fare da padrone in questo romanzo sono l’azione e gli intrighi. Ottimi ingredienti, no?

Se dovessi paragonare i libri della Armstrong, li paragonerei a quelli di Tanya Huff ma non per lo stile e/o i personaggi (che più diversi non potrebbero essere) ma proprio perché ci troviamo di fronte a due filoni thriller con elementi paranormali. Quindi, se state cercando la solita storia d’amore travagliata con trinagolino amoroso, lasciate perdere perché, in Bitten, c’è di più. Molto di più.

Elena è un licantropo. L’unico licantropo donna esistente al mondo e questo la rende una preda ambita fra gli altri maschi della sua specie.

Ma Elena non è interessata al Branco né tantomeno agli altri uomini. Lei sta con Philip: un umano che, peraltro, ignora la sua doppia natura obbligandola a sgattaiolare fuori casa la notte per trasformarsi e correre libera come la sua natura impone.

Inutile dire che nella sua vita esiste un altro uomo, o meglio licantropo, del quale però lei non vuole saperne niente. Perché? Cosa l’ha spinta a lasciarsi alle spalle la sua famiglia?

Però, si sa, non sempre le cose vanno come vorremmo e Jeremy, il Capo, arriverà presto per reclamare la sua attenzione. Il Branco ha bisogno di lei, la libera uscita è terminata, si torna a casa.

La mente di Kelley Armstrong è riuscita a dipingere una protagonista femminile assolutamente perfetta nel suo essere “imperfetta”. Purtroppo è molto difficile, e molte autrici lo hanno ampiamente dimostrato, creare un personaggio femminile che non finisca nel cadere nell’estremo, in un senso o nell’altro. Una debole donzella priva di spina dorsale o Terminetor, spesso non abbiamo molto di meglio come protagoniste.

Elena, invece, è una creatura particolare. Testarda, indisponente, ribelle ma con un gran cervello, non fa mai quello che ci saremmo aspettati ma non si tramuta mai in una superdonna con le palle che spacca e smonta. Le “palle” le ha, ma anche un gran cervello, unito alla giusta dose di debolezze e fragilità come ogni donna che si rispetti.

Anche Clay, il personaggio “principale” maschile, è molto ben costruito. È completamente fuori da ogni schema ovvio anzi, in più punti, arriviamo perfino a sperare che Elena lo faccia a pezzi e se lo cucini per colazione!!! Non possiamo parteggiare per lui, è fisiologico come rifuggire uno psicopatico.

In effetti, riflettendoci un attimo, è proprio questo che sembra inizialmente Clay: uno psicopatico incapace di trattenere i suoi istinti animaleschi, indifferente agli umani e piuttosto violento. E questo fatto, unito al suo passato con Elena, ci porta più volte a sperare di vederlo ardere sull’altare degli Imbecilli Sacrificali.

Però, più avanti, la Armstrong ci sorprenderà nuovamente facendogli dire frasi e compiere atti di una dolcezza inaspettata spingendoci a dargli, noi come Elena stessa, il beneficio del dubbio.

L’autrice ci porta, piano piano, ad amare questo personaggio come spinge la stessa Elena a rivalutarlo fino a scoprirsi ancora innamorata di lui.

Credo che il punto focale per comprendere Clay sia racchiuso in poche e semplici battute con le quali la scrittrice è riuscita a spiegare pienamente la sua essenza:

- … Mandami da qualche altra parte o manda qualcun altro, ma non Clay, o rovinerà tutto.

- No, non lo farò.

[...]

- Proteggerti è la cosa più importante per me in questo momento. Non importa quanto sia arrabbiato: non cambia nulla. Io sono in grado di adattarmi al mondo degli umani. Il fatto che non ci provi più non significa che non ne sia capace. Ho cercato di integrarmi, mi sono sforzato e mi sono esercitato da quando avevo otto anni. Non ho fatto altro che studiare il comportamento umano per quindici anni. Quando ho capito che ero in grado di adottarlo, ho smesso di provarci. Perché? Perché è inutile. Fintantoche posso modificare il mio comportamento in pubblico abbastanza da non dovermi preoccupare di essere attaccato da una massa di gente armata con proiettili d’argento, questo va bene a Jeremy e agli altri fratelli del Branco. Se cercassi di fare di più tradirei me stesso. Non lo farei mai senza un motivo, ma proteggerti mi sembra un ragione sufficiente. Quest’uomo potrà anche pensare che io non sia la persona più socievole di questo mondo, ma non avrà motivo di pensare male di me. Non rovinerò niente.

Clay è un licantropo più ancora di essere un umano. Non sente il bisogno di integrarsi con gli umani, lo fa se necessario ma, con il Branco, è se stesso. Bellissimo personaggio, anche in questo caso, reso ancora meglio grazie ai suoi innumerevoli difetti.

Anche tutti gli altri personaggi del libro, benché magari poco presenti, sono stati resi al meglio e caratterizzati con attenzione e precisione. Tutti hanno un “volto” ed il loro “perché” nella trama e questo scongiura, fortunatamente, la presenza di inutili macchiette.

I cattivi mi sono piaciuti. Psicopatici quanto basta ma anche affiancati da una buona dose di cervello che li rende, a mio avviso, ancora più pericolosi. Ovviamente se non vogliamo considerare con quanta facilità si sono fatti manipolare da Elena alla fine…

Gli elementi costitutivi di questo romanzo sono molteplici e talmente bene amalgamati che, alla fine, non sentiamo la mancanza di nulla. Azione, intrigo, indagini, odio, amore, liti, morte, affetto e sì… c’è anche una buona dose di sesso assolutamente ben descritto e per niente banale.

Ultimo appunto positivo che mi ha quasi spinta a saltellare felicemente qua e la per la stanza: è un romanzo autoconclusivo nonostante sia il primo di una saga. Davvero, posso dargli una sesta stellina?!?

 


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