Tra i suoi romanzi tradotti in italiano, ricordiamo Le bugie che raccontano gli uomini e Il club degli angeli.
La recensione di Sara:
Vogelstein è un grande ammiratore dello scrittore Jorge Luis Borges, scrive per una rivista che pubblica racconti ma, quando tra le mani gliene capita uno sfornato proprio dal suo idolo pensa bene di modificarlo. Vogelstein crede che all’opera di Borges manchi una nota grottesca, quella che caratterizza i racconti del più famoso Edgar Allan Poe, di cui entrambi sono estimatori e decide così di aggiungere una “cola” che lo ricordi. Subito dopo però se ne pente e passa buona parte della sua esistenza cercando invano un contatto con Borges per potersi scusare. Quando ormai ha perso le speranze però ecco che i due si incontrano, proprio durante un convegno per discutere dell’aspetto esoterico dei lavori di Poe e Lovecraft. Durante la serata qualcosa non va secondo i piani, un delitto che sfiora il surreale colpisce l’albergo dove si tiene l’incontro e Borges, Vogelstein e il criminologo Cuervo si ritrovano a indagare sugli ipotetici colpevoli dibattendo di esoterismo e cabala. Tanti sono gli spunti di riflessione che invitano i tre a discorrere in modo accurato e dettagliato sugli scritti di Poe, i protagonisti rasentano il fanatismo, al punto di conoscere a memoria passi interi de “I delitti della Rue Morgue” che, spesso e volentieri, recitano durante le indagini. Gli argomenti trattati sono molto interessanti e danno occasione al lettore di conoscere aspetti nascosti dell’indiscusso padre dei racconti del terrore. In questo breve romanzo sono riassunti tutti i riferimenti esoterici e cabalistici, il più delle volte ignorati, presenti nelle opere di Poe, aprendo finestre su orizzonti inesplorati. Il surreale, il grottesco e l’occultismo si intrecciano tessendo una trama decisamente unica, assurda e interessante. L’aggettivo migliore per poter descrivere questo libro è forse “allucinante”, leggendo si ha spesso la sensazione che tutto quello che stia accadendo sia frutto dell’immaginazione dei protagonisti e che da un momento all’altro si riveli assolutamente irreale. Fino all’ultima pagina, il lettore è immerso nella confusione e nella stravaganza più totale. I protagonisti sono strambi, eccentrici, sui generis ma poco caratterizzati. I pochi elementi che fornisce l’autore permettono di immaginare vagamente i tre ma, non al punto di affezionarcisi o di entrarne nella psicologia. L’unica vera pecca però, è forse lo stile narrativo. Nonostante le pagine siano costellate di dialoghi si ha la sensazione di leggere un saggio più che un romanzo. La scrittura è poco scorrevole se si considera che tra le mani si ha un romanzo e non un trattato su Poe e compagni. L’autore tenta la via ironica e, a volte, quella del flusso di coscienza non rendendo realmente giustizia alla storia. In un romanzo così strutturato lo stile “libero” sembra quasi forzato. Di contro, la trama è originalissima e ha un grande potenziale, oltre a essere molto interessante e ricca di scoop su Poe e sullo stesso Borges. Per chi ama questi due scrittori è un romanzo assolutamente imperdibile. Nel complesso, merita di essere letto, c’è da divertirsi, da imparare e, in buona parte, da impazzire. A un certo punto crederete davvero di essere diventati matti… o no?